1972 vs 2002: Marzo

Aprile 21, 2002 in Medley da Redazione

Cronologia 1972 – 2002: Marzo

  • Politica

  • Cronache

  • Esteri

  • Cultura e scienze

  • Spettacoli

  • Gossip

  • … a volte ritornano

  • Segno dei tempi

    Politica

    Verso le elezioni del 7 maggio: prima i candidati, poi i programmi

    «Nella campagna elettorale, quasi tutti i partiti invertono l’ordine logico: prima scelgono i candidati, poi elaborano il programma con il quale chiederanno i voti. (…) E oggi nessuno dei grandi partiti è compatto. Non la dc, che Benedetti può definire senza offendere la verità “una confederazione confessionale di piccoli partiti” (…) né lo è il partito socialista, che prova serie difficoltà a dosare in una lista equilibrata i molti gruppi da Nenni a Lombardi. Neppure il pci è monolitico, malgrado la facciata compatta (…). Persino la socialdemocrazia stenta a trovare un’unità provvisoria tra ferriani e tanassiani (…)»

    [Carlo Casalegno su La Stampa del 12 marzo 1972, p. 1]

    Se il girotondo fa girare la testa a Berlusconi…

    «Alla vigilia della manifestazione dell´Ulivo a Roma e il giorno dopo il varo della legge sul conflitto di interessi alla Camera, la ricusazione dei giudici di Milano da parte di Berlusconi rende ancor più incandescente uno scontro tra maggioranza e opposizione che rischia di trasformarsi in un grave conflitto istituzionale. (…) Sorprendente è, poi, la giustificazione che, in una città retta dal sindaco forzista Albertini, non ci siano le condizioni per un giudizio sereno a causa anche della manifestazione al Palavobis. Non tanto perché comizi e girotondi si potrebbero estendere in altri centri, rendendo l’amministrazione della giustizia, alla stessa stregua, un po´ complicata nella geografia del nostro paese. Ma perché è molto grave che un presidente del Consiglio ritenga una manifestazione pubblica nella seconda città italiana, discutibile nelle motivazioni e nelle forme, ma del tutto legittima, un impedimento così determinante per una sentenza equanime nei suoi confronti in quella città.»

    [Luigi La Spina su La Stampa del 2 marzo 2002, p. 1]

    Gravi scontri a Milano: assalita da gruppi di estrema sinistra la sede del «Corriere»

    «La selvaggia aggressione “teppistica” al Corriere della Sera rappresenta un nuovo e intollerabile attacco alla libertà di stampa, la suprema fra tutte le libertà. I “gruppuscoli” extraparlamentari di sinistra hanno attaccato la sede del giornale nell’ora del più intenso lavoro (…) È un altro motivo di amarezza e di malinconia, in giorni che non sono certo consolanti per l’avvenire della libertà in Italia. La concomitanza, e il reciproco aiuto che si danno gli opposti estremismi, la cosiddetta “maggioranza silenziosa”, ora al servizio del MSI, e i gruppetti di anarchici e maoisti ed estremisti di sinistra, dove la violenza della protesta pseudo-politica si identifica con la provocazione pura e semplice.»

    [Sul Corriere della Sera del 12 marzo 1972, p. 1]

    Terroristi ancora in azione: ucciso Marco Biagi

    «Non sono passati tanti anni, non siamo progrediti come paese, non abbiamo vinto la nostra battaglia di civiltà, se c’è ancora qualcuno che pensa di risolvere i conflitti sociali troncando la vita di una apprezzato economista come Marco Biagi, che ha sostenuto coraggiosamente, l’ultima volta ieri sul Sole 24 Ore, la necessità inderogabile, nel nostro Paese, di cambiare le regole del mercato del lavoro. (…) Quanti pochi progressi ha fatto la nostra democrazia se c’è ancora chi scarica vigliaccamente delle pallottole contro un signore che se ne torna tranquillamente a casa in bicicletta nel centro di Bologna. (…) Biagi era un consulente di un ministro di un governo di centrodestra come D’Antona lo era, nella medesima posizione, di un esecutivo di centrosinistra. Il terrorismo è una minaccia per tutti»

    [Ferruccio De Bortoli sul Corriere della Sera del 20 marzo 2002, p. 1]

    Muore a Segrate l’editore Feltrinelli mentre prepara un attentato

    «La scoperta non poteva essere più clamorosa: sebbene la notizia non sia ancora ufficiale, sembra accertato che l’uomo dilaniato ed ucciso dall’esplosione di una carica destinata a fare saltare un grande traliccio alle porte di Milano sia Giangiacomo Feltrinelli, ricco editore, militante di estrema sinistra.»

    [Sul Corriere della Sera del 17 marzo 1972, p. 1]

    Cronaca di una morte annunciata?

