1972 vs 2002: Febbraio

Marzo 12, 2002 in Medley da Redazione

Cronologia 1972 – 2002: Febbraio

  • Politica

  • Cronache

  • Esteri

  • Cultura e scienze

  • Spettacoli

  • Gossip

  • … a volte ritornano

  • Segno dei tempi

    Politica

    Colombo rinuncia all’incarico

    «Il presidente della Repubblica (Leone, N.d.r.) ha ricevuto questa sera alle 22,30 al palazzo del Quirinale l’onorevole Emilio Colombo il quale ha declinato l’incarico di formare il nuovo governo.»

    [Luigi Bianchi sul Corriere della Sera del 2 febbraio 1972, p. 1]

    Le corna del Presidente

    «Tutto rigorosamente vero: Silvio Berlusconi ieri ha fatto le corna al ministro degli Esteri spagnolo, poi s’è levato una scarpa in pubblico, infine ha fatto il gesto di tagliar corto al presidente della Commissione europea, Romano Prodi. (…) Le corna sono comparse durante la foto di gruppo, mentre i ministri degli esteri dei Quindici si mettevano in posa sulla scalinata che mena al Palazzo comunale di Caceres, cittadina dell’Estremadura nota per le sue cicogne. Berlusconi sceglie, strategicamente, il gradino più alto.»

    [Su La Stampa del 9 febbraio 2002, p. 5]

    L’unità sindacale e i rapporti con la politica

    «È vero che i sindacalisti comunisti della CGIL accetteranno di riproporre la loro candidatura al comitato centrale del partito comunista – di prossima elezione – e ad altri organi dello stesso partito? “È vero” ha risposto il segretario generale della CGIL Lama (comunista), lasciando di stucco i maggiori esponenti delle altre due confederazioni dei lavoratori (CISL e UIL), convenuti questa mattina in un albergo cittadino per “la prima conferenza-stampa unitaria”. La risposta-bomba di Lama ha praticamente annullato, in una frazione di secondo, le assicurazioni che da mesi i dirigenti della CGIL davano ai colleghi della CISL e della UIL (…) sulla autonomia del sindacato dai partiti politici e sulla incompatibilità fra cariche politiche e sindacali.»

    [Silvano Revelli sul Corriere della Sera del 2 febbraio 1972, p. 1]

    Sindacati (quasi) uniti sull’articolo 18

    «D’ Amato, Cofferati, Pezzotta, Angeletti. Uno dopo l’ altro arrivano i “no” all’ ipotesi sull’ articolo 18 (procedure sui licenziamenti) avanzata due giorni fa dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il prem ier aveva suggerito di cancellare la possibilità di ricorso al giudice e di concedere, invece, un indennizzo di 24 mensilità al dipendente licenziato. Sindacalisti e imprenditori, riuniti a Torino nel convegno organizzato dall’ Unione industriali, ha nno bocciato senza appello l’ idea, costringendo prima il ministro del Welfare Roberto Maroni e poi il vice premier Gianfranco Fini a precisare che il governo vuole lasciare campo libero al confronto. Maroni ha comunque rilanciato il dialogo con quel la che molti, ma non Cofferati, hanno interpretato come un’ apertura (…)»

    [Sul Corriere della Sera del 24 febbraio 2002]

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    Cronache

    Processo Valpreda

    «“Se il processo deve farsi, voglio che si faccia subito, a Roma”: così ha detto Valpreda ai suoi difensori e con lui si sono schierate la madre, la sorella, la nonna, la zia Rachele. Le quattro congiunte dell’imputato numero uno della strage di Piazza Fontana sono pronte, anch’esse, ad affrontare il giudizio della corte di assise di Roma.»

    [Roberto Martinelli sul Corriere della Sera del 27 febbraio 1972, p. 5]

    Bomba al Viminale

    «Nella notte il centro di Roma è scosso da un attentato dinamitardo vicino al Viminale. Cinque cassonetti sono stati divelti da una esplosione avvenuta intorno alle 4,30 in via Palermo all’angolo di via Venezia, una strada che costeggia il ministero degli Interni. Lo scoppio ha danneggiato alcune auto, bruciato due motorini e mandato in frantumi le vetrine di alcuni negozi. L’attentato viene giudicato dagli investigatori di alto effetto dimostrativo e concepito per provocare danni consistenti, anche in considerazione della notevole quantità di esplosivo utilizzata. Non si fanno ipotesi sui possibili attentatori anche se il materiale usato fa pensare più ad una pista politica interna che non al terrorismo internazionale.»

