Eurojazz Festival

Febbraio 28, 2002 in Spettacoli da Redazione

25502(1)In un bel teatrino blu si aggirava un omone vestito di nero con un gilet bordeaux e un collarino reggi strumento che lasciava facilmente intuire che fosse Peter King il grande altosassofonista, ospite del Trio di Renato Chicco protagonista della serata. Sul palco Renato Chicco al piano, Alessandro Maiorino al contrabbasso e Alessandro Minetto alla batteria per un livello altissimo di qualità jazzistica, in sala purtroppo poco pubblico.

Il concerto comunque non ha deluso le aspettative e lo sguardo serafico e compiaciuto di Renato Chicco faceva ben capire quale godimento ci sia, anche tra professionisti del genere, nel momento in cui danno un saggio della loro maestria senza curarsi del numero di astanti. Dopo un coinvolgente pezzo iniziale e uno standard molto ben eseguito è entrato in scena Peter King, il sax scintillante, i capelli tirati in dietro con la brillantina (dire gel stonava con l’ambiente swing anni ’40) e una faccia da film che infatti gli è valsa un’apparizione ne “Il talento di Mr.Ripley” di Anthony Minghella con Matt Damon.

Presenza scenica a parte King ha deliziato tutti con le sue evoluzioni, le sue scale perfette fino all’ultimo acuto e il suo suono così pulito da incantare letteralmente la platea durante l’unico pezzo senza accompagnamento. Se di accompagnamento si può parlare, in effetti Renato Chicco, tornato dopo dieci anni trascorsi a New York, vanta collaborazioni con i più grandi del jazz mondiale da Lionel Hampton a Wynton Marsalis ed è stato pianista e direttore musicale del cantante John Hendricks per sei anni. Gli altri due componenti del suo trio hanno un curriculum invidiabile, partecipazioni ai festival jazz di mezzo mondo e decine di incisioni al loro attivo. Maiorino inoltre insegna contrabbasso per il Comune di Torino e presso l’Accademia musicale Lizard di Fontanetto Po.

Tra standard e pezzi originali di Chicco e di King abbiamo passato un’ora e mezza sublime in un perfetto interplay che ha evidenziato ancora una volta come questo trio colpisca per la sua armonia e il suo suono di gruppo, questa volta reso ancor più particolare dalla presenza sul palco di uno dei più grandi sassofonisti del mondo.

Unica nota stridente, la mancanza di grande pubblico, forse la promozione di queste serate prologo dell’Eurojazz Festival di Ivrea andrebbe rivista. E’ triste pensare che se ci fosse stato Maurizio Costanzo con il suo sax e le sue quattro note al posto del Re del sax alto Collegno sarebbe stata invasa da orde di fan di Buona Domenica, a noi il compito di cambiare le brutte abitudini degli italiani, a cui piacciono le poltrone dei sofà di casa molto più delle poltrone dei teatri. Alziamoci e camminiamo, rimangono ancora tre splendide tappe.

di Jean Gasperi