    «A Marco Biagi era stata tolta la scorta cinque mesi fa: e sulla protezione revocata è scontro. Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, con il quale il professore collaborava, accusa il viminale: “Avevo chiesto di restituire la protezione a Biagi. Ci sono anche i documenti, inutile negarlo”. Il ministro degli interni, Claudio Scajola, replica aprendo un’indagine sui prefetti di Roma, Milano, Bologna e Modena, che a loro volta rispondono: questo tipo di ordini viene da Roma.»

    [Sul Corriere della Sera del 22 marzo 2002, p. 1]

    Feltrinelli: una fine assurda, da soldato solitario

    «Questa sera abbiamo di fronte soltanto la fine allucinante di un uomo ricchissimo, insoddisfatto, sempre più perso dietro le sue lucide follie, che si addestra nell’uso dell’esplosivo e parte all’attacco di un traliccio nella notte della campagna lombarda, a poche settimane dalle elezioni politiche, in un momento delicato per il Paese. Una fine assurda, da pazzo soldato solitario.»

    [Giampaolo Pansa su La Stampa del 17 marzo 1972, p. 3]

    Manifestazione a Roma: il ricordo di Biagi, l’articolo 18

    «È il giorno della Cgil. All´appello di Sergio Cofferati, per contrastare il terrorismo e a difesa dei diritti, oggi rispondono a centinaia di migliaia per quella che si annuncia come la più grande manifestazione della storia della Repubblica. Un milione di persone, forse più. Doveva essere una festa. Per dimostrare sul campo la forza del maggiore sindacato italiano, in campo per contrastare la riforma dell´articolo 18, visto come una “diga” a difesa del sistema di garanzie sociali conquistate negli anni `70 dal mondo del lavoro a coronamento di decenni di lotte. (…) L´assassinio di Marco Biagi ha travolto tutti i progetti. Sergio Cofferati spiega che sia il governo che il sindacato non si devono far condizionare dalle azioni dei brigatisti, che il conflitto in corso sull´articolo 18 deve continuare a svilupparsi nelle sue sedi “naturali”: i tavoli negoziali, se c´è accordo, le lotte sociali se l´accordo non c´è.»

    [Roberto Giovannini su La Stampa del 23 marzo 2002, p. 6]

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    Marzo”


    Cronache

    Processo Valpreda: altri indagati

    «Pino Rauti, Giovanni Ventura, Franco Freda sono oggetti d’avvisi di reato per gli attentati del 12 dicembre 1969 a Milano e a Roma: sarebbero responsabili della strage per cui Valpreda e i suoi compagni aspettano d’essere processati. (…) Le indagini sulla morte di Feltrinelli si sono estese ben oltre l’attentato di Segrate, ed hanno consentito di scoprire un mondo torbido di attività terroristiche e sovversive (…) Forse è fantapolitica immaginare una diretta connessione tra gruppuscoli rossi e neri, anche se vari indizi confermano l’esistenza d’incontri e forse di complicità: sono, comunque, alleati di fatto in un’unica attività distruttiva.»

    [Carlo Casalegno su La Stampa del 23 marzo 1972, p. 1]

    Lo sbarco dei mille a Catania: non garibaldini, ma clandestini

    «Le accuse della Lega al governo (di cui anche la Lega fa parte) per come sta gestendo l’emergenza degli sbarchi di clandestini in Italia si spiegano con il disagio politico di Bossi che teme la disaffezione di qualche fetta di elettorato, ma sono comunque inaccettabili: la severità nel reprimere il fenomeno dell’immigrazione clandestina non significa ricacciare in mare i disperati, rifiutarsi di soccorrere bambini disidratati. (…) E vogliamo dire un “grazie” speciale a chi (…) svolge quotidianamente un lavoro non privo di rischi e assai delicato: applicare con rigore la legge mantenendo compassione e rispetto per un’umanità in fuga dalla fame e dalle guerre»

    [Sul Corriere della Sera del 19 marzo 2002]

    Come dovrebbe essere un giornale secondo Giovanni Spadolini, l’ex direttore del «Corriere»

    A Spadolini succederà nella direzione del quotidiano Piero Ottone. Ma ecco cosa scrive Spadolini nel suo discorso di congedo:
    «Credo in un giornale che sia portatore di idee e non mero prodotto industriale, da sottoporre alle astratte leggi di mercati immaginari. Credo in un giornale come strumento di informazione, e non come veicolo di materiali prefabbricati in serie. Credo in un giornale come scelta dell’uomo, e non del computer. E soprattutto credo nell’autonomia e nella dignità della professione giornalistica che non può essere sottoposta a sollecitazioni esterne.»

