Torna Monsù Travèt

Gennaio 6, 2003 in Spettacoli da Claris

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Un consorzio per un classico, così potremmo definire la nuova rappresentazione de ‘Le miserie ‘d Monsù Travèt’. L’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, la Rassegna di teatro nelle lingue del Piemonte, il Contato/Teatro Giacosa di Ivrea e l’Associazione culturale Liberipensatori “Paul Valery” sono i mecenati che permettono a Oliviero Corbetta di portare sul palcoscenico Mario Brusa, Stefania Patruno, Mario Zucca e Davide Garbolino nella rivisitazione dell’intramontabile capolavoro del teatro piemontese con cui si sono misurati tutti i maggiori interpreti della scena regionale e non solo. Da Giovanni Toselli a Mario Casaleggio, da Erminio Macario e Carlo Campanini a Gipo Farassino, infatti, Monsù Travèt ha cambiato mille facce, riuscendo sempre a raccogliere consensi nel pubblico per la sua genuinità ‘piemonteisa’.

La prima, pensate, andò in scena al Teatro Alfieri di Torino il 4 aprile 1863 e venne molto apprezzata da Alessandro Manzoni. Vittorio Bersezio scrisse un testo incentrato soprattutto sul cambiamento, sul grande rito di passaggio dal Risorgimento alla costruzione dell’unità, dentro il quale si colloca la vicenda umana del povero, vessatissimo impiegato, un antenato di Fantozzi, potremmo dire!

Ma la vicenda originale non è solo focalizzata sulle miserie di Travèt, quanto anche su Torino, che, pur rimanendo sullo sfondo, è forse la vera protagonista del dramma. La scena è ambientata in un momento cruciale della storia del capoluogo piemontese, e cioè nell’imminenza della perdita del ruolo di capitale, in procinto di essere trasferita prima a Firenze e, in seconda e definitiva battuta, a Roma. Da allora, Torino è sempre stata una città laboratorio, fucina di idee e progetti, innovazioni e avanguardie troppo presto esportate (o espropriate?) fuori regione. Oggi come allora Torino si trova a dover fare i conti con probabili mutamenti epocali, soprattutto nella sua struttura produttiva. E proprio quell’antica e nobile civiltà del lavoro, così geneticamente presente nel DNA torinese, è al centro della scena anche in questo ennesimo e riuscito allestimento.

In questi anni troppi equilibri decennali si stanno rapidamente spostando verso un nuovo modo di concepire la vita lavorativa, rischiando di mutare profondamente le abitudini di vita dei torinesi. Dramma quindi del tempo e sul tempo, inteso sia come orizzonte della storia, sia come fenomeno meteorologico (una bufera di neve si abbatte, infatti, sulle vie che si incastrano geometricamente sotto la Mole), il Travèt viene proposto da Corbetta e Brusa in questo nuovo, attesissimo allestimento, rispettoso del linguaggio originario, ma anche reinventato, grazie a un’impostazione registica innovativa. Il che si addice a un testo che dev’essere considerato, qual è, un classico e come tale rimesso in scena senza timori reverenziali.

Da segnalare infine che è stato realizzato l’audiovisivo “Travet e i miei tempi”, grazie alla “Fondazione Opera pia S. Paolo”, alla “Fondazione Bersezio”, al Centro studi Piemontes, al Museo Nazionale del Risorgimento, alla Famija Turinèisa.

Le miserie ‘d Monsù Travèt

8 gennaio Savigliano – Teatro Milanollo

9, 10, 11, 12 gennaio Torino – Teatro Carignano

14 gennaio Ceva – Teatro Comunale Marenco

15 gennaio Casale Monferrato – Teatro Municipale

22 gennaio Vercelli – Teatro Civico

20, 21 febbraio Ivrea – Teatro Giacosa

22 febbraio Tortona – Teatro Civico

Informazioni:

  • per la rappresentazione al Teatro Giacosa di Ivrea tel. 0125.641.161 (il Contato del Canavese)

  • per tutte le altre rappresentazioni tel. 011.516.9422 (Teatro Stabile)

    di Claris