    [Su la Repubblica del 26 febbraio 2002]

    Olimpiadi invernali di Sapporo

    «L’Olimpiade bianca è diventata azzurra: la rappresentativa italiana si è risvegliata dal lungo sonno, e ha conquistato due medaglie d’oro. Gustavo Thoeni, ventunenne ma già fra i più grandi sciatori d’ogni tempo, è il nuovo campione olimpionico dello slalom gigante (…). Ed all’insegna del coraggio è venuta anche la seconda medaglia d’oro della giornata, quella dello slittino, vinta dalla coppia Hildgartner-Plaikner, composta da due carabinieri, scesi a vertiginosa velocità fra due bianche pareti di ghiaccio, a parità di tempo con un equipaggio tedesco con cui hanno poi diviso il trionfo.»

    [Sul Corriere della Sera dell’11 febbraio 1972, p. 16]

    Olimpiadi invernali di Salt Lake City

    «Festa continua per Stefania Belmondo. La trionfatrice della 15 km di fondo ha ricevuto a Casa Italia l´abbraccio dei vertici sportivi (in testa Petrucci e Pescante) ma soprattutto degli atleti italiani che hanno voluto celebrare la straordinaria medaglia d´oro conquistata dalla piemontese ai Giochi americani. La prima in assoluto, la più bella per Stefy. Tra gli altri, l´hanno festeggiata Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio, i pattinatori che inseguono a loro volta un oro prestigioso. La Belmondo ha annunciato che proseguirà a gareggiare almeno fino ai Mondiali del prossimo anno in Val di Fiemme: “Poi mi dedicherò ai giovani, spiegherò loro come si vince nello sport senza barare”».

    [Su La Stampa dell’11 febbraio 2002, p. 17]

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    Esteri

    Irlandesi VS Inglesi: chi è il più oltranzista?

    «La crisi irlandese sta toccando il suo apice. A quarantott’ore dalla “marcia” su Newry (la grande manifestazione che 20 mila cattolici terranno in questa cittadina di frontiera) l’atmosfera è già estremamente nervosa. Newry è circondata di truppe inglesi e dell’Ulster Defence Regiment in tenuta da battaglia (…) Da una parte e dall’altra del confine emergono intanto atteggiamenti sempre più oltranzisti. Il ministro della difesa inglese sembra deciso ad inviare (…) quel primo battaglione del primo reggimento paracadutisti che a Londonderry aprì
    il fuoco sulla folla uccidendo tredici persone. (…) A Dublino, nel frattempo, è stato chiesto in Parlamento che le truppe della repubblica vengano schierate sul confine, pronte ad intervenire qualora i soldati inglesi dovessero tirare sui manifestanti cattolici.»

    [Sandro Viola su La Stampa del 5 febbraio 1972, p. 11]

    Processo a Milosevic

    «Con il tentativo di difendersi politicamente, non riconoscendo la legittimità del Tribunale, Milosevic vuole rievocare il proprio ruolo di pluriennale interlocutore dell’ Occidente e impedire che i giudici lo considerino soltanto un serial killer. La Norimberga balcanica, perché tale sia, dovrebbe invece essere sia giudiziaria, come vogliono i giudici, sia politica, come vorrebbe Milosevic. Non dovrebbe limitarsi alla ricostruzione poliziesca dei delitti, ma affrontare la genesi dei delitti stessi. Per punire il massimo responsabile dei massacri, ma anche per rivederli nel contesto politico, individuando complicità e responsabilità nella ex Jugoslavia e internazionali.»

    [Massimo Nava sul Corriere della Sera del 13 febbraio 2002]

    Nixon in Cina

    «Con perfetta regia, i leaders cinesi hanno già dato a Nixon, agli americani e al mondo, du indicazioni precise. La freddezza e la brevità del cerimoniale con cui il Presidente degli stati Uniti è stato accolto all’aeroporto di Pechino erano intese a mettere in evidenza quanto resti profondo il baratro che ancora divide i due paesi (…). invece il sollecito incontro tra Nixon e mao, avvenuto già nel pomeriggio, e la cordialità che si è notata durante il banchetto nella Grande Sala del Popolo, hanno corretto le prime impressioni. In questa occasione è apparso chiaro che anche i leaders cinesi attribuiscono alla mossa di Nixon tutta l’importanza che merita e sperano di trarne positivi risultati, seppure a lunga scadenza.»

