Ferrante, conto aperto con il Parma

Febbraio 13, 2002 in Sport da Giovanni Rolle

Domenica il Toro va a Parma e Marco Ferrante affila i denti sperando nel classico gol dell’ex. Della sua militanza gialloblù (undici presenze e nessun gol nel 1992-’93) l’attaccante granata non conserva alcun ricordo particolare: “Più che altro sono stato di passaggio. Semmai il Parma rappresenta una tappa fondamentale nella mia carriera in quanto è stato proprio contro i gialloblù che ho segnato il mio centesimo gol in maglia granata”. Dalla partita di andata è trascorso appena un mese e mezzo, ma da allora molte cose sono cambiate per tutte e due le squadre: “Cinque risultati utili sono una media da grande squadra, – prosegue Ferrante – tuttavia non dobbiamo mai dimenticare che il nostro principale traguardo resta la salvezza, la quale dipende soltanto dai nostri piedi e dalla testa di Lucarelli.

Se dovessimo davvero riuscire ad andare in Uefa sarebbe per noi come vincere lo scudetto. Tuttavia, anche il Parma sta meglio che all’andata. La squadra di Carmignani ha conquistato sedici punti nelle ultime sette partite ed è impensabile che con l’organico che si ritrova possa terminare il campionato alle nostre spalle. Due nomi su tutti: Di Vaio, che è in grandissima forma e merita la Nazionale, e Cannavaro, un difensore super. Come sempre andremo in campo per vincere, anche se un pareggio al Tardini sarebbe già un risultato prezioso. Anche se potremo uscire sconfitti, non la ritengo una gara persa in partenza, visto che non lo è stata nemmeno quella contro l’Inter”.

Riguardo alla propria situazione personale, Ferrante ha un solo rammarico: “Ultimamente mi capita di tirare poco in porta. Credo che sia più un problema tattico che psicologico”. L’unica cosa di cui Ferrante è sicuro, è che se ci sarà un rigore per il Toro sarà lui a calciarlo: “Lo tirerò io al cento per cento. Contro l’Udinese c’era un accordo preciso con Lucarelli, non perché non me la sentissi di calciare, ma perché se avessi sbagliato dopo l’errore contro il Venezia sarebbe venuto giù lo stadio”.

Nella doppia seduta di oggi hanno lavorato a parte l’influenzato Paoletti e Franco a causa di una contusione al ginocchio destro. Si è allenato invece con i compagni Castellini, rientrato dall’amichevole con l’Under 21. Assenti gli altri due nazionali Asta e Martinelli, impegnati rispettivamente con la selezione maggiore e con l’Under 20.

Ieri è stato il primo allenamento per Harvey Delano Esajas, il centrocampista olandese in prova ad Orbassano. Amico dell’interista Seedorf e dello juventino Davids, il ventiseienne originario del Suriname spera di convincere i tecnici granata ad ingaggiarlo: “Camolese mi ha detto di stare tranquillo e di fare le cose per gradi, considerato che non gioco una gara ufficiale da circa un anno”. Conoscevo già il Toro, ero tra gli spettatori della finale di Coppa Uefa contro l’Ajax ad Amsterdam, ai tempi della mia militanza dell’Anderlecht. Mi definisco un gran lavoratore del centrocampo, specializzato nel recuperare i palloni. Mi piacerebbe poter emulare il mio idolo Viera. Se mi concederanno il tempo necessario sono sicuro che riuscirò a convincere il Toro a prendermi”.

Esajas è alto 1,84 cm per un peso forma di 84 kg (attualmente è in sovrappeso di 4 kg).

Oggi il Torino si allenerà di pomeriggio. Rispetto all’ultima partita contro il Piacenza, a Parma rientreranno gli squalificati Vergassola e Comotto. L’unico dubbio di Camolese riguarda l’impiego di De Ascentis, in ballottaggio con Scarchilli.

di Giovanni Rolle