Gastronomo e giudice

Dicembre 2, 2007 in Libri da Gustare da Stefano Mola

Titolo: Gastronomo e giudice
Autore: Giles MacDonogh
Casa editrice: Slow Food Editore
Prezzo: 0,576388888888889
Pagine: 288

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  • Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei.

  • Il destino delle nazioni dipende dal modo in cui si nutrono

  • La scoperta di un nuovo piatto rende un uomo molto più felice della scoperta di una stella

  • Ognuno è ciò che mangia

  • Un dessert senza formaggio è come una bella a cui manchi un occhio

  • Un pasto senza vino è come un giorno senza sole

    Ora, il quiz potrebbe essere: tutta questa indiscutibile saggezza è il frutto di una meditazione collettiva, d’un gruppo di lavoro, d’una convention, di un brain-storming? Oppure è farina d’un solo sacco? Notate che parlando di cibo, citare la farina cade a fagiolo…

    Ebbene, la risposta è ovviamente in quel sacco, che ha un nome compositamente pomposo: Jean-Anthelme Brillat-Savarin, autore d’un libro celeberrimo e dal titolo pomposo e composito quanto quello del suo autore: Physiologie du gout ou méditations de gastronomie transcendante (volendo lo potete sfogliare on line dove è riprodotta l’edizione originale).

    Nelle parole dell’autore, la gastronomia ci sostiene dalla culla alla tomba, aumenta le delizie dell’amore e la confidenza dell’amicizia, disarma l’odio, agevola gli affari e ci offre, nel breve corso della vita, la sola gioia che, non essendo seguita da stanchezza, ci riposa da tutte le altre.

    E cosa ha fatto l’amico Jean-Anthelme, dalla culla alla tomba? Ce lo racconta qui, in questa documentatissima biografia, l’inglese Gilles MacDonogh, autore di undici libri su un campo di argomenti assai vario, dalla storia tedesca alla gastronomia francese, collaboratore di testate d’assoluto prestigio: The Financial Times, The Guardian e The Times in Gran Bretagna e con FT Deutschland.

    Il pregio di questo libro sta nella sua capacità di inserire la figura di Brillat-Savarin nel suo tempo. Un tempo tormentato, di grandi fermenti, un tempo che ha segnato in maniera indelebile la nostra modernità. La vita di Brillat-Savarin si svolge tra il 1775 e il 1826: dunque i Lumi e la Rivoluzione Francese. Brillat-Savarin si immerge a tutto tondo nella vicende della sua epoca. Deputato agli Stati Generali. Partecipò alla Costituente e all’Assemblea Nazionale del 1789. Esiliato in Svizzera, poi nei Paesi Bassi e infine negli Stati Uniti. Al suo ritorno, fu nominato magistrato nella Corte di Cassazione. Lasciò quindi numerose opere di diritto, ma la sua fama è dovuta principalmente al trattato di gastronomia citato in precedenza. L’originalità dell’approccio di Brillat-Savarin sta nel trattare il gusto come una scienza, come una della modalità che i sensi hanno di esplora e conoscere il mondo.

    Un libro interessante, che ci restituisce una vita e un’epoca e il fondamento di quella scienza così amabile che è la gastronomia.

    di Stefano Mola