    [Gianfranco Piazzesi su La Stampa del 22 febbraio 1972, p. 1]

    Bush in Asia

    «Lotta al terrorismo e stabilità economica sono le priorità con le quali il presidente americano, George Bush, inizia oggi un viaggio in Asia di sei giorni che lo porterà a fare tappa in Giappone, Corea del Sud e Cina. Bazaar di missili. Il confronto con l’Asse del Male è in cima all’agenda del viaggio asiatico già in programma lo scorso settembre ma poi rimandato dopo l’attacco terroristico contro New York e Washington. A Tokyo e Seul Bush affronterà la seconda fase della guerra al terrorismo (…) La prima tappa di Bush, domenica, sarà a Tokyo, e l’ultima, giovedì, a Pechino, dove arriverà nel 30° anniversario dello storico viaggio con cui il presidente Richard Nixon inaugurò rapporti diretti.»

    [Su La Stampa del 16 febb 2002, p. 11]

    Praga censura i giornalisti italiani

    «Tre nuovi episodi riguardanti giornalisti italiani denunciano la grave situazione interna della Cecoslovacchia. Ferdinando zidar, giornalista dell’«Unità», è stato espulso dal Paese; Demetrio Volcic, corrispondente da Praga della radiotelevisione italiana, è stato sottoposto, insieme con la moglie, mentre era in viaggio per Vienna, a perquisizione personale e ha subito la confisca di giornali, articoli e libri; a tre dirigenti della Federazione nazionale della stampa italiana (Alessandro Curzi, Luigi Barzini, Antonino Fava) è stato rifiutato il visto di ingresso in Cecoslovacchia. La stessa Unità di oggi definisce un “assurdo provvedimento” l’espulsione di Zidar, (…) che ha respinto le accuse e ha negato recisamente di avere svolto attività che possano essere definite “antistatali”. L’organo del partito comunista italiano si è rivolto pertanto alla segreteria dell’organizzazione internazionale dei giornalisti perché manifesti la sua protesta “verso le autorità di sicurezza che sono responsabili dell’episodio”, facendo notare peraltro come Zidar sia iscritto e militante nel partito comunista dal 1938 e sia stato incarcerato dai fascisti e deportato dai nazisti a Buchenwald.»

    [Sul Corriere della Sera del 10 febbraio 1972, p. 7]

    Linciato il ministro dei trasporti afghano

    «Linciato da una folla di pellegrini infuriati, che temevano di non arrivare in tempo alla Mecca: così, assurdamente, è morto all’ aeroporto di Kabul il ministro del Trasporto aereo e del Turismo del governo provvisorio a fghano, Abdul Rahman. Secondo la ricostruzione fatta dalla televisione del Qatar Al Jazira, a scatenare la furia dei pellegrini sono state voci secondo cui il ministro aveva annullato un volo di fedeli afghani, che da giorni aspettavano di partire pe r l’ Arabia Saudita, per poter invece partire lui per l’ India insieme alla sua famiglia. Mentre stava per imbarcarsi su un aereo diretto a New Delhi, Abdul Rahman è stato circondato da una folla inferocita e quindi percosso a morte.»

    [Sul Corriere della Sera del 15 febbraio 2002]

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    Cultura e scienze

    Il test di gravidanza portatile

    «È in vendita, in tutte le farmacie, un minuscolo laboratorio di analisi destinato alle donne in età feconda. Una scatoletta che sostituisce – con la differenza di essere assai più attendibile – l’antica sfera di cristallo delle streghe. Ha il nome allusivo di Predictor; è capace di dire alla donna in ansia se aspetta un figlio, oppure se la sua speranza (o paura secondo i casi) non ha ragione di essere. Tempo due ore; prezzo lire 2900.»

    [Gabriella Poli su La Stampa del 18 febbraio 1972, p. 13]

    La grammatica universale

    «E’ da tempo che Noam Chomsky, celebre linguista statunitense, sostiene che le strutture del linguaggio sono innate. Ora un suo allievo, Mark Baker della Rutgers University, indica che non soltanto alcune regole grammaticali sono innate ma che esiste anche una gerarchia sulla cui base viene regolato l’ apprendimento linguistico. (…) si può pensare a una serie di interruttori prefissati dai geni: se nel corso dello sviluppo un bambino impara un linguaggio particolare, scatta un interruttore che privilegia un certo circui to di diversi interruttori – e di regole linguistiche – piuttosto di altri.»