    [Giovanni Spadolini sul Corriere della Sera del 14 marzo 1972, p. 1]

    Ramallah: ucciso fotografo italiano

    «Pietà l’è morta, come dice la vecchia canzone partigiana. Pietà l’è morta in Terra Santa, anzi nei territori ri-occupati da Sharon (…) Giornata maledetta, ieri: la mitragliatrice d’un carro armato israeliano ha ucciso, a Ramallah, un soldato della notizia: il fotoreporter italiano Raffaele Ciriello, un freelance tra i più attenti e prudenti (…) Non è la prima volta, dicono. È stato così anche in Vietnam, in Afghanistan. È la guerra, dicono. Ebbene, la guerra è lurida non fosse altro perché può trasformare un uomo in Caino.»

    [Igor Man su La Stampa del 19 marzo 2002, p. 1]

    Assolti i progettisti dei “forni” di Auschwitz

    «La corte di assise di Vienna ha mandato oggi assolti Walter Dejaco e Fritz Ertl, gli ufficiali delle SS che il pubblico ministero aveva accusato di partecipazione allo sterminio dei deportati nel campo di concentramento nazista di Auschwitz. (…) È terminato così un dibattimento protrattosi per quasi due mesi nel completo disinteresse dell’opinione pubblica: raramente i giornali austriaci avevano menzionato il processo in corso e moltissime udienze erano avvenute in un’aula dove il pubblico mancava completamente. L’accusa era precisa: Dejaco e Ertl avevano progettato e costruito nel 1942 le quattro camere a gas e i relativi forni crematori di Birkenau, il “campo satellite” di Auschwitz. In sede di processo hanno però sostenuto di non aver mai saputo a quale scopo servissero le costruzioni che avevano progettato e controllato nei lavori di costruzione. (…) Il pubblico ministero aveva definito Dejaco e Ertl “i cervelli” del meccanismo di Auschwitz (…). Gli imputati hanno ribattuto – facendo breccia nel cuore dei giurati – che essi avevano sempre creduto che i loro progetti di ingegneria sarebbero serviti ad opere di abbellimento del campo di sterminio. I due imputati non avrebbero mai visto un morto e avrebbero sempre compiuto passeggiate lungo viali curatissimi di omborsi giardini.»

    [Ettore Petta sul Corriere della Sera dell’11 marzo 1972, p. 5]

    L’ONU sull’ecstasy: non si fa abbastanza

    «Arriva dall’Onu ed è un rimprovero senza sconti: si fa troppo poco per contrastare l’ecstasy. La devastante droga chimica ormai diventata una moda, parte integrante della cultura dei giovanissimi. Quelli che vivono nei paesi più ricchi del mondo e si sentono trendy a sballarsi con le pasticchette colorate. Ma nonostante questo, soltanto il 39% dei governi ha adottato programmi specifici di prevenzione. (…) L’ecstasy e le anfetamine in genere hanno stravolto l’immagine tradizionale dell’abuso di droghe che, un tempo, erano appannaggio di chi era ai margini della società. Con l’ecstasy sono diventate un’abitudine della vita della gioventù più alla moda. E i governi stanno a guardare.»

    [Sul Corriere della Sera del 12 marzo 2002, p. 17]

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    Esteri

    Il piano di Hussein per un nuovo stato palestinese: respinto

    Il re ha proposto la creazione di un “Regno Arabo Unito” costituito da Cisgiordania, Transgiordania e Striscia di Gaza. «La risposta delle organizzazioni guerrigliere palestinesi è stata immediata ed eccezionalmente violenta: un’ulteriore conferma, se ce ne fosse bisogno, che i fedain considerano il monarca come il loro più diretto nemico. Ciò mentre anche Israele ha opposto un sostanziale rifiuto».
    «Questo progetto pone un problema politico di rilevanaza immediata. Yasser Arafat e gli altri capi dei movimenti di guerriglia arabi hanno sempre sostenuto di essere i portavoce di tutti i palestinesi: di quelli che hanno preferito rimanere nei territori occupati da Israele e di quelli che vivono nei campi di profughi, in territorio giordano. Ora, se la popolazione della sponda occidentale accetterà il piano di Hussein (…) gli esponenti politici della nuova federazione diventeranno, agli occhi della popolazione palestinese, detentori di un potere rappresentativo assai più concreto di quello che per cinque anni i guerriglieri non sono mai riusciti ad esercitare. Allo scopo di opporsi all’iniziativa di Hussein, è probabile che i commandos costituiscano ora un governo in esilio quando si riunirà al Cairo, all’inizio di aprile, il congresso nazionale palestinese, sotto l’egemonia di Al Fath. (…) Per quanto il re abbia smentito di prepararsi a un accordo con Israele, sarà certamente questa l’interpretazione che del sup piano verrà data dalla maggior parte degli arabi.»
    «I commentatori politici israeliani sono divisi nella valutazione del piano del re giordano (…)
    . La questione di Gerusalemme, come è stata posta posta in quanto capitale di un ipotetico stato palestinese, sembra destinata a suscitare nuove difficoltà e querele (…)».

