Chicobum tra Al Jarreau e De Gregori

Luglio 15, 2005 in Spettacoli da Claris

Francesco de GregoriSettimana di grandi nomi a Borgaro, pur con qualche pausa di programmazione (e meno male, dopo il wrestling di domenica e l’indigestione dei giorni scorsi qualche sera libera fa bene!). In realtà la pausa è capitata per cause di forza maggiore, visto che i Motorhead saltano per i problemi fisici del loro leader!

Ma ci si rifà subito mercoledì sera con il grande ed indiscusso Al Jarreau, per proseguire con Ray Gelato giovedì, e chiudere domenica, dopo i Vascover, band di tributo al divino Vasco Rossi, con uno dei cantautori più amati e scontrosi, il principe De Gregori.

Ecco il dettaglio delle serate.

  • Mer 13 Luglio – Al jarreau

    Nato a Milwaulkee, Wisconsin, canta dall’età di 4 anni. “Il mio interesse per la musica improvvisata ebbe origine quando ero ancora ragazzino”, ricorda il diretto interessato.“ La musica ad ogni modo non era il solo elemento della vita: c’era anche lo sport, il baseball in particolare. Ma decise di proseguire negli studi e di coltivare l’hobby della musica: entrò al Ripon college nel Wisconsin (diplomandosi in scienze) e prese l’abitudine di esibirsi, durante i week-end e nei periodi di vacanza, da solo o con un trio (gli indigos).

    Nel 1968 lo troviamo in un piccolo club di San Francisco con un trio capeggiato da un promettente pianista: George Duke. Ed è proprio il 1968 l’anno in cui decide di intraprendere la professione di musicista. Uno dei migliori interpreti capaci di fondere così bene il vecchio e il nuovo, il classico canto jazz e il ritmo delle nuove generazioni.

    Il primo Grammy Award lo riceve nel 1977, mentre All fly home (1978) gli garantisce enormi riconoscimenti, l’accademia musicale francese lo nomina cantante dell’anno, viene ormai celebrato in tutto il mondo e, se la prima parte della carriera è caratterizzata da un grande consenso della critica, dal 1980 in avanti diventa una star e non più “artista di culto”.

    Il 1986 è l’anno del decimo compleanno discografico e lo festeggia con grandi successi, che ritornano nel ’94, quando esce Tenderness, album che raccoglie i brani più significativi che Jarreau ha interpretato nella sua carriera (accompagnato da musicisti di rinomanza mondiale quali Joe Sample, Eric Gale, Pauliho da costa, Philippe Saisse e Steve Gadd.

  • Gio 14 Luglio – Ray Gelato

    Nome d’arte, figlio di un italo-americano che faceva il militare in Gran Bretagna, la sua è una band con una grossa dose di auto ironia e con un’innata propensione al divertimento, che dedica molta attenzione alla citazione dei solisti statunitensi e con un occhio attento alla tradizione della musica popolare americana (Nat Cole, Frank Sinatra, Tony Bennett).

    La formula ha avuto un grande successo e del resto basta vedere un concerto per capirne il perché: Ray Gelato e i suoi giganti del jive mescolano sonorità italiane, classici della tradizione partenopea, ricordi che facevano parte del bagaglio culturale degli italo americani negli anni ’40 e ’50, cantati in parte in inglese e in parte in italiano, suggestioni jazz negli omaggi a Louis Prima, trascinanti medley dei più noti swing, titoli incredibili come Pizza You, O Marie, Josephine Please No Lean On The Bell, Tu Vuo’ Fa l’Americano, oltre agli evergreen Everybody Loves Somebody, Just a Gigolo e I Ain’t Got Nobody.

    Appassionato di jazz e swing ed in egual misura di personaggi un po’ spacconi (come Buscaglione), Ray Gelato ripropone la figura del gangster giuggiolone con una esuberante formazione di sette elementi.

    Va ricordato che la nostra tradizione swing è tutt’altro che disprezzabile (vale forse la pena ricordare artisti come Buscaglione, i Cetra, Carosone, Rabagliati, Natalino Otto e Jula de Palma), personaggi che in qualche modo hanno influenzato e contaminato lo stile del britannico Ray Gelato, che ha trovato da noi l’accoglienza adeguata per registrare il suo primo disco live.

    La popolarità di Ray Gelato in Italia si è accresciuta anche grazie all’orchestra dei Good Fellas, che hanno voluto Ray con loro in una tournée con il trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo.

    In apertura si esibiranno,

  • Gio 14 Luglio – Los Tres

    Dal marzo 2004 il trio si lancia allo scoperto con più di 30 concerti. Legno e corde sono gli strumenti della loro musica, un sound che si forgia nelle location più disparate dalla strada ai bar e dai club, fino ad arrivare ai palchi dei festival estivi. I loro brani originali e le canzoni dei loro idoli Johnny Cash, Van Morrison, Chuck Berry sono l’anima di un repertorio che spazia da Morricone al surf con naturalezza e suggestione.

  • Dom 17 Luglio – Francesco De Gregori

    Nasce a Roma il 4 aprile del 1951, dove frequenta il liceo classico Virgilio e vive in prima persona gli eventi e i fermenti politici del movimento studentesco del ’68. Fortemente ispirato dalla musica e dai testi di Fabrizio De Andrè ma anche successivamente dalle canzoni di Bob Dylan, De Gregori inizia ad esibirsi, appena sedicenne, al Folkstudio. Nel piccolo locale di Trastevere, luogo prediletto dei musicisti di tutto il mondo di passaggio per Roma esordisce come interprete. Il suo repertorio consiste in cover di Dylan e Leonard Cohen in italiano, brani di De Andrè, canzoni popolari italiane. A ciò aggiunge le sue prime composizioni che proprio in questo periodo comincia a scrivere.