    [Alberto Oliverio sul Corriere della Sera del 10 febbraio 2002]

    Rumori, sordità e previsioni per il Duemila

    Yves Martin, «questo “ministro della guerra contro i rumori”, come l’ha chiamato il “Figaro”, è già entrato in azione. Partendo dal concetto che non si tratta affatto di un danno da accettare supini sull’altare del progresso, il signor Martin sta preparando una scala di livelli massimi tollerabili di rumore, aggravando le le sanzioni per chi li supera. (…) In Italia siamo ancora al preallarme. In partica l’unico documento ufficiale è costituito dal rapporto della “Commissione speciale del Senato per i problemi ecologici” presentato a Palazzo madama il 18 gennaio. (…) La (…) diagnosi è allarmante: abbiamo superato ogni limite in tutti i tipi di
    rumore industriale, stradale, domestico; i pericoli per l’uomo sono ormai sicuramente “gravi”. (…) Il dott. Angeluscheff del City Hospital Center di New York, autore di un famoso testo suglii effetti del “bang” supersonico (…) alla domanda “continuando con quasto ritmo, che cosa succederà nel Duemila?”, risponde sorridendo (…): “Non succederà niente nel Duemila, non si sentirà più alcun rumore; uomini e bestie, tutti gli esseri viventi, tutti saremo diventati sordi”.»

    [Giovanni Giovannini su La Stampa del 5 febbraio 1972, p. 2]

    Il 20-02-2002: numeri palindromi e altre curiosità matematiche

    «La data di oggi, mercoledì venti febbraio, 20/02/2002, ha una rarissima e curiosa particolarità: se la scriviamo in cifre senza divisioni, ci dà il numero 20022002, che è un numero palindromo, formato a sua volta da palindromi. Si dice palindroma una cifra, o una scritta, che può essere letta indifferentemente sia da destra a sinistra sia da sinistra a destra. La parola viene dal greco palin = indietro e dromos = corsa. Il 2002 é il primo anno palindromo del terzo millennio. E anche l´ultimo. Il prossimo si avrà nel 2112, poi bisognerà attendere pazientemente il 2222, eccetera. Ma la caratteristica meno comune sta nel fatto che, anche scrivendo le cifre relative al giorno (20) e al mese (02), si ottiene nuovamente 2002, a sua volta palindromo. Ancora più raro é il fatto che, scrivendo la data tutta assieme, si ottenga il numero 20022002, che è a sua volta palindromo. Avremo una nuova combinazione del genere solo il 21 dicembre del 2112 (21122112); poi bisognerà aspettare molto più a lungo. Quanto al 2222, sarà palindromo come anno ma, non esistendo il mese numero 22, sarà impossibile il ripetersi di una combinazione così complessa. Ma il numero 20022002 ha poi altre notevoli proprietà: dimezzato, raddoppiato, triplicato o quadruplicato, dà sempre risultati palindromi. E’ poi formato da otto cifre e la somma delle sue cifre restituisce otto, così come moltiplicando la prima per l’ultima, moltiplicando le due centrali e sommando i risultati così ricavati, si ottiene ancora otto.»

    [Su Tuttoscienze de La Stampa del 20 febbraio 2002, p. 1]

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    Spettacoli

    Perché Sanremo è sempre Sanremo?

    «(…) alla vecchia e quasi obbligatoria polemica intorno al livello delle canzoni in gara, adesso se ne è aggiunta un’altra che coinvolge l’eesenza della manifestazione, la sua “filosofia”. “Il festival è un fossile e come tale va abbandonato al suo destino”: questa è l’opinione della maggior parte dei giovani, specialmente degli studenti che irridono a Sanremo come un ectoplasma (…) Per essi, nella migliore delle ipotesi, Sanremo rappresenta “una frivolezza piccolo-borghese”, e, quanto alle canzoni, “riflettono, soltanto in modo grottesco, la realtà delle cose”.»

    [Luciana Jorio sul Corriere della Sera del 26 febbraio 1972, p. 15]

    Sanremo 2002: il ritorno di di super Pippo

    «Per la decima volta in vita sua, il Pippo nazionale condurrà la manifestazione più nazionale che c’è. L’incarico a Baudo per condurre l’edizione 2002 del Festival di Sanremo è diventato ufficiale: dal 5 al 9 marzo prossimi Pippo salirà sul palco della canzone italiana in doppia veste, come conduttore e come direttore artistico per due anni “per un progetto organico di ulteriore crescita della prestigiosa manifestazione”, come sottolinea una nota della Rai.»

    [Su la Repubblica del 16 febbraio 2002]

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    Gossip

    In preparazione Ultimo Tango a Parigi di Bertolucci

    «Marlon Brando si trova già da diversi giorni a parigi ma è riuscitoa sfuggire a tutti, cronisti e fotografi. I cacciatori delusi lo hanno soprannominato “Orson Brando”. Il celebre attore americano sta interperetando sulle rive della Senna il nuovo film di Bernardo Bertolucci, Ultimo Tango a Parigi.»

