L’importanza di chiamarsi Wilde
Febbraio 18, 2002 in Spettacoli da Stefania Martini
L’allestimento di “L’importanza di chiamarsi Ernesto” è a cura del Teatro Stabile di Calabria, per la regia di Massimo Missiroli che impartisce il tono giusto alla pièce, per non sciupare la fitta trama di squisiti paradossi del testo, rispettando alla lettera l’indicazione di ‘commedia frivola per gente seria’ posta ironicamente dall’autore quale sottotitolo dell’opera.
Come sottolineato nelle note di regia, l’idea che sta alla base dello spettacolo è la considerazione del drammaturgo irlandese quale anticipatore, a fine Ottocento, di quel Teatro dell’Assurdo che con i vari Jonesco, Adamov e Beckett ed i loro personaggi svuotati di personalità e di senso, caratterizza tanta parte del Novecento teatrale.
Ambientata nella Londra vittoriana, “The importance of Being Earnest” debuttò al St. James’s Theatre di Londra il 14 febbraio 1895 e fu subito uno strepitoso successo, tanto da meritare il titolo di “commedia più bella di tutti i tempi”.
A causa dello scandalo seguito alla querela per diffamazione che Wilde intentò nei confronti di Lord Queensberry (che lo aveva pubblicamente tacciato di sodomia), l’ultimo lavoro teatrale dello scrittore inglese fu tolto dalla scena dopo appena 6 repliche.
Testo volutamente ambiguo fin dal titolo, giocato sull’equivoco del nome Earnest che, scritto minuscolo, significa “serio”, “The importance of Being Earnest” è perfettamente calata nell’epoca e nello spirito vittoriano e al tempo stesso sfugge ai limiti spaziali e temporali, per diventare il manifesto universale di una mentalità e di un certo modo di intendere la vita: giovani indolenti e snob dediti al “bunburismo”- sorta di sdoppiamento di chi, volendo dedicarsi in pace ai piaceri più sfrenati, si crea un parente lontano bisognoso di cure quale scusa per improvvise “licenze”.
Come lo stesso Wilde, i suoi personaggi amano il paradosso, il capovolgimento del senso comune e fanno dell’impertinenza uno stile di vita attraente e imprescindibile.
Il merito del successo della commedia va anche agli interpreti, chiamati dallo stesso Wilde a scambiarsi le battute con perfetta naturalezza, senza mostrare di ritenerle spiritose e senza tentare di giustificarle caratterizzandosi come eccentrici.
Sul palcoscenico dell’Alfieri, tra gli altri, Geppy Gleijeses è Jack Worthing, Lucia Poli interpreta Lady Bracknell e Debora Caprioglio veste i panni di Gwendolen.
Lo spettacolo si preannuncia divertente e brioso, brillante ed arguto.
L’importanza di chiamarsi Ernesto
Teatro Alfieri
Piazza Solferino 2, Torino
Dal 19 al 24 febbraio.
Informazioni: tel. 011.562.3800
di Stefania Martini