De Pisis alla GAM

Giugno 6, 2005 in Arte da Barbara Novarese

De PisisFino al 3 Luglio, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (GAM) presenta una mostra dedicata a Filippo De Pisis, “uno dei più significativi interpreti della pittura italiana della prima metà del Novecento”

Otto sezioni si snodano attraverso la vita del pittore, per realizzare una collezione di circa cento dipinti e quaranta disegni.

1. Lo spazio e le sue alterazioni

2. La libertà fantastica

3. Il quadro nel quadro

4. I luoghi.

5. La pittura negata

6. Il sublime

7. L’erotismo delicato

8. Villa fiorita

La scelta del repertorio è stata curata da Pier Giovanni Castagnoli, Corrado Levi ed Elena Pontiggia. Si tratta di un viaggio attraverso le sensazioni dell’autore che inizia con: “Natura morta occidentale” del 1919 per concludersi con “Natura morta con la penna” del 1953. La mostra sembra voler testimoniare l’energia di un artista che non può essere inserito in nessun movimento, se non nella corrente impetuosa, ma armonica, della sua originalità.

De Pisis fu l’antico cognome di famiglia, che il ferrarese Luigi Filippo Tibertelli scelse come pseudonimo per firmare pitture ed opere letterarie.

Rappresentò, principalmente, nature morte, immagini oniriche e surreali come le raccolte di prose liriche e le poesie, scritte durante il periodo della “scuola metafisica”.

Amante del viaggio e della scrittura, sensibile e appassionato, de Pisis dedicò una parte della sua vita al giornalismo. Scrisse articoli per “L’Italia Letteraria”, “L’orto” e la “Rivista di Ferrara” e fece parte del gruppo degli “italiani di Parigi”, che comprendeva de Chirico, Savinio, Campigli, Mario Tozzi e Renato Paresce.

De PisisI fratelli de Chirico, in particolare, influenzano il primo De Pisis, teso ad esprimere una natura trascendente con toni nostalgici e malinconici. I suoi soggiorni a Roma, Parigi, Londra, Venezia aggiunsero personalità e stile alle sue opere. Ridisegnarono le nature morte, donarono i ritratti per condurlo ad un insolito stile “quella pittura a zampa di mosca”, tanto ammirato da Montale. Diverse città e diverse tendenze di vita inserirono stupore alla metafisica, emozioni profonde ai personaggi ma non riuscirono a placare l’insidia del tempo che portò dolore e sofferenza nella vita dell’artista: dalla malattia per problemi nervosi, al ricovero a Villa Fiorita di Brugherio fino alla morte che, nel 1956, lo raggiunse all’età di 60 anni.

La mostra non si limita ad un particolare periodo ma dedica spazio all’intero cammino del pittore, definito da molti “sensibile e raffinato”. Ci regala alcune delle più belle nature morte degli anni Venti, attraenti paesaggi urbani, nudi maschili e immagini d’ermafroditi, fino alla stagione estrema…il momento della sua malattia.

Gam,

via Magenta 31,

fino al 3 Luglio

orario 9-19 tutti i giorni,

giovedì 9-23,

chiuso lunedì.

Prezzo intero 7,50 euro, 4 ridotto,

informazioni 011/4429518

di Barbara Novarese