    [Sul Corriere della Sera del 20 febbraio 1972, p. 15]

    Addio a Margareth d’Inghilterra

    «La “principessa infelice” è morta ufficialmente ieri mattina all´alba in un ospedale. (…) Si era appena rimessa (…) da un secondo colpo apoplettico, che seguiva un tumore ai polmoni operato anni fa e altri malanni respiratori. Margaret fumava come un turco. “Non smetterò mai”, affermò una volta con esibizionismo bohémien. Era diventata celebre nelle cronache rosa già a 19 anni, quando, in un locale pubblico, estrasse un bocchino d´avorio e accese una sigaretta.»

    [Su La Stampa del 10 febbraio 2002, p. 10]

    L’incidente aereo di Maria José

    «(…) Umberto di Savoia è giunto stamane a St. Moriz recandosi immediatamente al capezzale di maria José, che da due giorni è ricoverata all’ospedale di samedan, in conseguenza dell’incidente aereo di domenica scorsa. (…) Nella stessa stanza di Maria José si trova ricoverata la signora Doria, madre di Marina. (…) La presenza di Umberto a st. Moriz ha dato l’occasione a Vittorio Emanuele di presentare finalmente Marina a suo padre.»

    [Sul Corriere della Sera del 23 febbraio 1972, p. 5]

    Avanti Savoia!

    «“Mio figlio ed io con la presente diamo formale assicurazione circa la nostra fedeltà alla Costituzione repubblicana ed al nostro Presidente della Repubblica”. A poche ore dall’inizio, domani, della prima votazione della legge costituzionale, che consentirà agli eredi maschi di Casa Savoia di far rientro in Italia, i discendenti dell’ex casa reale hanno sciolto le ultime riserve con questa “formale assicurazione” di riconoscere la Carta costituzionale e di essergli fedeli. (…) L’iter legislativo, tuttavia, non sarà breve: la legge costituzionale dovrà essere votata dalle due Camere per due volte, con tre mesi obbligatori tra l’una e l’altra votazione. E’ possibile che se non ci saranno intoppi o ritardi, il rientro effettivo possa avvenire intorno a giugno.»

    [Sul Corriere della Sera del 4 febbraio 2002]

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    … a volte ritornano

    Giornali, Tv, e l’incubo del big brother francese

    «Ottant’anni fa la Francia aveva 414 giornali; alla fine dell’ultima guerra ne erano rimasti 203; oggi sono 101. Nel 1946 si pubblicavano a Parigi 35 quotidiani; oggi, dopo la scomparsa di Paris-Jour, il loro numero è ridotto a nove. Si dirà che la pluralità delle opinioni, nello scorcio dell’altro secolo, fosse un po’ eccessiva, la conversazione un po’ troppo animata; ma quanta fertilità nell’incrocio delle voci e delle idee! Se invece si avverasse la profezia di Daniel Montaigne (era redattore capo di Paris-Jour), (…) ci troveremmo, in fatto d’informazione,
    pressappoco nel mondo di George Orwell, poiché l’unica fonte sarebbe controllata da un big brother: il monopolio statale della televisione condurrebbe pressappoco a tali condizioni. (…) Il governo attuale, che certamente apprezza la comodità di avere un parlamento univoco, poiché il gollismo occupa la maggiornaza assoluta dei seggi dell’Assemblea nazionale, può rimanere indifferente dinanzi alla prospettiva di una riduzione della pluiralità delle opinioni, dato che sono in buona parte contrarie al regime. Senonché il problema è stato ora sollevato con clamore al senato, dove i gollisti non hanno il monopolio; e la tesi che l’informazione dei cittadini, un’informazione libera, varia, contradditoria e vigilante, sia un servizio pubblico necessario, si fa strada rapidamente. Se è un servizio pubblico lo Stato ne è responsabile, ma non deve tentare di limitarne l’indipendenza.»