    [Sul Corriere della Sera del 16 marzo 1972, p. 1 e 2]

    Il signor “Sharafat” e la guerra in MO

    «Ieri un bambino, un bambino di nove mesi, è stato assassinato a Netanya da un gruppo di palestinesi armati. Oggi un bimbo palestinese che tornava da scuola è caduto colpito da una pallottola sparata da un soldato israeliano a un posto di blocco: il militare temeva che nascondesse un ordigno nello zainetto. Muoiono non perché non esista una via per risolvere la crisi ma, al contrario, muoiono proprio perché quella via esiste e qui tutti la conoscono molto bene. Ogni israeliano che incontri per strada sa qual è la soluzione ed esattamente lo stesso vale per qualsiasi palestinese. Persino i signori Sharon e Arafat conoscono la soluzione, che è quella della pace tra due Stati fondata sulla partizione della regione su base demografica.(…) Tanto che l’intera dinamica storica del conflitto in Medio Oriente diventa ostaggio delle loro paure, del loro immobilismo. Un giorno, quando l’ accordo di pace per la creazione di due Stati paralleli sarà raggiunto e un ambasciatore palestinese presenterà le credenziali al presidente di Israele nella parte occidentale di Gerusalemme mentre l’ambasciatore israeliano presenterà le sue al presidente palestinese a Gerusalemme est, noi tutti dovremo ridere. Ma ridere versando lacrime amare e chiedere a noi stessi perché mai abbiamo avuto bisogno di così tanto tempo: perché abbiamo dovuto versare inutilmente tanto sangue innocente? Soltanto le madri e i padri dei bambini morti non rideranno con noi, saranno preoccupati a chiedere le stesse domande al “signor Sharafat”.»

    [Lo scrittore israeliano Amos Oz, sul Corriere della Sera dell’11 marzo 2002, p. 1]

    Irlanda: scade la tregua, riprendono gli attentati

    «La guerriglia è ripresa più furiosa che mai in tutta l’Iranda del Nord, quando a mezzanotte è scaduta la tregua di tre giorni proclamata dai “provisionals” dell’Ira. Nella notte, è divampata una battaglia a Londonderry, con due morti. A Belfast, Strabane e Lisburn si sono avuti quattordici attentati.»

    [Su La Stampa del 15 marzo 1972, p. 1]

    Safya è salva, ma le altre?

    «Safiya Husseini non verrà lapidata. E’ stata assolta da una corte d’appello dello stato nigeriano di Sokoto, dopo che il suo caso aveva assunto rilevanza internazionale. Ma nello stesso giorno un’altra corte di diritto islamico ha processato una seconda donna, di cui non si conosce il nome: uguale il reato, l’adulterio, uguale la pena: la morte per lancio di pietre.»

    [Su la Repubblica del 25 marzo 2002]

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    Cultura e scienze

    «L’informatica, rivoluzione totale», di Daniel Garric

    «Informatica è un termine recente, coniato proporio in Francia, per designare quel sempre più articolato complesso di attività che gravitano intorno al trattamento automatico dell’informazione, ossia agli elaboratori (o calcolatori) elettronici. Le conclusioni del libro sono già anticipate dal sottotitolo: l’informatica è una rivoluzione totale non solo per quello che i calcolatori hanno mostrato di poter fare ma per quello che essi, in qualche modo, ci hanno “insegnato” a fare (…).»

    [Sul Corriere della Sera del 29 marzo 1972, p. 17]

    Antartide: si scioglie un iceberg grande come la Valle d’Aosta

    «”Una catastrofe annunciata”. Così gli scienziati definiscono il monumentale crollo, a causa dell’effetto serra, di una piattaforma glaciale grande quanto la Valle d’Aosta. Che è letteralmente andata in frantumi in poco più di un mese sul versante orientale dell’Antartide e ora naviga alla deriva nel mare di Weddell, sbriciolata in migliaia di iceberg. (…) La piattaforma è la Larsen-B: 720 miliardi di tonnellate di ghiaccio e 220 metri di spessore su una superficie di 3250 chilometri quadrati. Sono bastati 34 giorni perché la formazione, vecchia di 12 mila anni, si schiantasse in mare.»

    [Alessandra Farkas sul Corriere della Sera del 20 marzo 2002, p. 20]

    Decolla la sonda «Pioneer 10». Meta: Giove

    «La felice e suggestiva partenza di Pioneer 10, che con la sua scia di fuoco, l’altra notte, ha solcato il cielo di Capo Kennedy – destinazione Giove e Galassia -, costituisce l’entusiasmante fase preliminare di un’impresa da sogno. È la prima volta, infatti, nella storia dell’Universo, che una macchina creata dal cervello e dalle mani dell’uomo percorre le vie del cosmo su una strada le cui mete sono l’infinito e l’eternità: un viaggio che fino ad oggi era stato disegnato soltanto dalla fantasia. (…) Già al momento della partenza, il Pioneer 10 è stato spinto ad una velocità mai raggiunta prima (oltre 50 mila chilometri orari), perché sfuggisse subito al laccio gravitazionale della Terra. (…) Mentre i calcolatori di Terra, in costante collegamento via radio, con gli strumenti del Pioneer stanno valutando al millesimo la traiettoria che l’ordigno percorre, alla NASA ci si prepara, per la giornata di martedì, ad inviare al fantastico robot i telecomendi perché esso – se ne sarà il caso – provveda a correggere il suo cammino.»

