Barbablù

Giugno 11, 2013 in Libri, Net Journal da Benedetta Gigli

Titolo Barbablù
Autore Amélie Nothomb
Editore Voland
Pagine 112
Prezzo 14,00 €

In questi nostri tempi, in cui purtroppo la violenza sulle donne è sempre più attuale, Amélie Nothomb torna in libreria rivisitando forse il femminicida per antonomasia, ovvero Barbablù, raccontato per la prima volta da Charles Perrault.

La Nothomb ne fa un nobilissimo spagnolo, Don Elmirio Nibal y Milcar, uno degli scapoli più ambiti sulla piazza di Parigi, nonché un cuoco sopraffino e un sarto eccellente che realizza personalmente i vestiti per le sue donne in base alla loro personalità e carattere.

Nel suo meraviglioso palazzo è disponibile in affitto una stanza. Basta rispondere a un annuncio, riservato ça va sans dire alle sole donne. Tra tutte quelle che si incontrano in attesa di selezione, la prescelta sarà Saturnine, giovane ragazza belga presentatasi lì inconsapevole di tutto, attratta soltanto dalla comoda posizione e dal bassissimo affitto richiesto.

Saturnine, seppur giovane, è però tutt’altro che una sprovveduta. È anzi la candidata perfetta, per la sua capacità di tener dialetticamente testa a Don Elmirio. Nelle raffinatissime cene che Elmirio le preparerà, scoprirà ben presto delle sue passate otto mogli e del segreto che non può essere violato: quello della camera oscura dove il nobilissimo sviluppa le sue fotografie.

Tra un calice di champagne e l’altro, Saturnine si dimostra assolutamente in grado di tenergli testa, destreggiandosi cinicamente tra l’amore, la morte il segreto. Amélie Nothomb dà (come sempre) una magistrale prova di bravura nell’orchestrazione di serratissimi dialoghi, dove la logica viene portata alle sue estreme conseguenze.

Elmirio riuscirà a conquistare Saturnine? E Saturnine, si innamorerà di Elmirio? Riuscirà a resistere alla curiosità di entrare nella camera oscura, o farà la fine di tutte le altre?

Per conoscere queste risposte non vi resta che leggere il libro. Ne vale veramente la pena. Molte sono le frasi che vi verrà voglia di sottolineare, per poterci tornare a meditare con calma.