    [Giorgio Sansa sul Corriere della Sera del 1 febbraio 1972, p. 5]

    Pluralismo e libertà di opinione: lettera a Ciampi

    «(…)Lei, caro Presidente, sa certamente che i giornalisti italiani hanno sempre avuto a cuore il pluralismo dell’ informazione. Ma, forse, non sa che, ogniqualvolta sul proprio giornale compare un articolo che una parte di loro, quella più pluralista che più pluralista non si può, non condivide, scatta subito il «pluralismo dimezzato». E’ accaduto, di recente, anche da noi, qui al Corriere. Dopo la pubblicazione dell’ articolo di Oriana Fallaci, un paio di opinionisti hanno minacciato le dimissioni, altri hanno vivacem ente protestato. Ora, che ciascuno abbia il diritto di dimettersi, di minacciare di dimettersi, e persino di ritirare le dimissioni, per protesta contro un articolo del proprio giornale che non condivide, è fin troppo ovvio. Se no, che avremmo fatto a fare la Resistenza? Quello che io mi chiedo è che cosa c’ entri questo comportamento con il conclamato pluralismo dell’ informazione. Che, nel caso in questione, riguardava qualcosa di ben più antico: la libertà d’ opinione. (…) Ciò che voglio dire è solo che non è obbligatorio essere liberali. In un Paese libero si può anche non esserlo. A condizione, però, che non ci si travesta come tali, se non lo si è. E non ci si riempia la bocca di «pluralismo dell’ informazione», se non ci si crede. Sono vissuto troppo a lungo in Paesi in cui la tirannide era chiamata democrazia, l’ assenza di beni di consumo rifiuto del consumismo, per non provar e fastidio per la diffusione, anche da noi, di questa “lingua di legno”».

    [Piero Ostellino sul Corriere della Sera del 16 febbraio 2002]

    Pregi e difetti dell’Italia secondo lo storico inglese Smith

    «(…) Oxford. È questo il regno di di Denis Mack Smith, lo storico, una delle voci più vive sulle vicende dell’Italia moderna, e del Risorgimento in particolare. (…) “Perché gli italiani continuano a votare per ideologie? Vi è un difetto nel sistema. Tutti sappiamo, ad esempio,quanto quanto sia necessaria una riforma della giustizia, ma non v’è speranza di attuarla senza un accordo nella coalizione. (…) I premiers italiani “auspicano” allora “una vasta riforma dell’intero sistema legale” o “dell’intero sistema universitario”, si rifugiano cioè in queste sconfinate prospettive perché sanno quanto sia difficile concordare nella coalizione una “qualsiasi radicale riforma. Questi metodi trasformisti di amministrare il Paese risalgono al Risorgimento. (…) Il bilancio del secolo è in gran parte positivo, “basti pensare ai grandi progressi nell’industria, nell’istruzione, nei commerci, nel tenore di vita”. Punto nero, il “mancato sviluppo politico”. “È inquietante, perché senza un sano sistema politico ogni società è frenata nella sua marcia”.»

    [Mario Ciriello su La Stampa dell’8 febbraio 1972, p. 11]

    … e la crisi della sinistra secondo lo storico Ginsborg

    «Ad attendere sul palco il presidente dei Ds, lo studioso di storia italiana Paul Ginsborg (…) che si pone la domanda sul perché la sinistra “non ha prodotto un’identità politica convincente e coinvolgente”. “Perché questo accada – ha affermato il professore – servono scelte di campo precise, strategie, lavoro, elaborazione intellettuale e una lettura convincente della modernità e della società moderna e questo iter non c’è stato”. Poi, la ricetta per recuperare il terreno perduto: “Metterei i temi forti della critica al capitalismo che vengono da Porto Alegre” in cui emergono “le terribili disuguaglianze del mondo tra benessere e mancanza di benessere, potere e mancanza di potere, etica pubblica e valori del business, consumi e inquinamento, legalità e illegalità”. “E’ soprattutto la questione legale su cui dobbiamo puntare – ha detto Ginsborg – che non è un fatto solo italiano. La questione della legalità attraversa il mondo dal Brasile all’Argentina, dalla mafia russa a quella albanese”. Infine, l’ultimo affondo contro il presidente diessino. “Massimo ha un pessimismo di fondo verso la società italiana. Tutto sommato non lo chiamerei un giacobino ma la sua è una visione che può provocare dei guai. La politica va considerata dal basso in alto e non viceversa”.»

    [Su la Repubblica del 25 febbraio 2002]

    Monopoli di ieri

    «Quest’anno scade la ventennale concessione del monopolio alla RAI-Tv, e il problema non può essere eluso: rinnovarlo o instaurare un regime di libera concorrenza fra reti private in gara fra loro? Credo che se s’indicesse un referendum, la seconda soluzione prevarrebbe largamente. (…) Quello che avviene alla Tv è quello che avviene in tutti gli enti dello Stato e del parastato, maggiorato dall’importanza della posta. Chi ha in mano quell’aggeggio ha in mano il più potente mezzo di informazione, e quindi anche di opinione, di cui la tecnica moderna disponga. Dato il costume di saccheggio e di rapina ormai invalso nelle nostre forze politiche, è fatale che queste si contendano la ghiotta preda con particolare accanimento. (…) Ai pardoni del vapore il monopolio fa troppo comodo per poterci rinunziare. E per padroni intendo anche molti di colore che ancora non lo sono, ma che bruciano dalla voglia di diventarlo; e che proprio sulla RAI-Tv si sono prezsi parecchi acconti. (…) Ecco perché dobbiamo fin d’ora porci il problema: chi dev’essere autorizzato a impiantare e gestire reti di diffusione, e come, cioè, sotto quali garanzie e controlli. Ma questo è un discorso su cui dovremo tornare.»

