Capodanno si avvicina: spumante o champagne?

Dicembre 22, 2009 in Enogastronomia da Redazione

Fabriano premio nastro dDa quando si è iniziato a brindare con le bollicine per festeggiare l’anno nuovo?

Dal 1672, quando il (leggendario) monaco francese Dom Pérignon riusci finalmente, dopo aver mandato in pezzi un bel numero di bottiglie ( a quei tempi! con quel che costavano…) a scoprire il segreto della rifermentazione del vino e inventò così lo champagne?

Oppure, come sussurra qualcuno, dal 1622 (e cioè circa cinquant’anni prima), quando un medico italiano, Francesco Sacchi di Fabriano, scrisse un trattato sulla produzione dei vini spumeggianti, il De salubri potu dissertatio e dette inizio alla produzione dello spumante?

Mah! Il mistero continua e si infittisce, croce e delizia per gli estimatori dell’uno o dell’altro…calice.

A parte gli scherzi, è ormai assodato che negli ultimi anni la produzione spumantistica italiana è andata sempre più crescendo, in quantità ma soprattutto in qualità, tanto da cominciare a far seriamente concorrenza ai cugini d’oltralpe anche sul mercato estero ( e parliamo pure dei migliori ristoranti di Giappone, Canada, Belgio…).

Forum2008_BenvenutoBrunello_MontalcinoCosì a Valdobbiadene, patria del Prosecco, nel 2005 è nato un Forum, cioè un tavolo di cultura e confronto a livello nazionale, ora consultabile anche via internet sul sito www.forumspumantiditalia.it, che ha proprio lo scopo di valorizzare e promuovere lo spumante italiano. Già, perché ormai tutte le nostre Regioni si sono scoperte una vocazione per le bollicine: Franciacorta, Alta Langa, Oltrepò Pavese, certo, ma anche Frascati spumante, Vermentino di Sardegna spumante…e via dicendo!

Riusciremo a far dimenticare lo champagne ai bevitori di tutto il mondo? Speriamo di no, anche perché non è sicuramente questo l’obiettivo che si prefiggono i più preparati fra i vignaioli italiani. Spumante e champagne sono due prodotti in realtà diversi, anche quando chi li crea segue attentamente la stessa lavorazione: diversi sono i territori, gli ambienti, le culture da cui provengono, e diversi sono anche i gusti del pubblico a cui sono destinati. Una diversità che è ricchezza per entrambi, e che non deve assolutamente andare perduta.

E allora, a Capodanno, facciamo il confronto: vedrete, non saranno certo le nostre bollicine a rimetterci!

di Silvana Delfuoco