Ballata di Hue’

Giugno 11, 2003 in Spettacoli da Stefania Martini

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La città di Huè esiste. Si trova al centro di un paese affascinante e tragico, misterioso e povero: il Vietnam.

E’ stata la capitale Imperiale del paese nel XIX secolo, all’epoca della dinastia Nguyen, ed i fasti dei secoli passati sono testimoniati dalla Città Purpurea Proibita e da un intero quartiere di abitazioni tradizionali ancora intatti.

Una cinta di mura racchiude vari palazzi e templi e i quartieri residenziali dei dignitari. Al centro si trova la Città Purpurea Proibita, anch’essa murata, residenza privata dell’imperatore. I suoi palazzi imperiali sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, nel 1993.

Ma Huè è anche altro.

E’ stata al centro dei combattimenti più sanguinosi, più accaniti della guerra che maggiormente ha colpito l’immaginario dell’ultimo Novecento. Alla sua periferia parte la zona smilitarizzata attorno al 17° parallelo, che divideva il Vietnam del Nord, governato dai Vietcong, e il Vietnam del Sud, governato dal governo filo-americano.

Il bellissimo paesaggio, abbellito dall’uomo con templi, mausolei e pagode, le verdissime risaie dove donne con i grandi cappelli di paglia lavorano nel caldo umido opprimente, si alternano a brandelli di giungla bruciata, spazzata via dalle tonnellate di napalm scaricate dagli aerei incursori americani. Ancora oggi nascono bimbi segnati da quelle sostanze chimiche e altri ragazzini saltano ancora in aria a causa delle mine disseminate nella foresta.

E poi uomini che offrono ragazzine a qualche angolo di strada, villaggi sperduti nella giungla, quasi irraggiungibili…

Ballata di Huè Nhung Baì Ca Huè nasce da un’esperienza di viaggio di Dario Buzzolan e riprende alcune tematiche che lo stesso scrittore aveva già affrontato nel suo romanzo “Non dimenticarti di respirare”.

Per la messa in scena di questo diario di viaggio, che si potrebbe definire essenziale, minimalista, Lorenzo Fontana, avvalendosi anche del prezioso contributo del Centro di Studi Vietnamiti di Torino, pone sulla scena due donne, due lingue e due mondi diversi a confronto; Roberta Cortese viene infatti accompagnata, nel dipanarsi del suo racconto, dalla vietnamita Hà-Kim Chi, che già con la sua sola presenza crea suggestioni cariche di tensione emotiva.

Il testo diventa una spirale sincopata, sofferta e al tempo stesso serena, fatta di cose e persone, di istanti arrotolati intorno a un centro ideale: la spoletta di una mina, che dopo decenni ancora spunta dal terreno, seminascosta nell’erba, come appostata, in attesa.

Al testo fa da contrappunto significativo la musica di Andrea Chenna, eseguita dalla Banda Baretti.

Ballata di Huè Nhung Baì Ca Huè

12, 13, 16, 17, 18 Giugno, ore 21.

Cine-Teatro Baretti, via Baretti 4, Torino. Tel. 339-5793957.

Per informazioni: www.cineteatrobaretti.it

e-mail: [email protected]

di Stefania Martini