    [Indro Montanelli sul Corriere della Sera del 4 febbraio 1972, p. 1]

    …monopolio di oggi?

    «(…) Il fatto è che siamo a una stretta decisiva. Da un lato c’ è la cattura (o meno) della Rai. Dall’ altro c’ è la disciplina (o meno) del conflitto di interessi. Le due partite sono collegate, ma sono diverse. Un Berlusconi che conquista anche la televisione pubblica ingigantisce il problema del suo eccesso di potere. Ma quel problema sussist e in ogni caso, e deve essere affrontato nei termini che gli sono propri. Ma qui restiamo a viale Mazzini. L’ argomento del Cavaliere è che la Rai è sempre stata colonizzata dai vincitori delle elezioni, e dunque che lui si propone semplicemente di f are quel che hanno fatto i suoi predecessori. La prima asserzione è purtroppo vera; ma la seconda «non consegue». Perché si fonda su un’ analogia che è falsa. I vari Fanfani, Moro, Andreotti del passato non
    erano proprietari di altre televisioni e no n controllavano una televisione privata che costituiva la metà dell’ universo mediatico. Invece un Berlusconi che conquista il servizio pubblico andrebbe a raddoppiare un suo preesistente potere privato. Questa è una differenza fondamentale. Possibile che sfugga persino al capo dello Stato?»

    [Giovanni Sartori sul Corriere della Sera del 18 febbraio, p. 1]

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    Segno dei tempi

    Il senso del pudore e I sette peccati capitali di Brecht

    «I dodici componenti del “cast” de I sette peccati capitali di Bertold Brecht sono stati assolti stamane in tribunale, perché il fatto non costituisce reato, dall’accusa di atti contrari alla pubblica decenza. (…). A “contestare” I sette peccati capitali era stato (…) il baritono Giampiero Malaspina, che era fra gli interpreti dell’opera. (…) Considerava osceni, “tali da ledere le secolari tradizioni musicali del nostro paese e suscettibili di provocare nel pubblico reazioni imprevedibili” tre punti. Il primo (…) riguardava la cantante e ballerina Miké Arrighi, che si presentava sulla scena quasi nuda con la pelle colorata di verde; il secondo, la stessa ballerina che nella scena simboleggiante la “superbia” faceva gesti “discutibili” con un guanto. Il terzo punto perché lo stesso gesto veniva ripetuto da una donna di apparenze mostruose (in realtà erano tre uomini truccati e grottescamente avvinghiati fra loro). »

    [P.F. sul Corriere della Sera del 1 febbraio 1972, p. 7]

    Donne lapidate: qualche perché

    «Una cristiana diciottenne del Sudan, Abok Alfa Akok, verrà lapidata, dopo un processo-farsa, in base alla legge islamica per essere restata incinta in un rapporto extramatrimoniale. Nell´analogo caso della giovane Safiya, in Nigeria, un sacrosanto movimento d´opinione internazionale ha scosso le coscienze. Nel caso della ragazza sudanese, il silenzio pressoché totale: perché? Dopo la denuncia di Antonio Socci e dello Human Rights Watch che hanno scoperto il caso, il Vaticano ha supplicato l´Onu di mobilitarsi, finora senza risposta: perché? Tace il ministro Stefania Prestigiacomo, che si era mossa meritoriamente per Safiya: perché? Il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, tratta l´atroce vicenda con un trafiletto nelle pagine interne: perché? Non si hanno notizie di iniziative dei paladini dei diritti umani violati: perché? Nemmeno una femminista ha sentito il bisogno di solidarizzare con la giovane sudanese: perché? I media seguono distrattamente la vicenda: perché? La comunità di Sant´Egidio, in procinto di essere candidata al Nobel per la pace, non ha preso a cuore la sorte della ragazza sudanese: perché?»

    [Pierluigi Battista su La Stampa del 9 febbraio, p. 22]

    Ma dove sono finite le domestiche?