    [Giancarlo Masini sul Corriere della Sera del 5 marzo 1972, p. 5]

    A Padova rivive Giotto nella cappella degli Scrovegni

    «È stato un lungo giorno, quello di ieri, per la Cappella degli Scrovegni di Padova: il giorno in cui il capolavoro di Giotto è stato riconsegnato ufficialmente alla città e al mondo intero dopo otto mesi di restauri che hanno cancellato in buona parte i danni dell’umidità, dell’inquinamento e di precedenti interventi. Il capolavoro di Giotto è costituito da 900 metri quadrati di affresco diviso in 103 riquadri (…). La cappella fu affrescata dall’artista mugellese in 850 giorni, su commissione di Enrico Scrovegni, banchiere il cui padre verrà cacciato da Dante nel girone infernale degli usurai.»

    [Sul Corriere della Sera del 19 marzo 2002, p. 23]

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    Spettacoli

    Il ritorno di Mina in TV

    «Prende il via stasera, sul primo canale, Teatro 10, spettacolo musicale condotto, come la scorsa edizione, da Alberto Lupo che avrà al suo fianco Mina, che ritorna su video dopo quattro anni di assenza. Ospite fissa di ogni puntata, la cantante esegue una canzone quasi sempre nuova o recentissima (questa sera la canzone è Grande, grande, grande) e una fantasia di successi del passato. Partecipa alla puntata odierna Johnny Dorelli (…). Tra gli altri ospiti della trasmissione vi sono due complessi stranieri: i Bee Gees e i Poppys formato, quest’ultimo, da 17 ragazzi francesi dagli otto ai quattordici anni.»

    [Sul Corriere della Sera dell’11 marzo 1972, p. 13]

    Benigni a Sanremo: una risata li seppellirà…

    «Lo psicodramma che per una settimana ha distolto l’Italia da più serie occupazioni si consuma in una manciata di minuti. Alle 22,30, appena terminata la partita Inter-Juve, Roberto Benigni irrompe sul palco dell’Ariston, al ritmo di una marcetta, saltellando stralunato. E quando lascia il palco, alle 22,56, è un trionfo. Il giullare ha stravolto, come sempre i giullari, il senso comune e le aspettative banali, e il suo saluto finale, rivolto a Berlusconi, è l’apoteosi dello stravolgimento: “A lei, Presidente, auguro che quando noi si va a letto, lei agisca in modo da sentirci orgogliosi di essere italiani”, e se ne esce tra gli applausi di politici, spettatori, giornalisti, e di un raggiante Pippo Baudo. Si aspettavano un monologo incendiario? E l’hanno avuto. Ma bruciante d’amore, non di politica.»

    [Gabriele Ferraris su La Stampa del 10 marzo 2002]

    Esce «Roma» di Fellini

    «È uscito ieri, nelle principali città italiane, il nuovo film di Federico Fellini, Roma, costato (si dice) all’incirca due miliardi e fortunatamente arrivato in porto dopo le traversie subite in fase di lavorazione per il noto dissensoo di Giuseppe Pasquale, a suo tempo indicato tra i principali finanziatori (…). Quasi tutto costruito in teatro di posa, interpretato da attori sconosciuti (…), Roma è un album autobiografico così carico di stimoli che non sarà facile disfarsene. Può piacere meno di altre opere di Fellini, può tradire (…) persino una certa stanchezza d’ispirazione, ma offre una chiave festosa per capire che Roma, in realtà, non esiste: è quella che ognuno si inventa, e più generosa si offre a chi meglio la sposa ai propri fantasmi.»

    [Giovanni Grazzini sul Corriere della Sera del 17 marzo 1972, p. 13]

    La notte degli Oscar : orgoglio nero

    «Per la prima volta nella storia dell’Oscar sono neri sia “il miglior attore” sia “la migliore attrice” protagonisti (Denzel Washington e Halle Berry, N.d.r.) E, per fare l’en plein, l’Academy ha anche assegnato un premio alla carriera a Sidney Poitier che (…) ha voluto ringraziare i “registi americani visionari” che hanno reso possibile questo cambiamento: tutti ebrei liberal come Joseph Mankiewicz, Darryl Zanuck, Stanley Kramer e Norman Jewison»

    [Alessandra Farkas sul Corriere della Sera del 26 marzo 2002, p. 41]

