Tre storie d’amore

Maggio 5, 2003 in Spettacoli da Roberto Canavesi

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“Il nostro progetto dedicato a Shakespeare vuole essere un primo passo verso una Compagnia Stabile che possa avvalersi delle forze e delle qualità dei nostri giovani attori”: con queste semplici parole Agostino Re Rebaudengo, presidente del Teatro Stabile di Torino, introduce Tre storie d’amore il progetto internazionale dell’Ente di via Rossini che caratterizzerà la programmazione del mese di maggio al Teatro Carignano.

Un manipolo di giovani interpreti, quasi tutti diplomati alla scuola dello Stabile, un trittico di registi stranieri di fama internazionale e tre copioni scespiriani entrati a pieno diritto nella storia del teatro di tutti i tempi: filo conduttore delle opere scelte è l’amore, il più nobile dei sentimenti da sempre al centro di un’indagine drammaturgica mirata a rappresentarlo nelle sue più molteplici sfaccettature. “Abbiamo pensato – continua Re Rebaudengo – di puntare ad un’apertura internazionale, cercando il confronto serrato tra i nostri attori e i maestri della regia stranieri. Ampliare le prospettive, allargare lo sguardo, tentare un incontro con le scuole e tradizioni altrui è fondamentale”: da questa premessa si è scelto di individuare, su precisa indicazione del direttore della scuola Mauro Avogadro, un gruppo di dieci attori ed attici che parteciperanno a tutti e tre gli allestimenti, richiedendo loro un notevole sforzo ed impegno ma al tempo stesso offrendo la possibilità di vivere un’esperienza professionale di primissimo piano. Ai “sempre presenti” Alessandro Adriano, Francesca Bracchino, Francesca Ciocchetti, Gianluca Gambino, Lorenzo Iacona, Mariano Pirrello, Alessio Romano, Olga Rossi, Marco Toloni e Carlotta Viscovo si devono poi aggiungere gli allievi del terzo anno della Scuola più cinque altri interpreti scelti a seconda delle differenti esigenze testuali.

La prima tappa di Tre storie d’amore è il Romeo e Giulietta per la regia del giovane regista francese Jean Christophe Sais: sul palco del Carignano rivivrà la saga dei Capuleti e Montecchi, le famiglie protagoniste di una tragedia della giovinezza e dell’amore impossibile. Temi assoluti ed universali come l’amore, la famiglia, la giustizia, la violenza e la morte emergeranno in una lettura che vuole anche però offrire risposta ad alcune irrisolte domande: “non si tratta di chiedersi come si ama – spiega Sais – piuttosto perché non ci si può amare, con i due giovani nell’impossibilità di amarsi. Ecco la tragedia con la sua catarsi ed è questo che mi interessa affrontare: ci muoviamo oltre il dramma, oltre il dolore”.

Ad alimentare la seconda “storia” saranno le atmosfere fantastiche e fiabesche de Il sogno di una notte di mezza estate diretto da Mamadou Dioume, senegalese di Dakar per anni attore simbolo dei più celebrati lavori di Peter Brook: un testo costruito sul binomio Amore-Natura che presuppone anche, nelle intenzioni del regista, un particolare lavoro di scavo sugli attori. “Ho cercato – spiega Dioume – un approccio diverso dal solito: anziché imparare un testo per andare poi sul palco, ho pensato fosse meglio iniziare da noi intesi come strumenti. Il testo è solo l’ultima fase di lavoro, occorre pensare prima all’involucro, preparandosi fisicamente, arrivare a collegare corpo ed essenza”. Al centro dello spettacolo l’unione tra Uomo e Donna, tra Uomo e Dio in una cornice magica ed incantata nella quale si muoveranno tra gli altri il Duca Teseo e l’amata Ippolita, il menestrello Lisandro e la dolce Ermia.

Terzo ed ultimo atto del progetto dedicato al Bardo la realizzazione di Pene d’amor perdute diretto da Dominique Pitoiset, francese di Digione, che della commedia intende offrire una versione un po’ ridotta nella sostanza ma molto attenta al rapporto attore-personaggio: “si pensa – precisa Pitoiset – a questo lavoro come ad una storia d’amore, mentre in realtà è tutt’altro. Shakespeare narra infatti la storia di un giuramento che sottende al grande tema dell’opera, il rapporto tra la natura e la cultura”. Opera scritta durante una terrificante epidemia di peste, all’indomani delle sanguinose guerre di religione, Pene d’amor perdute sarà riproposto in una versione anni Sessanta con il suo celebre giardino, in origine moderna reincarnazione dell’Eden paradisiaco, ora ridotto ad un ambiente falso ed artificiale caratterizzato da una significativa ed altamente simbolica presenza di plastica.

Un’operazione articolata e di notevole impegno quella proposta dallo Stabile che non intende tralasciare il benché minimo particolare: ecco allora la platea del Carignano “sparire” sotto un’appendice del palcoscenico che costringerà gli spettatori a collocarsi nei tre ordini di palchi ricostruendo alla perfezione le originarie atmosfere dello storico Globe scespiriano. Una grande attenzione anche a costumi e scenografie che sottende la seconda significativa collaborazione legata al Progetto: “l’aspetto scenografico – conclude Agostino Re Rebaudengo – è curato dalla Facoltà di Architettura di Venezia sotto la supervisione di Ezio Toffolutti. Quattro studenti del corso di specializzazione in Scienze e Tecniche del Teatro impegnati a stretto contatto con attori e registi per un progetto scenografico unico, ma modulabile, per i tre lavori”.

Appuntamento quindi per tutto il mese di maggio con i giovani del maggio teatro cittadino nella speranza che questo possa essere veramente il primo atto di una lunga e sempre più impegnata Compagnia Stabile: una scommessa che, se vinta, potrebbe risultare come una piccola rivoluzione copernicana nel panorama teatrale italiano.

Tre storie d’amore

Teatro Carignano

da martedì 6 a domenica 25 maggio – ore 20.45

ingresso a 24 euro

Informazioni e prenotazioni allo 011.517.62.46

di William Shakespeare, un progetto del Teatro Stabile di Torino in coproduzione con Actes Premiers. “Romeo e Giulietta”, dal 6 all’11 maggio; “Il Sogno di una notte di mezza estate”, dal 13 al 18 maggio; “Pene d’amor perdute”, dal 20 al 25 maggio.

di Roberto Canavesi