Trappola per topi

Maggio 11, 2003 in Spettacoli da Stefania Martini

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The Mousetrap, scritta nel 1952 da Agatha Christie (1890-1976) come rifacimento teatrale di un vecchio racconto della stessa autrice intitolato “Tre topolini ciechi” è un classico del teatro del Novecento, e del teatro “giallo” in particolare. E’ l’unico esempio di dramma rappresentato ininterrottamente ogni sera a Londra (inizialmente in The Ambassadors Theatre di Londra, dal 1974 nel St. Martin Theatre), a partire dalla prima.

All’alzarsi del sipario, il palcoscenico è completamente buio. Una voce alla radio annuncia: . …e, secondo Scotland Yard, il delitto è avvenuto a Paddington, in Culver Street 24… La vittima era una certa Maureen Lyon. La polizia sta ricercando attivamente, per interrogarlo, un uomo visto nelle vicinanze all’ora del delitto. Costui indossava un cappotto scuro, una sciarpa chiara e un cappello floscio…

E su queste parole ha inizio lo svolgimento di quella che la stessa autrice definiva così:” E’ il tipo di commedia alla quale si può portare chiunque… non è proprio un dramma, non è proprio uno spettacolo dell’orrore, non è proprio una commedia brillante, ma ha qualcosa di tutt’e tre e così accontenta la gente dai gusti più disparati”.

L’azione si svolge in un albergo della campagna londinese appena inaugurato, durante una tormenta di neve. I due proprietari dell’albergo “Castello del Frate”, Mollie e Giles Ralston, un artista mattoide, una signora di mezza età noiosa e petulante, un maggiore dell’esercito inglese in pensione, una ragazza disinibita e mascolina, un ospite straniero inatteso, e un sergente della polizia: questi sono, stando alle apparenze iniziali, gli otto protagonisti del dramma.

Intanto tutte le vie di comunicazione sono bloccate per la neve, e qualcuno ha tagliato i fili del telefono. “Castello del Frate” è letteralmente isolato dal mondo, e una musichetta sinistra aleggia per le sue stanze: la “sigla dell’assassino”.

Il luogo in cui si svolge la vicenda rappresenta la classica “camera chiusa” tanto cara ai romanzi gialli (ed altrettanto perfetta da portare in scena), e tutti i personaggi vi vengono prima raccolti e poi “intrappolati”, un po’ come succede nel famosissimo “10 piccoli indiani”.

Il modo in cui essi si muovono all’interno della loro prigione e la suspence creata dal sospetto e dalla caccia al colpevole sono i punti di forza della commedia, insieme al leit motive dei “Tre topolini ciechi” che riecheggia in ogni stanza con le sue note e con i suoi versi , creando un’atmosfera fiabesca e allo stesso tempo terribile.

Inutile tentare di indovinare chi sia l’assassino: gli indizi ci sono, ma la Christie li ha nascosti così bene che difficilmente possono essere individuati… se non alla seconda lettura!

Trappola per Topi

Dal 10 maggio 2003.

Teatro Alfieri, Piazza Solferino 2, Torino. Tel. 011/5623800

di Stefania Martini