Trovatore!

Marzo 4, 2005 in Spettacoli da Stefano Mola

TrovatoreEVENTO & INTERPRETI

I roghi di Trovatore nuovamente illuminano delle loro fosche tinte il palcoscenico del teatro Regio (l’ultima apparizione del capolavoro di Giuseppe Verdi risaliva al 1991). Il 3 Marzo, giorno della prima, sarà un ritorno in grande stile. L’allestimento è quello realizzato per il Teatro dell’Opera di Roma nel 2001: regia di Alberto Fassini, scene e costumi di Mauro Carosi e Odette Nicoletti.

Sul podio, Renato Palumbo, che proprio con quest’opera iniziò a soli 19 anni la sua carriera internazionale. Apprezzato interprete del repertorio romantico e tardoromantico, Palumbo ha grande abilità nell’amalgamare voci e orchestra. A Torino inaugurò la stagione del 2000 dirigendo Sly.

Il cast è all’altezza di quest’opera che piazza molte hits nella memoria collettiva (basti citare il famigerato e apocrifo do di petto in Di quella pira). Il Conte di Luna sarà infatti il possente e agile Leo Nucci. La triste e poi suicida Leonora avrà la voce di Micaela Carosi, gradita e illustre novità per la scena torinese insieme al romanticamente sfortunato Manrico, interpretato da Marcello Giordani. La fosca e iperpassionale Azucena è invece il mezzosoprano bulgaro Mariana Pentcheva.

A dirigere il coro, che vedremo impegnato nel celeberrimo e metalmeccanico episodio di Vedi le fosche notturne spoglie, come sempre, Claudio Marino Moretti.

CHE COS’È TROVATORE?

È possibile riassumere la trama di quest’opera? Immodestamente, credo di no. Un esperimento interessante e sfidante potrebbe essere questo. Prendete qualcuno che non abbia mai sentito la vicenda. Mettetevi comodi. Provate a raccontargli la trama in meno di cinque minuti e poi fatevela ripetere. Il risultato potrebbe essere molto comico (provate a leggerne la sintesi).

Marino Ragusa, in quell’ironico e documentatissimo breviario sull’opera lirica che è Figaro su, figaro giù (Fuori Thema, 1994), ne propone una icastica e irriverente sintesi definendolo: tragedia della distrazione. Scambi di persona, nemici che invece sono fratelli, donne che abbracciano sconosciuti credendo che si tratti del romantico amato, madri che bruciano i figli, agnizioni tardive e devastantemente drammatiche, flashbacks, amori disperati e disperatamente tragici: tutto questo è Trovatore.

Siamo dunque, indiscutibilmente e indubitabilmente, in pieno Dramma. Verdi stesso, con grande ottimismo, ebbe a dichiarare: dicono che questa opera sia troppo triste e che vi sono troppe morti. Ma infine tutto nella vita non è morte?.

Eppure, è altrettanto impossibile negare che i meccanismi narrativi di Trovatore, messi in moto dalla penna romantica di Antonio García-Gutiérrez dal cui El trovador Salvatore Cammarano trasse il libretto, non siano poi quelli che tengono incollati miliardi di persone a cose tipo Beatiful, Dinasty, Un posto al sole. Sarà la speranza di esorcizzare le disgrazie? Chi lo sa. Ma alla fine, forse dobbiamo comunque portare rispetto verso i percorsi oscuri che orientano il gradimento verso vicende drammatiche capaci di affascinare così tanta gente.

E poi, non dobbiamo dimenticare la parte Melo . Che è altrettanto grande e potente. Ricordiamoci che se un’opera dell’umano ingegno ha raccolto e tuttora raccoglie (meritatamente) gradissimo seguito, ha sicuramente ragione lei.

RECITE E BIGLIETTI

Come già per Don Giovanni, se non siete stati previdenti, potrete contare solo sui 30 biglietti di ingresso in vendita un’ora prima dello spettacolo. Tutte le 10 recite sono infatti già esaurite in prevendita.

Per ulteriori informazioni:

Biglietteria del Teatro Regio

piazza Castello 215

Tel. 011.8815.241/242/270

di Stefano Mola