Walking along Artissima exhibition

Novembre 23, 2006 in Arte da Cinzia Modena

Stanza Segreta_Fabrizio CeccardiTorino. Artissima 2006. L’edizione si è chiusa registrando un grande successo di pubblico. Questo articolo tuttavia vuol parlare della mostra come contenitore da scoprire. Le righe che seguono sono infatti un libero pensiero maturato da “persona-fruitore” di un prodotto, Artissima13. Visitata per il secondo anno consecutivo, ho avuto modo di apprezzarla più della passata edizione. L’impressione positiva non è maturata tuttavia subito. Deve piacere l’arte moderna, ma è stato molto utile il servizio di guide professioniste (anche giornalisti) messo a disposizione dagli organizzatori.

ART13 non è solo per chi ama l’arte dagli anni ’60 in poi: è una assai valida occasione per ampliare gli orizzonti e vedere quali sono le tendenze più premiate ed apprezzate del settore, e per capire con quale sguardo fermarsi davanti alle opere e cosa (e a volte come) osservare.

Una passeggiata immersi nell’arte

Primo: camminate senza fretta. Attraversate i corridoi e lasciate che i vostri occhi si posino lentamente sulle immagini, sulle figure e sulle statue che incontrano.

Secondo: liberate i sensi. Avvicinatevi alle tele e gustate il profumo della tela. Fatevi avvolgere dai colori

Liberate voi dalle catene che avete dentro.

LiberAR-Te.

Emilio vedova_il toro aveva il cuore in altoART13 è, insieme a quella di Bologna la principale mostra mercato di arte in Italia. Vi sono principalmente opere dagli anni ’60 in poi, autori contemporanei, giovani emergenti, promesse ed i nomi che si stanno affermando sul mercato internazionale.

Nel grande spazio espositivo del Lingotto la prima impressione che si ha è quella di perdersi, poi di essere di fronte alla immane impresa (impossibile): quella di vedere gran parte delle opere. Dopo, fatti i primi passi, l’impresa acquisisce un gusto nuovo e più familiare, e si inizia ad inoltrarsi in un’avventura artistica, ossia in questa “scatola-approfondimento” del panorama artistico contemporaneo .

Ci sono opere di artisti noti, anche a coloro che è da poco che si sono affacciati in questo mondo, e gallerie che parlano già solo con il loro marchio.

lorenza boisi_portrait of the printer as a young BridgeLe nuove tendenze, le esplorazioni giovanili non sono trascurate, anzi. Accolgono il visitatore all’entrata (quasi come i bambini corrono dai genitori appena entrano in casa per far notare loro l’ultimo gioco, l’ultima scoperta o un cosa bella che li ha resi contenti) e lo accompagnano fino quasi per metà salone ma senza abbandonarlo del tutto.

  • Present future

  • New entries

  • Constellations

  • Institutions

    SCOVATELI. Ma prima, immaginate di essere in un parco e di godervi una bella giornata. Pensate solo a posare lo sguardo casualmente su ciò che vi capita all’occhio, su ciò che vi attira senza sapere perchè. Lasciatevi andare alla scoperta.

    Un’ondata di colori immagini FORME chairiscuri

    vi danzerà tutto attorno.

    Jordan Wolfson _Nostalgia is fearAttenzione!

    Queste righe non vogliono consigliarvi su cosa andare a vedere, su cosa non perdere assolutamente; nè vuol essere una guida alla mostra nelle sue sezioni.

    Le parole che state leggendo sperano di consigliarvi ad apprezzare ART13 come scrigno di moderni pensieri tra i quali ci sono anche i vostri sogni, i vostri desideri (magari irrealizzabili, certo) le vostre preferenze.

    Lasciarsi catturare da ciò che piace è fose il modo migliore per individuare nelle tante opere esposte dove vi guidano la vostra sensibilità ed i vostri gusti.

    Se poi vi piace giocare con logiche da investimento, beh, siete nel posto giusto! Meglio un’opera fotografica o pittorica? Una scultura o un’installazione?

    Lasciate correre la voglia di arte e soffermatevi sugli artisti che vi parlano con sfumature, volti, rossi accesi, geometrie, dinamismo, leggerezze e lievità, colori vivaci, suoni…

    Il mio colpo di fulmine?

    I quadri tridimensionali del tedesco Stefan Hirsig, esposto dalla Marella Gallery. Immancabile una visita all’opera di Bruno Peinado (“Untitled / Vanity flight case ’05).

    di Cinzia Modena