George Best

Aprile 13, 2005 in il Traspiratore da Redazione

Ho speso un sacco di soldi in alcool, donne e macchine veloci.

Tutti gli altri li ho sperperati

53_pag_04E’ bastata questa citazione per farmi innamorare, molti anni fa, della storia di George Best, “Il calciatore più grande del mondo”, come venne definito nel 1966. Da chi? Beh, non proprio da Maurizio Mosca, e neanche da Sandro Piccinini durante una puntata di Controcampo. La frase fu pronunciata da “un certo Pelè”, che di calciatori, forse, ne capisce qualche cosa…

George Best è stato ed è tuttora il calciatore più amato in Inghilterra. Il che basterebbe a farci scrivere questo e molti altri articoli, dal momento che Best non è inglese, ma è nato a Belfast, nell’Irlanda del Nord. Ma a soli quindici anni, nel 1961, approdò alla corte del Manchester United, dove esordì nel 1963, contro il West Bromwich. Si racconta che il suo marcatore Graham Williams ebbe a dirgli:

“Puoi per cortesia startene un minuto fermo, immobile, in modo che possa vedere bene che faccia hai?”

“Perché?” rispose Best

“Perché l’unica cosa che ho visto di te in tutta la partita è il tuo sedere scomparire in direzione della porta”.

Nel gennaio 1964, a diciassette anni, George Best era titolare in un trio d’attacco delle meraviglie, accanto al grande Law e alla leggenda vivente Bobby Charlton. In quella stagione lo United raggiunse le semifinali della Coppa d’Inghilterra e fu secondo in Campionato. Nel 1965 vinse il campionato e nel 1966, per i quarti di finale della Coppa dei Campioni, il Manchester si recò nella tana del Benfica, squadrone assoluto dei tempi, imbattuto nelle ultime 19 partite di Coppa giocate in casa. Tra i lusitani spiccava ovviamente Eusebio, fresco della nomina del Pallone d’Oro. Ebbene… il ventenne George Best, con due splendide reti, contribuì al 5-1 con cui i Red Devils di Manchester umiliarono la squadra portoghese.

In quel momento Best riceveva circa 1000 lettere alla settimana dai tifosi, veniva chiamato “il quinto Beatle”, in quanto sfoggiava capelli lunghi, unico tra i calciatori professionisti, e sostanzialmente era il primo calciatore Superstar della storia del Football.

Nel 1967 il Manchester rivinse lo scudetto, e nel 1968 si prese finalmente la Coppa dei Campioni, ancora contro il Benfica, e nuovamente grazie ad una splendida partita di George Best, che a 22 anni vinse il Pallone d’oro. 22 anni… ancora oggi, anche in Italia, un calciatore di quest’età viene definito una promessa…

Nel 1969 il Manchester cambiò il team manager. Sostituì il ruvido Matt Busby, con cui comunque Best riusciva ad andare d’accordo. Sopportare la pressione della popolarità e della richiesta di vittorie divenne ogni giorno più difficile, e George cominciò seriamente a bere e a saltare gli allenamenti. Sul campo comunque Best rimaneva assolutamente inarrestabile. Nel 1970 stabilì un record unico, segnando 6 reti nell’ 8-2 con cui lo United distrusse il Northampton nel quinto turno della Coppa d’Inghilterra.

Ma George cominciò a sparire sempre più spesso… famose le sue fughe in splendide località di mare con Miss Mondo o con Miss Universo, con i compagni che andavano a trovarlo, implorandolo di tornare a giocare con loro… “Beh., nella mia vita alcune cose me le sono lasciate sfuggire: Miss Canada, Miss Germania…” ebbe a dichiarare in seguito.

A soli 27 anni George Best lasciò il Manchester, ed il calcio che conta, per trasferirsi nell’esilio dorato del calcio americano, con Pelè e altri dinosauri ormai in età da pensione. 27 anni… basti ricordare che Michel Platini a quell’età aveva appena iniziato ad essere il Campione che tutti ricordiamo.

Negli USA non è che le cose siano andate molto meglio per lui… Viveva in una splendida casa vicino al mare, ma come ebbe modo di dichiarare in seguito “Non sono mai stato sulla spiaggia. Per arrivarci dovevo passare accanto ad un bar, e non ce l’ho mai fatta ad arriva fino alla riva”.

Da allora George ha giocato per vari Club, fino al ritiro definitivo nel 1984, a trentasette anni. Tra le squadre per cui ha segnato, anche i “Ford Open Prison”, che hanno potuto permettersi l’ex pallone d’oro grazie ad una breve condanna per guida in stato di ubriachezza e aggressione a pubblico ufficiale…

Tornato in UK, George Best ha continuato a vivere all’altezza del suo mito. Ha partecipato a innumerevoli show televisivi in suo onore, anche qui con qualche incidente di percorso; come quando fu cacciato dalla BBC per avere bestemmiato in diretta, mentre era ubriaco perso. La moglie nel frattempo lo aveva lasciato, preferendo dedicarsi all’educazione del figlio: “Non ce la potevo fare a badare a due bambini contemporaneamente” dichiarò, con evidente riferimento al marito.

Recentemente George ha subito un trapianto di fegato, ma sembra non sia riuscito a smettere di bere, il che causa enormi polemiche nel Regno Unito.

E pensare che, solo qualche anno fa, oltre 1000 giornalisti inglesi l’hanno nominato “Lo sportivo Inglese più grande di tutti i tempi”… un alcolizzato che ha chiuso la carriera seria a 27 anni… Che dite, una ragione per tanto amore incondizionato ci deve pur essere, no? Secondo voi quella giuria e i milioni di fan in Inghilterra continuerebbero ad amare George così tanto se fosse stato un bravo ragazzo con la faccia da bancario, i capello corti e assolutamente astemio? Secondo noi, no… E chissà se l’Avvocato Paolo Conte pensa anche a George Best quando, con la sua voce roca, canta della “sensualità delle vite disperate”…

Il Traspiratore – Numero 53

di M. Bertola