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    Gossip

    Nozze aristocratiche per la nipote di Franco

    «Nella cappella del Pardo, presidiato da ingenti forze di polizia, ad evitare spiacevoli incidenti, María Carmen Martinez Bordiú, nipote prediletta del generalissimo Franco, ha sposato oggi uno dei più bei nomi dell’aristocrazia europea, Alfonso di Borbone y Dampierre, primo cugino del principe Juan Carlos di Borbone, attuale pretendente al trono di Spagna»

    [Sul Corriere della Sera del 9 marzo 1972, p. 17]

    Inghilterra in lutto: muore la regina madre

    Elisabetta Bowes-Lyon, regina madre d´Inghilterra, è morta ieri pomeriggio a Windsor. Nata nel 1900, quando sul trono di Londra sedeva la regina Vittoria, Elisabetta avrebbe compiuto 102 anni il prossimo agosto. Già sofferente da Natale per un´infezione bronchiale, aveva subito un duro colpo a febbraio, quando era morta la figlia minore Margaret. Con lei scompare il membro della famiglia reale britannica più amato in questi ultimi decenni.

    Moda: ecco gli occhiali da sole del 1972

    «Grandi, sempre più grandi, grandissimi: così gli occhiali per l’estate. Hanno forme fantasiose e per lo più geometriche, montature di colori scuri e brillanti – blu smalto, rosso ciliegia, marrone iridescente, verde smeraldo – e lenti appena “fumé” che riparano dalla luce e dal riverbero ma lasciano vedere gli occhi ben truccati»

    [Sul Corriere della Sera del 28 marzo 1972, p. 15, dalla rubrica “Il mondo della donna”]

    Carmelo Bene: addio alle scene

    «”Si comincia a morire quando si nasce”: una delle tante frasi con cui Carmelo Bene denunciava il suo male di vivere. Per sua volontà, ora, nessun funerale si svolgerà: la sua salma verrà oggi cremata e l’ urna con le ceneri trasferita a Santa Cesarea Terme (Lecce), nella tomba di famiglia. (…).Ciampi: “La scomparsa di Carmelo Bene priva il mondo del teatro di un attore e di un regista di prorompente vitalità e di straordinario talento drammatico. Con le sue provocazioni e la costante ricerca ha scoperto e riletto tradizioni teatrali italiane ed europee. Sempre lontano da facili manierismi, ha scosso le coscienze”».

    [Emilia Costantini sul Corriere della Sera del 18 marzo 2002]

    Le nozze lampo di Mike Bongiorno

    «Mike Bongiorno è partito ieri con la terza moglie Daniela Zuccoli – ormai si è deciso a confermare pubblicamente questa notizia e l’altra, davvero inattesa, che c’è anche un bebé in attesa – per una breve vacanza all’isola di Vulcano, dove si trova la sua villa. (…) L’euforia, il clima, non hanno impedito a Bongiorno di restare tuttavia abbottonatissimo sul luogo e sulla data delle nozze segrete. (…) Daniela, con amabile franchezza ha voluto precisare che la data di nascita del bambino non c’entra: “Michelino nascerà di nove mesi, non sarà un settimino di comodo.»

    [Vincenzo Bonassisi sul Corriere della Sera del 31 marzo 1972, p. 14]

    Galatasaray: calciatori o pugili?

    «Il ministro degli Esteri turco Ismail Cem ha definito fascista la polizia italiana, accusandola di aver picchiato i santarellini del Galatasaray al termine della partita di rollerball con la Roma. Siamo alle solite: nel racconto delle presunte vittime, i nostri poliziotti sono degli schizofrenici assetati di sangue che senza alcun motivo si scagliano contro passanti innocui per riempierli di legnate. (…) Forse il signor ministro aveva un disturbo nel televisore. Altrimenti avrebbe potuto ammirare l’immagine del dirigente del Galatasaray che prima prende un celerino per il collo e poi si parcheggia le mani dietro la schiena come se fosse lì per caso. (…) Quanto al fascismo, il ministro turco farebbe meglio a cercare ispirazione in casa propria o poco più in là. Magari a La Mecca, dove la polizia religiosa – bloccando le uscite – ha appena lasciato morire abbrustolite 15 ragazzine nell’incendio della loro scuola perché al momento della tragedia non avevano indosso il velo.»

    [Massimo Gramellini su La Stampa del 15 marzo 2002, p. 1]

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    … a volte ritornano

    Censure da sinistra

    «Dario Fo e “La Comune”, un circolo culturale bolognese che si rifà alle posizioni della cosiddetta sinistra di classe, hanno denunciato oggi pomeriggio la “censura politica” che l’amministrazione comunale di Bologna e altre amministrazioni rosse starebbero esercitando contro uno spettacolo messo in scena appunto dal collettivo teatrale di Fo, Morte e Resurrezione di un pupazzo. Lo spettacolo (…) ha il torto, agli occhi degli amministratori comunisti, di portare una vivace critica (ovviamente da sinistra) al “riformismo” comunista, alla linea togliattiana del partito; critica che ha l’ulteriore colpa di venire proposta in un momento pre-elettorale.»

