Tribunale Ecclesiastico Regionale

Febbraio 19, 2001 in Attualità da Claris

“E’ il momento in cui il Tribunale, nella consapevolezza di dovere la massima trasparenza, esce dal suo abituale e fisiologico riserbo per sottolineare pubblicamente l’importanza del lavoro che svolge esercitando a nome dei Vescovi la potestà giudiziaria, un’attività che pone a contatto con il disagio di quella cellula fondamentale per la società e la Chiesa rappresentata dalla famiglia e nel cui ambito si prendono decisioni che possono risolvere problemi di coscienza, determinare un indirizzo nuovo di vita e in taluni casi interessare lo stesso rapporto del fedele con la Chiesa.” Ecco l’esordio, particolarmente significativo, della relazione del Vicario giudiziale sull’attività del tribunale regionale.

Il saluto del card. Severino Poletto è stato uno dei momenti formativi principali in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Regionale Piemontese. Le sue parole sono state accolte con estrema attenzione dai partecipanti alla cerimonia. Leggiamo alcuni passi del suo discorso.

“Quest’appuntamento ci offre ancora una volta la possibilità di concentrare la nostra attenzione sulle delicate tematiche legate al matrimonio e alla famiglia, dimensioni nodali della convivenza sociale, sulle quali il Magistero della Chiesa non si stanca di far sentire la sua voce, dal momento che in tali realtà, inscritte nel piano della creazione, si innesta mirabilmente l’azione di grazia sacramentale.

Mi preme qui ribadire quanto affermato dal Santo Padre Giovanni Paolo II nel discorso tenuto alla Rota Romana il primo febbraio scorso: «Tra le più ardue sfide che attendono oggi la Chiesa vi è quella di un’invadente cultura individualista, tendente a circoscrivere e confinare il matrimonio e la famiglia nel mondo del privato. L’unica via – sono ancora parole di Giovanni Paolo II – attraverso cui può manifestarsi l’autentica ricchezza e varietà di tutto ciò che è essenzialmente umano è la fedeltà alle esigenze della propria natura». (L’Osservatore Romano, 2 febbraio 2001, p.7).

La rilevanza dell’istituto matrimoniale e la sua centralità nell’esperienza umana ed ecclesiale rendono ragione dell’importanza del servizio reso dal Tribunale Ecclesiastico, chiamato a realizzare la delicata dialettica fra verità e carità. A ben vedere, i due termini non possono essere contrapposti, dal momento che l’attenzione alle esigenze della carità, cioè la cura per le persone e per le loro complesse e spesso sofferte vicende esistenziali, che vengono presentate al giudizio del Tribunale Ecclesiastico, non può che radicarsi nel riconoscimento della verità delle scelte compiute da ciascuno, consapevoli del fatto che l’uomo non può separare ciò che Dio ha unito, cioè del carattere assolutamente indissolubile del matrimonio consumato fra battezzati.

Tutti sappiamo quanto sia vero il detto: «iustitia retardata, iustitia denegata», e facciamo nostro l’auspicio che l’incremento del numero dei Giudici permetta la progressiva riduzione dei tempi d’attesa per l’esame e la decisione delle cause matrimoniali.

Anche l’inserimento nell’organico di fedeli laici, nel ruolo di Difensori del vincolo, apre una strada che dovrà essere percorsa con coraggio, garantendo loro un dignitoso e stabile inquadramento economico.”

Tribunale ecclesiastico regionale piemontese di prima e seconda istanza

Dati statistici relativi all’attività giudiziaria nell’anno 2000 – Cause di primo grado

Pendenti al 31 dicembre 1999: 343

Introdotte nell’anno 2000: 147

Concluse nell’anno 2000: 178

Sentenze affermative (consta la nullità del matrimonio): 134

Sentenze negative (non consta la nullità del matrimonio): 27

di Claris