Come salvare la Terra

Agosto 4, 2005 in il Traspiratore da Momy

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Aria sole acqua terra. Partiamo dai quattro elementi che caratterizzano la nostra vita. Se ne mancasse anche uno solo, non potremmo esistere. Senza aria non potremmo respirare, senza sole si tornerebbe all’era glaciale, senza acqua moriremmo in tre giorni (già, la crudele regola di sopravvivenza del tre… ovvero tre settimane senza mangiare, tre giorni senza bere, 3 minuti senza respirare, poi il nulla…), senza la terra non potremmo nutrirci, anche se la comparsa di cibi sempre più artificiali potrebbe indurre qualcuno a pensare il contrario.

Bene, definito che i fantastici quattro sono indispensabili per la nostra esistenza, forse è il caso di capire come sfruttarli al meglio, al fine di soddisfare non solo il nostro bisogno primario di sopravvivere, ma anche quello secondario (che ormai nei paesi industrializzati ha preso il sopravvento) di vivere bene. Esigenza egoistica, questa, che si ritorce pesantemente contro l’ambiente e che potrebbe, in breve tempo, portare ad un degrado inarrestabile dell’ecosistema che ci ospita.

Una delle piaghe di questo millennio è il consumo energetico: adesso gli Stati che aderiscono al protocollo di Kyoto sono obbligati a trovare fonti alternative di energia per soddisfare i bisogni, sempre maggiori, dei cittadini. I quattro elementi si trasformano quindi in fonti energetiche pulite e, soprattutto, riutilizzabili. Già, perché, a differenza del petrolio, il sole, l’acqua ed il vento non finiscono mai. Si tratta soltanto di riuscire ad “ingabbiarne” una parte, per avere benefici che si ripercuotano negli anni futuri sull’ambiente e sulla qualità della vita.

L’interesse per la ricerca di fonti energetiche rinnovabili nacque con la crisi petrolifera del 1973, che mise in evidenza la limitatezza delle riserve di combustibili fossili. Gli esperti stimano ora che il picco di produzione del petrolio si raggiungerà in un lasso di tempo che va dai 5 anni ai 30 anni, dopo di che, diminuendo la quantità di greggio disponibile, il suo prezzo comincerà a salire, fino a diventare economicamente insostenibile. Le stesse previsioni, però, furono fatte durante la crisi di 32 anni fa, il che porta a diversi interrogativi. Quanto queste ipotesi sono realistiche e quanto sono speculative?

Oggi come oggi, l’industria del petrolio è il business più grande del pianeta e i petrolieri ‘giocano’ sui quantitativi che estraggono per alterare (generalmente far salire a dismisura!) i prezzi. Si è instaurato un sottile equilibrio, per il quale la produzione scende (ed i prezzi salgono) finché i consumi restano costanti. Appena ci si accorge di una flessione, dettata da prezzi insostenibili per i cittadini, la produzione risale ed i prezzi si riducono. Un gioco perverso che ci vede coinvolti in prima persona, anche se, troppo spesso, come spettatori passivi.

Come fermare questa lobby? Una possibile soluzione, ancorché non esaustiva, consiste proprio nello sfruttare fonti di energia rinnovabili, non soggette alla spada di Damocle del domani finirà tutto…

Facciamo allora una breve, e sicuramente non esauriente, panoramica sui tipi di energia che ci potranno permettere di non distruggere il nostro patrimonio per ascoltare la radio, vedere la TV, fare una partita con la playstation, usare lavatrici e lavastoviglie, immergerci in una vasca con l’idromassaggio…

ENERGIA SOLARE

Per sfruttare la radiazione solare si ricorre a impianti a pannelli solari, o collettori solari. L’energia così ottenuta può essere usata sotto forma di calore per riscaldare un gas o un fluido, oppure può essere convertita direttamente in elettricità, sfruttando l’effetto fotovoltaico e le proprietà fisiche di alcuni materiali. Questi dispositivi sono particolarmente adatti per il riscaldamento domestico: di solito i collettori vengono installati sui tetti, e orientati opportunamente in relazione alla posizione geografica del luogo. Entro il 2010, nei paesi dell’Unione Europea dovranno essere installati 100 milioni di mq di pannelli solari termici.

ENERGIA EOLICA

Tale energia nasce dalla forza esercitata dal vento sulle pale di un’elica, montata su un albero rotante, a sua volta collegato o a sistemi meccanici, che possono servire per macinare il grano o per pompare l’acqua, o ad un aerogeneratore, che trasforma l’energia meccanica in elettrica.

L’energia eolica è una fra le più antiche forme di energia conosciute: i persiani utilizzavano turbine eoliche già nel VII secolo a.C. per irrigare i terreni e macinare il grano.

ENERGIA IDROELETTRICA

Forma di energia ottenuta principalmente mediante la caduta d’acqua da un dislivello, quindi facilmente disponibile ovunque esista un considerevole flusso costante d’acqua.. Attualmente lo sfruttamento di questo tipo di energia richiede costruzioni estese, che includono bacini artificiali, dighe, canali di derivazione, nonché l’installazione di grandi turbine e di generatori elettrici. Tale valorizzazione del patrimonio idrico centra inoltre l’obiettivo di favorire la prevenzione di eventi catastrofici naturali, elemento cruciale nel contesto ambientale odierno.

Anche l’uso dell’energia idraulica risale all’antichità: già i greci ed i romani usavano ruote idrauliche per la macinazione del grano. Secondo il rapporto Climate Change 2001 dell’ONU, il potenziale idroelettrico mondiale è di 9.000 TWh. Attualmente la produzione idroelettrica è di circa 3.000 TWh.

BIOCOMBUSTIBILI

Dai vegetali, di qualsiasi tipo, si possono ottenere biocarburanti, quali il biometanolo e il bioetanolo, che si producono già da qualche decennio. Ad esempio, in Brasile quasi il 40% delle vetture è alimentato a bioetanolo. Questo tipo di energia potrebbe risolvere anche il problema delle aree incolte, dovute alle normative sulle eccedenze agroalimentari. Così, infatti, si eviterebbe di pagare le sovvenzioni ai proprietari per tenere incolti i terreni e ci sarebbero più posti di lavoro in un settore oggi in sofferenza, soprattutto nei paesi meno industrializzati.

BIOMASSE

Anche i rifiuti, altro cruccio della società moderna, possono essere utilizzati per produrre energia. Non hanno bisogno di impianti particolari, in quanto è possibile sfruttare le centrali a carbone esistenti, alimentandole con combustibili solidi derivati da biomasse residuali. Inoltre, le città dotate di depuratori per la rete fognaria possono utilizzare il biogas in cogeneratori, per ottenere energia elettrica da immettere in rete ed energia termica per la gestione dell’impianto, utilizzando così buona parte dei rifiuti.

Il Traspiratore – Numero 54

di M. Mautino