Esperienze non più…

Aprile 28, 2003 in il Traspiratore da Redazione

Più il tempo passa, più in ognuno aumentano le sensazioni, le emozioni da ricordare; inesorabilmente, però, ci si accorge anche che tutti noi cominciamo a dimenticare gli avvenimenti più lontani, quelli apparentemente senza significato…

Cerchiamo di fermare il nostro tempo, fissiamo su notes, su fogli bianchi ciò che dobbiamo fare, ciò che dobbiamo dire, ci sembra di correre per di qua e per di là, così, senza meta, verso un orizzonte sempre più lontano per prendere qualcosa che ci sfugge…

Se potessimo memorizzare ogni nostro processo cerebrale, se potessimo fissare ogni nostro pensiero su un piccolo congegno elettronico e poi, col tempo, poterlo riprodurre, potremmo dire davvero convinti che non ci sarebbe più alcun problema. Ah, se la tecnologia potesse venirci in aiuto!!!

Tentare di creare, con le nuove tecnologie, un supporto per la memoria che faccia sembrare la nostra mente un archivio dati, quasi un computer dove poter inserire, all’occorrenza, un microchip che agisca su una particolare zona del cervello umano, senza però far perdere all’individuo la propria identità di essere umano, di essere vivente.

Avere la facoltà di scegliere quando, come e cosa ricordare, ideando un nuovo meccanismo scientifico che permetta, da un lato, di registrare l’attività cerebrale, e, dall’altro, di riprodurla nella mente altrui, proprio come accade con il passaggio di dati da un computer ad un altro grazie all’inserimento e disinserimento di floppy disk o cd.

Fare in modo che una persona possa rivivere nei minimi dettagli le immagini, i suoni, i sapori, gli odori e le emozioni con una semplice operazione di trasferimento, di riproduzione di file da una mente all’altra. Solo così sarà possibile condividere l’esperienza di un astronauta, di un corridore automobilistico, di un esploratore subacqueo, di una stella del cinema o di un semplice uomo come tanti altri… Basterebbe solamente far leggere un microchip dal nostro cervello e potremmo provare il brivido di una corsa in macchina, il panico di un debutto sulle scene o la straordinaria sensazione di trovarsi immersi a profondità infinite, quasi a poter toccare i profondi e sconosciuti abissi!

Fantascienza? No, solo una possibile applicazione futura della tecnologia.

Quante volte tornando a casa la sera non c’è capitato di essere infastiditi un pò da tutto, dai rumori assordanti della città, dalle grida di un televisore messo alto, dai coperchi delle pentole che ci scivolano dalle mani, di essere assenti… di stare con la mente alla fantastica vacanza di qualche tempo prima, dove sereni ci divertivamo ad ascoltare il rumore del mare, a guardare i bambini che liberi correvano sulla spiaggia.

Strano ma bello sarebbe poter vivere nuovamente quei bei momenti che hanno segnato la nostra vita, chiudere gli occhi ed essere ancora lì…

Chi legge, sicuramente, inorridisce al solo pensiero, “pensare di essere paragonati ad un computer senza anima, di poter pilotare i pensieri, le emozioni, le sensazioni…”

Ma per una volta lasciamo libera la nostra mente, lasciamola fantasticare, mettiamo da parte stupore, meraviglia e soprattutto scetticismo.

Non stiamo lì, fermi, vittime, a subire la tecnologia, o il passaggio delle immagini, ma proviamo a credere, anche solo per pochi istanti, di poter essere protagonisti del cambiamento, di poter “scegliere” e così di riuscire a prender parte agli eventi altrui, proprio come se fossimo stati noi i primi attori… Pensiamo di poter provare ancora una volta quegli attimi di felicità che ci resero lieti, come se da allora nulla fosse cambiato, mentre tutto lo è!!!

Il Traspiratore – Numero 42

di A. Milazzo