    Il 1970 è l’anno dell’esordio discografico. “Theorius Campus” vede De Gregori condividere con l’amico Venditti, anche lui al suo primo disco, questo lavoro ancora acerbo dove la canzone più interessante (almeno per quanto riguarda De Gregori) è “Signora Aquilone”. Nonostante il deludente riscontro commerciale di “Theorius Campus” l’anno successivo, grazie alla coraggiosa produzione di Edoardo De Angelis, Francesco De Gregori realizza, per la IT di Vincenzo Micocci, il 33 giri “Alice non lo sa”.

    Nel 1974 esce l’intimo “Francesco De Gregori”, in cui trovano spazio canzoni assai personali, visionarie ed ermetiche. Il 1975 è l’anno di “Rimmel”, album che contiene canzoni destinate a diventare classici della musica italiana. “Rimmel”, “Pablo”(scritta insieme a Lucio Dalla), “Buonanotte fiorellino”, “Pezzi di vetro” potranno vantare in futuro centinaia di esecuzioni dal vivo da parte del loro autore.

    E poi vengono “Bufalo Bill”, del 1976, con “Atlantide”, “Santa Lucia”, “L’uccisione di Babbo Natale” e la stessa “Bufalo Bill”; nel 1978, “De Gregori”, che contiene altre canzoni memorabili come “Natale”, “Raggio di sole”, “Due zingari” e “Generale”, quest’ultima destinata a diventare famosissima. A breve distanza di tempo viene registrato in studio l’album “Viva l’Italia”; il 1982 è l’anno di “Titanic”. “La leva calcistica della classe ’68”, “Caterina”, “I muscoli del capitano” e “L’abbigliamento del fuochista” vanno così ad aggiungersi a un repertorio ormai consolidato.

    Nel 1983 Francesco De Gregori pubblica la sua canzone forse più famosa, “La donna cannone”, ispirata da un articolo di cronaca che racconta la crisi di un circo ormai orfano del suo numero di maggior successo fuggito per inseguire un suo grande amore. “Scacchi e Tarocchi” è del 1985, del 1987 l’album “Terra di nessuno”. Il disco successivo è “Miramare 19.4.89” in cui l’ancora attualissima “Bambini venite parvulos” e altre canzoni come “Dottor Dobermann” e “Cose”, presentano un De Gregori in continua evoluzione. Dopo i 3 album live “Catcher in the sky”, “Musica leggera” e “Niente da capire” (usciti nel 1990 contemporaneamente), nel 1992 l’autore romano si ripresenta ancora più maturo musicalmente con l’album “Canzoni d’amore”, prodotto da Vincenzo Mancuso e capace di alternare grande poesia (“Tutto più chiaro che qui”, “Povero me”) a episodi musicalmente più muscolari come “Adelante! Adelante!” e “Viaggi & miraggi”. Dopo i due dischi dal vivo, “Il bandito e il campione” e “Bootleg”, giungono quattro lunghi anni di silenzio, durante i quali De Gregori si imp
    rovvisa giornalista su l’Unità diretta da Walter Veltroni. Il ritorno sul mercato è del 1996, quando nell’album “Prendere e lasciare”, prodotto da Corrado Rustici,

    “Amore nel pomeriggio”, pubblicato nel gennaio 2001, inaugura per Francesco De Gregori il terzo millennio ed il quarto decennio di attività discografica. L’album contiene 11 nuovi brani ed è prodotto da Guido Guglielminetti, da anni fedele collaboratore di De Gregori. In due brani ci sono collaborazioni eccellenti: in “Il cuoco di Salò” Franco Battiato, come arrangiatore e produttore.

    25 marzo 2005: esce “Pezzi”, il nuovo, atteso, album a quattro anni di distanza da “Amore nel pomeriggio” e trenta da “Rimmel”. Un titolo volutamente privo di chiavi di lettura con soltanto (forse) uno scarno riferimento ad un mondo sgangherato e feroce che nessuna politica sembra più poter salvare come nella spietata “Vai in Africa Celestino!” , il primo dei dieci titoli che compongono l’album. “Una canzone”, dichiara De Gregori ” sull’antinferno e sul libero arbitrio”. “Pezzi” sorprende per l’immediatezza dei suoni e degli arrangiamenti che appaiono più che mai figli della dimensione live, la prediletta dall’artista: “E’ la prima volta”, dice Francesco, “che un mio disco suona esattamente come suonerà dal vivo con la mia band”. Un lavoro che per la sua cruda sincerità, per la tensione emotiva che lo percorre e per l’urticante realismo dei testi non può che riappropriarsi di un linguaggio decisamente rock, lontano dall’estetica pop come da qualsiasi tentazione cantautorale.

    In sintesi:

  • Mer 13 Luglio – Al jarreau

    INGRESSO 35 €

  • Gio 14 Luglio – Ray Gelato e Los Tres

    INGRESSO 20 €

  • Ven 15 Luglio – Vascover, tributo Vasco Rossi

    INGRESSO gratuito

  • Dom 17 Luglio – Francesco De Gregori

    INGRESSO 25 €

    CHICOBUM FESTIVAL 2005

    1 GIUGNO – 31 LUGLIO 2005

    PARCO CHICO MENDES di Borgaro Torinese (To) – via Carolina – di fronte all’uscita Borgaro della tangenziale in direzione aeroporto

    INFO: tel: 011.819.4347 – www.chicobumfestival.com

    di Claris