    «Oggi la signora deve tornare ai bucati e ai pavimenti lucidi perché non s’è emancipata solo lei, si è emancipata anche la sua domestica, che non ne vuol più sapere di dire sissignora oppure pretende uno stipendio da ingegnere nucleare. (…) Trecentomila, dicevo, sono secondo i dati ufficiali le “colf” che ancora accettano di lavorare alla catena di montaggio domestica. Nessuna la chiama più donna di servizio, chi ce l’ha fissa dice “la ragazza”. (…) Le ragazze sono generalmente molto giovani, rapidamente sofisticabili anche se vengono dalla campagna, decise a conquistarsi un’occupazione più qualificata, frequentano spesso le scuole serali, hanno la collaborazione della signora che le aiuta, quanto meno, a prendere lapatente di guida, approdano presto al cavillo sindacale. (…) La loro schiera va però va via via assottigliandosi e qualche padrona di casa ha provato a rivolgersi al terzo mondo, bisogna far domanda al consolato, bisogna pagare 250mila lire di aereo e, dopo un anno o due, arriva una “colf” della Libia o del Senegal: è gentile, spesso graziosa, ma parla solo swahili.»

    [Luca Goldoni sul Corriere della Sera del 13 febbraio 1972, p. 3]

    Sanatoria per le colf

    «Saranno regolarizzati gli immigrati extracomunitari senza permesso di soggiorno che lavorano in Italia come colf o come assistenti a domicilio per anziani e disabili. (…)Per la regolarizzazione pagheranno sia i datori di lavoro che i dipendenti: i primi dovranno versare una quota di contributi per il pregresso, i secondi una parte delle tasse che non hanno pagato nel passato. Si tratta ancora di ipotesi, come ha sottolineato Boscietto, ma l’intenzione del governo è quella di prevedere una contribuzione a carico degli uni e degli altri.»

    [Su la Repubblica del 28 febbraio 2002]

    Novità sugli schermi: w la crudeltà!

    «Sugli schermi americani la bontà sta passando di moda. Fino a ieri le finzioni cinematografiche erano popolate di viaggi alla ricerca della felicità, di teneri idilli (…): la violenza compariva puntualmente, ma era esecrata come il supremo male (…). Il panorama è cambiato di colpo. Straw Dog (“Cane di paglia”) e A clock-work orange (“Un’arancia a orologeria”)» sono i film di maggiore successo oggi a Nuova York: entrambi non si limitano a mostrare scene di inaudita violenza, ma esaltano l’omicidio, lo stupro, la sopprafazione la brutalità come valori necessari o positivi. (…) Fino al mese scorso si accusavano di istigazione a delinquere gli spettacoli violenti trasmessi alla televisione, le notizie di imprese criminali comunicate dalla stampa con eccessiva abbondanza di particolari. Si sosteneva che queste informazioni avevano un effetto disastroso sulla formazione e sul comportamento dei giovani, portati per natura ll’imitazione del gesto clamoroso. Oggi assistiamo a una incipiente inversione di tendenza. “La retorica contro la violenza sullo schermo – scrive il giornale radicale Village voice – è essa stessa violentemente repressiva”. Nel frattempo l’ideologia pacifista è definitivamente tramontata fra i giovani intellettuali, e gruppetti di criminali politicizzati (come il “Black liberation army”) si vantano, in nome della rivoluzione, di commettere omicidi a sangue freddo.»

    [Giuliano Zincone sul Corriere della Sera del 16 febbraio 1972, p. 13]

    Euroscontenti: a disposizione un confessionale online

    «Un confessionale telematico dove lamentarsi della nuova valuta. A pochi giorni dal definitivo passaggio alla moneta unica, la Provincia di Milano lancia un questionario su Internet sui problemi incontrati dai cittadini nell’uso dell’euro. Il questionario, undici domande in tutto, indaga sull’utilità dell’euroconvertitore come sull’uso del Bancomat. Obiettivo: fare un bilancio dell’esperienza di questi primi due mesi e raccogliere pareri su alcuni temi caldi, come l’abolizione delle monetine da 1 e 2 centesimi ed i timori dei conseguenti arrotondamenti. L’idea del questionario è nata da alcune segnalazioni giunte alla Provincia proprio tramite Internet sui problemi legati all’uso della nuova moneta. L’ente ha così deciso di invitare i cittadini ad esprimere le proprie opinioni in modo che fossero analizzabili e confrontabili. Il confessionalè è on line sul si
    to della Provincia www.provincia.milano.it e su quello della rete civica di Milano www.retecivica.milano.it.»

    [Su La Stampa online del 23 febb 2002, in News High Tech]

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    di Carola Casagrande