Un ‘pitbull’ senza museruola

Gennaio 16, 2003 in Sport da Roberto Grossi

Dopo l’inattesa sconfitta subita contro il Perugia, la Juve è tornata ieri al lavoro per preparare il big-match contro il Chievo. Seduta defatigante per chi ha giocato contro gli umbri, normale per gli altri. L’infermeria segnala luce verde: solo Birindelli deve fare i conti con un trauma contusivo al polpaccio sinistro ma le sue condizioni non destano preoccupazione. La battuta d’arresto subita dai rincalzi bianconeri nella coppetta nazionale non deve trarre in inganno: al ‘Bentegodi’ Lippi schiererà la Juve migliore, quella dei titolari, decisa più che mai a vendere cara la pelle. Uno dei protagonisti dell’insidiosa trasferta veronese sarà senz’altro Edgar Davids. L’olandese, in gran forma fisica e dialettica, ha rotto ieri, giovedì – unico giorno concesso dalla società ai calciatori per parlare con i giornalisti – il suo personale silenzio-stampa. Era infatti da luglio – tempo di calciomercato estivo e di illazullioni su un suo possibile trasferimento alla Roma – che il treccioluto non rilasciava interviste. Il tempo trascorso pare gli abbia fatto ritrovare il buon umore, anche se nelle parole di ‘pitbull’ non manca qualche frecciata polemica rivolta agli organi di informazione ed alla dirigenza juventina: “Stavo zitto perché non avevo niente da dire – attacca l’olandese nella sala stampa dell’impianto Sisport – tanto, bene o male, scrivevate già tutto voi. A volte erano cose vere, altre no, ma io ho sempre parlato onestamente”.

Un calcio al passato e subito lo sguardo volge al presente. Ai rapporti con la società di appartenenza intesa nel suo insieme: “Con i compagni di squadra e con i tifosi ho un legame di grande affetto e questo è fondamentale. Con i dirigenti c’è un rapporto normale, ma non vado a bere un caffè con loro. Per quanto riguarda il mio contratto c’è ancora un anno di tempo: io non scappo e ho ben presente che difficilmente troverò una società competitiva come la Juve. Fare l’allenatore in futuro? Dovrei rivedere sempre voi giornalisti… Fare il giornalista? Voglio rimanere onesto…”.

La questione denaro, in un sistema-football alle prese con la crisi economica, inciderà non poco sulle scelte degli addetti ai lavori: “La politica della riduzione degli ingaggi – continua l’olandese – può anche trovarmi d’accordo. Ma a patto che valga per tutti: anche per i dirigenti e per i giornalisti… Ho letto le dichiarazioni rilasciate dal mio connazionale Van Nistelrooy su noi calciatori che guadagniamo troppo: è vero, ma anche altri sportivi guadagnano in eccesso, ed anche nel mondo dello spettacolo le cifre sono alte. E’ tutto relativo, è tutto un magna-magna…”.

La risata sbarazzina di Davids è un indice chiaro del suo buon umore, che si trasforma in ironia, mista a qualche verità, quando si parla di Roma: “Seguo sempre con un occhio di riguardo i giallorossi, non si sa mai… Non mi aspettavo di vederli tanto attardati in classifica, però può ancora succedere di tutto. Hanno ottimi giocatori, invidiati da tutti, e i mezzi per risalire. Manco io? Si, magari facevo venti gol e vincevamo il campionato..”.

Nel volto dell’olandese ritorna la serietà assoluta quando si parla di Chievo: “Domenica sarà una gara importante, con due squadre appaiate in classifica. I gialloblù non sono più una sorpresa semmai una conferma: il lavoro svolto dal club scaligero, la loro organizzazione, struttura e disciplina sta dando anche quest’anno i risultati previsti”.

L’unica vera sorpresa quindi, insieme alla Roma, è la Lazio: “Non mi aspettavo i biancazzurri cosi in alto – conclude il centrocampista -. Vuol dire che non dipende tutto dai soldi, ma che i giocatori entrano in campo anche per divertirsi, per la professione. E’ un campionato dove nessuno cede posizioni, avvincente sino all’ultimo. Il Milan? Coraggioso a mettere in campo tanti attaccanti, con i giocatori che hanno possono permetterselo. Ma noi, a Torino, li abbiamo messi sotto..”.

di Roberto Grossi