    [Sul Corriere della Sera del 10 marzo 1972, p. 7]

    Censure da destra

    «Non c’è pace per Benigni a Sanremo. Prima gli attacchi della maggioranza che non voleva il comico toscano sul palco dell’Ariston perché troppo di sinistra, poi l’iniziativa lanciata dal direttore del “Foglio”, Giuliano Ferrara. Un boicottaggio a colpi di uova marce e fiori freschi. E quale sarebbe la colpa di Benigni? Aver violato la par condicio televisiva alla vigilia delle elezioni del 2001 a favore del centrosinistra. “Benigni è un campione di illegalità anche se travestito da comico governativo – dice Ferrara – . La sua ultima impresa fu quando il centro sinistra era al governo e comandava alla Rai e lui andò a fare una cosa illegale, due giorni prima delle elezioni, in chiusura della campagna elettorale: andò a dire abbasso Berlusconi.»

    [Su la Repubblica del 6 marzo 2002]

    L’emancipazione femminile in Cina

    «(…) l’emancipazione femminile in Cina ha fatto enormi progressi negli ultimi cinquant’anni. Basta passeggiare per i giardini del Palazzo d’Estate, a Pechino, per rendersene conto: è facile imbattersi in anziane signore che camminano saltellando, rivelando così di essere state sottoposte alla barbara usanza della fasciatura dei piedi. Oggi neppure nelle campagne si vendono più le ragazze in matrimonio, le spose bambine sono scomparse da un pezzo e il concubinaggio è soltanto un ricordo. L’emancipazione, però, ha un riflesso negativo. Le donne sono andate a lavorare nei campi e in fabbrica, ma nessuno le ha sostituite nelle faccende domestiche e nella cura dei figli: la fatica si è moltiplicata, anche se è aumentata l’indipendenza economica».

    [Pietro Sormani sul Corriere della Sera del 15 marzo 1972, p. 5]

    Donne in carriera? Meglio fare le mamme

    «Le neomamme americane pensano prima ai figli poi alla carriera. Dall’ultimo censimento si ricava che è in aumento il numero delle donne che non lavora durante la gravidanza e nei primi mesi dopo il parto. In 25 anni è il primo calo registrato nell’occupazione tra le neomamme. La tendenza a stare più vicine ai loro bambini piuttosto che tornare al più presto al lavoro è significativa anche perché negli Stati Uniti il “congedo di maternità” e l’aspettativa non sono previsti. Tra i motivi del ritorno alla famiglia c’è anche, secondo un sondaggio, la constatazione di essere cresciute con madri di successo, ma eternamente frustrate.»

    [Sul Corriere della Sera del 13 marzo, p. 1]

    Il “libro bianco” del CNR sull’ambiente

    «Finalmente, dopo un’attesa di anni, abbiamo il “libro bianco” sulla distruzione della natura in Italia: è un volume di quattrocento pagine, che contiene il contributo di una quarantina di specialisti, pubblicato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (…) Un po’ tutti gli aspetti dello sfacelo del “Bel Paese” vi sono trattati: inquinamento dell’aria e delle acque, sconvolgimento del suolo, distruzione del paesaggio, speculazione edilizia, saccheggio dei parchi nazionali, sfruttamento idroelettrico, sterminio della fauna, mancanza di istituzioni adeguate, carenze nel campo della ricerca e dell’insegnamento, vuoto legislativo.»

    [Antonio Cederna sul Corriere della Sera del 16 marzo 1972, p. 5]

    Protocollo di Kyoto: sì dall’UE, non dagli USA

    «I ministri dell’ambiente dell’Unione Europea hanno deciso ieri di dare il via libera definitivo alla ratifica del protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. (…) L’ amministrazione Bush ha comunicato che gli Stati Uniti non ratificheranno l’accordo. La Casa Bianca ha lanciato il mese scorso un contro-piano per la riduzione dei gas a effetto serra che però l’Unione Europea considera assolutamente insufficiente. “Con il piano presentato da Bush – ha spiegato ieri la commissaria europea all’ ambiente, Margot Wallstrom – le emissioni negli Stati Uniti potrebbero aumentare fino al 33%”. Proprio in questi giorni il gruppo di esperti intergovernativi sull’evoluzione del clima (Ipcc), che raccoglie duemila scienziati di tutto il mondo, ha rilanciato l’allarme per l’effetto serra denunciando che, senza una radicale riduzione delle emissioni, entro la fine del secolo la temperatura del pianeta potrebbe aumentare di 5,8 gradi. In questo caso lo scioglimento dei ghiacci polari determinerebbe un aumento del livello degli oceani di 80 centimetri sommergendo numerose zone costiere.»

