Viaggio personale

Aprile 19, 2004 in il Traspiratore da Redazione

Reduce da un’influenza febbrile, che mi prostrò alquanto e che tra l’altro mi lasciò, per un certo periodo, completamente afono, pensai, per ristabilirmi, di fare un viaggio.

Veramente, più che un viaggio, ciò che desideravo era un soggiorno in una cittadina tranquilla, non lontana. Mi recai perciò in un’agenzia di viaggi, dove fui accolto da una giovane impiegata, piuttosto carina, che, sorridendo, mi chiese che cosa desiderassi.

Non potendo, come ho detto, esprimermi ad alta voce, estrassi dalla tasca un block-notes che mi ero preparato, staccai un foglietto e scrissi:

VIAGGIO PERSONALE.


Lei lo lesse. “Bene!” disse “Per dove?”

Allora staccai un altro foglietto e, spinto da un impulso che al momento sorprese anche me, scrissi, anagrammando la frase precedente:

GIOVE PRESAGI’ NOLA.


Mi lanciò un’occhiata indagatrice e mi domandò: “Per quando?”. Scrissi:

PRESO LENA. VIA OGGI.


Ero meravigliato di come mi fosse facile risponderle anagrammando sempre la stessa frase. Speravo in cuor mio di non urtare la sua suscettibilità: lei svolgeva un lavoro, io mi permettevo di giocare!

Consultò delle carte, poi mi disse: “Volendo rendere il suo trasferimento più interessante, potrebbe volare a Reggio, poi noleggiare un’auto. Ha una Carta di Credito?”

A! PER NOLEGGIO VISA


scrissi subito. Ma ero agitato e aggiunsi:

PESAN VOLI A REGGIO!


infatti ho sempre avuto una paura terribile di volare!

GIA’ SE PREGA IN VOLO!


Mi parve di leggere nel suo sguardo un senso di commiserazione. Mi propose la nave, al che mi calmai e scrissi:

GIA’ SOGLIO PER NAVE.


Ho fatto qualche crociera, con soddisfazione. Volli però precisare la rotta:

SALPO VIA REGGIO, NE’?


E SE V’AGGIRO NAPOLI?


La signorina iniziò a compilare un modulo. S’arrestò per domandarmi se conoscevo qualcuno a Nola.

A! VI SOGGIORNA PELE’!


scrissi. Mentivo, così esigeva il gioco, al quale ormai non potevo più sottrarmi. Ebbi tuttavia l’impressione che non avesse mai sentito questo nome. Si era fatta più disponibile. Con un luminoso sorriso mi chiese se sapevo chi fosse il Santo protettore della città. Non lo sapevo, per cui invocai il Santo ignoto in cuor mio e come un automa scrissi:

VI REGGEA S. PAOLINO.


(In seguito verificai questa e altre notizie, evidentemente ispiratemi da San Paolino vescovo di Nola nel quarto-quinto secolo). Spinto da un impulso irresistibile, scrissi ancora:

LA’ PRIA SONO’ VEGGIE

(E SI’, VEGGIA PRO NOLA)


Il senso di questi versi oscuri mi fu chiaro in seguito, consultando una guida turistica alla voce Nola. La leggenda attribuisce a Paolino l’invenzione delle campane (da Campania?). Nel Medio-Evo le campane venivano denominate “Nole” nell’area campana. (“Veggia”, che significa botte, penso stia per campana, per similitudine di forma. Un Santo può permettersi queste licenze!).

Infine direi che San Paolino commise un peccatuccio di vanità, nel congedarsi. Mi costrinse a scrivere:

E A POVERO SAN, GIGLI!


Nel mese di giugno a Nola si svolge una processione con gigli!

La signorina era visibilmente frastornata. Provò a domandarmi se la città avesse dato i natali a qualche personaggio illustre, magari meno complicato di Paolino. Dai lontani ricordi scolastici, emerse tragica l’ombra di Giordano Bruno. Pensai ad un indovinello:

SAGGIO. VIL REO? PENA

L’ARSE. (PONE VIA OGGI)


Tirai ad indovinare: gli avranno pur dedicato una via a Nola!

Lei era confusa. Io gongolavo. Ah, la mia erudizione! Per allentare la tensione, ricorsi ad un tocco di diplomazia anglosassone: parlare del tempo. Com’era il tempo in Campania? Con sorpresa la vidi scrivere un foglietto, che mi porse con un enigmatico sorriso. Lessi:

SI’, V’ERANO PIOGGE LA’.


Fantastico! Non solo non era seccata di questa insolita forma di dialogo, anzi sembrava ci prendesse gusto, e rivelava un’abilità e un senso dello humor insospettati. La ragazza mi piaceva, inutile nasconderlo, e con la fantasia già immaginavo futuri sviluppi, ma qualcosa non funzionò.

Improvvisamente lei si levò, raccolse le carte e i documenti e me li porse con uno sguardo di sfida. Scrisse rapidamente un foglietto che lasciò sul banco e sparì nel retro. Sul foglio stava scritto:

REGGI, SOLÒN! VA A PIE’!

Il Traspiratore – Numero 47 – 48

di F. Dionigi