Ultima di Torino Jazz

Luglio 12, 2005 in Spettacoli da Cinzia Modena

HANK JONES Il cartellone del Torino International Jazz Festival, undicesima edizione, è al suo epilogo. Martedì 12 luglio 2005 si prevedono brividi con i concerti di JOE LOVANO QUARTET featuring HANK JONES – GEORGE MRAZ – LEWIS NASH ed, a seguire, BENNY GOLSON – CEDAR WALTON QUINTET “THE NEW MESSENGERS” .

La cornice è speciale. I giardini reali ammantano di una magica atmosfera e le note scivolano sulla pelle raccogliendo emozioni un po’ sognate un po’ da film.

Un nobile palazzo sullo sfondo e cielo e verde. Alle spalle una stupenda scultura e fontana circondata da statue in stile classico. Alti alberi si stagliano all’orizzonte. Dimentichi di esser nel cuore di Torino, note Jazz prendono il volo ed una atmosfera irreale o surreale si crea tra gli astanti.

Proponiamo un breve accenno ad alcuni personaggi che compongono idue gruppi che si succederanno durante la serata. La scelta non è facile: sono tutti jazzisti di altissima qualità, alcuni dei quali hanno già suonato a Torino in questi ultimi anni (ad esempio Al Foster, durante la rassegna Linguaggi Jazz del 2004).

  • JOE LOVANO QUARTET

    Joe Lovano, sax – Hank Jones, piano – George Mraz, contrabbasso – Lewis Nash, batteria

    L’idea che guida Lovano, è quella di cercare di interpretare la musica in modo libero ed organico. Il segreto della consacrazione del sassofonista-compositore JOE LOVANO, sta nella sua indomita abilità a porsi sempre delle sfide e a spingere le sue scelte tematiche e concettuali verso nuove espressioni artistiche e nuovi idiomi jazzistici. Uno dei suoi progetti più interessanti risale al gennaio 2003 l”Oh” di SCOLOHOFO, cioè il dinamico quartetto all-star di John Scofield, Joe Lovano, Dave Holland ed Al Foster, con un programma di composizioni originali di ognuno dei quattro leaders. Un personaggio affascinante che compone il quartetto di Lovano è Hank Jones.

    Secondo HANK JONES quando si ascolta un pianista “ogni nota dovrebbe avere un’identità, una sua anima”. Per circa 60 anni Jones ha suonato così, rendendo ciascuna delle sue note in uno stile unico e personale. Nato il 31/7/1918 a Vicksburg, Mississippi, il primo pianista ad influenzare Hank Jones fu Fats Waller, pianista di ragtime che egli ascoltava alla radio prima di andare a scuola e lo faceva ballare per tutto il tragitto casa-scuola. Hank ascoltava anche altri pianisti meno noti che spesso suonavano ad orecchio, non avendo pratica formale. Guardandoli ed ascoltandoli egli acquisì una prima comprensione dell’improvvisazione, una tecnica di cui sarebbe riuscito ad impadronirsi da solo. Registrò con il fenomeno bebop Charlie Parker e rapidamente divenne una presenza predominante sulla scena dell’emergente bebop. Tuttavia, non ebbe quasi mai successo commerciale: alcuni lo attribuiscono alla sua modestia ed al suo modo di essere poco appariscente.

  • BENNY GOLSON – CEDAR WALTON QUINTET THE NEW MESSANGERS

    Benny Golson, sax tenore – Cedar Walton, piano – Philip Harper, tromba – David Williams, contrabbasso – Al Foster, batteria.

    Benny Golson (nato a Philadelphia nel 1929) è indubbiamente una delle leggende viventi del Jazz. Sassofonista dal suono caldo ed avvolgente, è considerato uno dei maggiori compositori ed arrangiatori della musica afro-americana. Golson è anche un sassofonista di straordinaria rilevanza: compagno di studi di John Coltrane, con cui si è influenzato a vicenda, Golson ha percorso la tradizione del sax tenore dagli anni cinquanta ad oggi fino a rivelarsi un solista di sconcertante attualità e modernità, pronto ad accogliere nella sua poetica anche il suono del sax tenore contemporaneo, da David Murray ad Archie Shepp. Negli anni Ottanta, Golson si è equamente dedicato alla composizione di colonne sonore, agli arrangiamenti orchestrali e ai tour mondiali. La sua “I remember Clifford”, ballata scritta in memoria di Clifford Brown, è diventata uno degli standard più eseguiti dai jazzisti di mezzo mondo.

    Cedar Walton, uno dei più stimati accompagnatori nell’ambito dell’hard bop, è un pianista versatile che, col suo tocco funky e la persuasività del suo senso melodico, ha dato lustro alle registrazioni di molti dei più grandi musicisti jazz. Egli è anche uno dei più misconosciuti compositori di questo genere musicale: pur essendo sempre stato un interprete di standards di prim’ordine, Walton ha anche scritto numerosi ed eccellenti pezzi musicali (Mosaic, Ugetsu e Bolivia, per citarne solo alcuni) che hanno trovato il loro posto nel repertorio di Art Blakey durante il periodo che il pianista passò coi Jazz Messengers, nei primi anni Sessanta. Walton si fa apprezzare per l’alta capacità di interprete e improvvisatore. Il suo pianismo non è fatto di trovate o colpi d’effetto, anzi è un solido esplorare scale e giri armonici; forse non stupisce ma sicuramente incanta per cantabilità e freschezza nell’esposizione e per la leggerezza e raffinatezza degli assoli.

    Alcune informazioni utili

    La serata inizia alle ore 21 nell’area alta dei Giardini Reali (ingresso via Dei Partigiani).

    I biglietti costano 10 euro (posti a sedere numerati), 5 euro ingresso (in piedi e venduti solo in caso di esaurimento dei posti a sedere).

    Sito Internet www.jazzaicscontromusica.com

    di Cinzia Modena