Bello da mangiare

Ottobre 8, 2001 in Libri da Gustare da Stefano Mola

Ave Appiano, “Bello da mangiare”, Meltemi, pp. 142, Lire 32.000

24479Che cosa pensate quando guardate un’immagine (una foto, un quadro)? Ad esempio, una tavola apparecchiata, tre piatti (due contengono qualcosa, della frutta, come mai il terzo è vuoto?) tre bicchieri, un cesto di frutta al centro, una bottiglia di vino, a lato, a destra (non era importante?) uno sfondo di calori caldi (soltanto rossi e gialli intensi, di un tramonto, o di una passione). Dove sono finiti i commensali? Dove sono adesso, di cosa stanno parlando, perché hanno interrotto la cena? C’era una coppia? E allora il/la terzo/a, che ruolo aveva? Un figlio, un amante?

Insomma, cosa c’è dietro un quadro? Se pensiamo al quadro come a un frammento di vita immobilizzata, cos’è successo prima e cosa è successo dopo? Abbiamo di fronte un punto di arrivo o un punto di partenza, o tutt’e due insieme? Per rispondere possiamo appigliarci ai dettagli dell’immagine, e ogni dettaglio può essere sia risolutivo, sia una nuova domanda, una traccia indecifrabile. Un quadro quindi sta di fronte a noi, e al tempo stesso rimbalza verso di noi, mette in moto non solo la nostra emozione estetica, ma anche la nostra esperienza, la nostra cultura, la nostra curiosità, in un corto circuito che ritorna alla nostra emozione estetica. Forse, un’opera d’arte è tanto più feconda e potente quanto più profondamente riesce a innescare questo movimento, e quanto più questo circuito in noi è articolato.

E quando in un quadro compare del cibo? Possiamo forse pensare in primo luogo a che cosa per noi rappresenta quel cibo, dove se e quando l’abbiamo assaggiato, riportare in primo piano la reazione del nostro gusto. Oppure chiederci il valore simbolico di quel cibo (la melagrana, l’uva, l’uovo…) e/o il valore che aveva nel tempo storico in cui è stato dipinto (il mangiatore di fagioli, le cipolle, le torte industriali, le caramelle).

Ave Appiano in questo libro ci accompagna in tutte le tappe del circuito. Sceglie una serie di opere d’arte significative, dall’arazzo di Bayeux alle nature morte di Botero, in cui il cibo ha un ruolo importante. Ci fornisce non solo una analisi estetica rigorosa, ma anche la spiegazione del valore storico e simbolico del cibo presente. Infine, proprio per rendere ancor più compiuto il rimbalzo dell’opera d’arte verso chi guarda, offre al termine di ogni capitolo (avvalendosi delle indicazioni dello chef Andrea Ambrogini) una serie di suggerimenti concreti per fruire il cibo rappresentato.

“Fruire”, e non soltanto “cucinare”. Oltre alla tecnica (gli ingredienti, la preparazione) la dimensione estetica: la sala, la tavola, la luce, le posate, per ricreare un’ambientazione che riprenda e rispecchi quella del quadro. La fruizione del cibo diventa così una rappresentazione parallela. Del resto, nell’introduzione, ci sono due citazioni fondamentali: una di Renato Barilli che ci ricorda come “non entrano solo gli elementi materiali del cibo […]. Contano senz’altro la qualità dell’arredo, il desco, le posate, la stanza, le persone”. L’altra, di Claude Levi Strauss: “l’asse che unisce il crudo e il cotto è caratteristico della cultura, quello che unisce il crudo e il putrido è della natura, giacché la cottura compie la trasformazione culturale del cibo, come la putrefazione ne è la trasformazione naturale”. La rappresentazione del cibo in un’opera d’arte è quindi teatro nel teatro.

(il quadro di cui si parla all’inizio di questo pezzo è “Lunch on the Terrace, Southern France”, di Ann Oram, che non ho trovato in rete e che non è nel libro, ma in una stampa IKEA nella mia cucina)

Di seguito, alcuni dei quadri di cui si parla nel libro e dove si possono trovare nella rete:

Arazzo di Bayeux

http://members.tripod.com/~mr_sedivy/med_bay.html

Arcimboldo, Vertumno

http://www.terra.com/arte/articulo/articulo.cfm?ID=ART196

Annibale Carracci, “Il mangiatore di fagioli”

http://www.kfki.hu/~arthp/art/c/carracci/annibale/1/beaneate.jpg

Willem Claesz Heda “Natura morta di colazione con torta ai lamponi”

http://www.kfki.hu/~arthp/art/h/heda/breakfas.jpg

Peter Brueghel il Vecchio, “Banchetto Nuziale”

http://www.kfki.hu/~arthp/art/b/bruegel/pieter_e/painting/wedding.jpg

Wayne Thiebaud, “Cakes”

http://www.postershop.com/Thiebaud-Wayne/Thiebaud-Wayne-Cakes-2403702.html

Franco Assetto, “The Big Candy”

http://www.usc.edu/isd/archives/la/pubart/sculptures/MacArthur_Park/big_candy.html

di Stefano Mola