    [Sul Corriere della Sera del 5 marzo 2002]

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    Segno dei tempi

    La Rai ci riprova con la telepatia: 15.000 lettere di risposta a tre “messaggi” via etere

    «(…) Non è la prima volta che la Rai si avventura nella “metapsichica”, come si chiamava un tempo la parapsicologia: nel 1949, anzi, e con assai maggiore ardimento di quanto non abbia dimostrato in seguito, dedicò a esperienze di telepatia, chiroveggenza e psicocenesi ben diciassette trasmissioni, e senza farsi intimidire dal brutto numero. La rubrica si chiamò Mezzanotte e andò in onda, all’ora appunto dei fantasmi (…) Ma tutte insieme le diciassette trasmissioni non produssero neanche la metà delle risposte pervenute oggi dopo un solo annuncio ai microfoni di 3131. Questo per dire quanto gli orecchi oggi siano più attenti a proposte del genere. Le immagini trasmesse l’11 febbraio scorso erano: un nudo di donna ma con una grande foglia d’edera al posto della testa, e tutto di un rosso vivo; due mani che si aggrappano a un lenzuolo (ma le mani scure spiccano sul bianco del lenzuolo), una testa di Pierrot la cui faccia infarinata è di un bianco luminoso. “Ho aperto a caso ma con una certa circospezione una delle quindicimila lettere. Nel primo messaggio il mittente diceva di avere visto “una bambola con fiori”, nel terzo messaggio un paesaggio invernale, forse una distesa di neve (il candore della faccia di Pierrot?); la seconda risposta mi parve in un primo momento del tutto sballata: aveva visto montagne. Ma poi ho riesaminato quelle due mani che stringono il lenzuolo e mi sono accorto che sfumando i contorni come si ottiene allontanando il quadro e socchiudendo gli occhi, e grazie al contrasto dei colori, le masse scure e accidentate delle mani sulla distesa chiare del lenzuolo possono far pensare a una montagna” (il dottor Piero Cassoli, direttore del centro di studi parapsicologici di Bologna, n.d.r.)»

    [Silvano Villani sul Corriere della Sera del 5 marzo 1972, p. 5]

    Internet divide: l’appello del papa

    (…) con la presentazione di due documenti dedicati alla rete, la Santa Sede è entrata ufficialmente nel mondo delle nuove tecnologie. Con una serie di elogi, ma anche di avvertimenti e dubbi. Internet, fonte di potenziali benefici per i popoli e le persone, può diventare un´arma potente dei ricchi contro i poveri, delle nazioni forti contro quelle deboli, non solo dei regimi totalitari ma anche di chi controlla anche il potere democratico con la ricchezza. (…) I responsabili del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali hanno richiamato la necessità di creare leggi e impegni precisi affinchè la rete non diventi «una incontrollabile, ulteriore fonte di diseguaglianza e discriminazione». (…) C´è un “digital divide” una nuova forma di discriminazione che attraversa il mondo, separandolo in ricchi e poveri. Il Vaticano esprime «preoccupazione» per le dimensioni culturali del fenomeno Internet, quando le tecnologie «contribuiscono a inculcare un insieme di valori culturali e modi di pensare sui rapporti sociali, sulla famiglia, sulla religione, sulla condizione umana, il cui fascino e la cui novità possono sfidare e schiacciare le culture tradizionali». E condanna l’imposizione – complice la Rete – della «cultura secolare occidentale a persone e società che in molti casi non sono in grado di valutarli e confrontarli».

    [Marco Tosatti su La Stampa del 1 marzo 2002, p. 13]

    Nasce il politically correct: i negri sono diventati neri

    «George Corley Wallace (è) il governatore dell’Alabama, lo Stato del profondo Sud in cui sono forse più vivi i contrasti razziali. Wallace si staccò dai democratici per formare un terzo partito a sfondo segregazionista. (…) Oggi Wallace ritenta l’avventura, ma per ora tenta una tattica diversa: si offende se qualcuno osa chiamarlo nemico dei negri. (…) Chiama ormai blacks (neri) la gente di colore, come fanno tutti i progressisti americani, ed evita con cura il termine niggers (negri) che in inglese ha un significato spregiativo.»

    [Gianfranco Piazzesi su La Stampa del 14 marzo 1972, p. 3]

    Embrioni e ricerca: un appello laico

    «È firmato dal premio Nobel Rita Levi Montalcini e dall’oncologo Umberto Veronesi, ma anche dai responsabili dei maggiori gruppi italiani universitari di embriologia medica. È un documento (…) che fa da contraltare tecnico a quello citato dal Papa in occasione della “Giornata della vita”. (…) Da qui è nato il nuovo manifesto promosso da quelli che “l’embrione lo studiano e lo conoscono veramente” (…). L’inizio della vita dell’individuo non può essere fissato al concepimento. E fino al 4°-5° giorno prima che si impianti nell’utero, il prodotto del concepimento è un ammasso indifferenziato di cellule.»

    [Margherita De Bac sul Corriere della Sera del 4 marzo 2002]

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    di Carola Casagrande