Farafàn

Agosto 17, 2006 in il Traspiratore da Simona Margarino

“Qui.”

Una calma inquieta veleggiava sulla città, mentre le mani sfregavano gli orli della pagina di carta, staccata in tutta fretta dal muro, per poi avvicinarsi pericolosamente al centro. Il Presidente, allora, indicò avido un punto sulla mappa del Paese.

Intanto le dita della mano sinistra, stringendosi nervose intorno ad un bastoncino, continuavano a muoversi sulle linee di confine, fondendosi a colori di fiumi, vene blu e montagne. Che fosse tempo di una decisione, nessuno lo dubitava ormai. E, infatti, “Fuoco”,

sputò fuori il Presidente, d’un tratto. E poco ci mancò che cascasse il mondo.

La parola rimbombò contro le pareti della stanza, fuoco Fuoco, FUOCO. Da quella voce brutta che stava infreddandogli la schiena legnosa, Pìnear capì che ora avrebbe dovuto fare il suo dovere. Non si era mai sognato che perdere sarebbe stato facile, “che stai a campar”, stavano dicendogli nella loro testa i ministri a bordo tavola, levandosi il cappello, “più presto muori tu e più velocemente ce ne sbrogliamo”. Ma lui non aveva mai pensato alla fine. Lui era solo un fiammifero. E quella che stava per appicciare sarebbe stata la sua prima e ultima guerra.

Il Traspiratore – Numero 58

di S. Margarino