Sul giornalismo

Gennaio 19, 2010 in Libri da Gabriella Grea

Titolo: Sul giornalismo
Autore: Joseph Pulitzer
Casa editrice: Bollati Boringhieri
Prezzo: € 10,00
Pagine: 127

PulitzerPulitzer. Subito la mente corre al più ambito premio americano di giornalismo, letteratura e musica e si avvicendano i nomi delle “penne”, che hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento. In realtà JP, ungherese, naturalizzato americano, fu uno dei maggiori giornalisti ed editori, vissuto nella seconda metà dell’ottocento.

Raggiunse l’America nel 1864 e dopo aver lavorato per alcuni giornali di Saint Louis acquistò il “Wolrd” di New York nel 1883, trasformandolo rapidamente in una testata di grande diffusione.

Promosse un giornalismo d’inchiesta, che permise la denuncia di politici e finanzieri corrotti, “sapremo salvaguardare il primato della costituzione, l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e l’incorruttibilità della giustizia? Oppure avremo un governo del denaro e dei disonesti”. Questa domanda risuonò durante la cerimonia d’apertura del primo anno accademico della Scuola di Giornalismo della Columbia University da lui fondata nel 1912.

Queste poche pagine presentano due saggi di Pulitzer, arricchiti dalla post-fazione di Mimmo Candito, Scuola di Giornalismo alla Columbia University e Il potere dell’opinione pubblica.

“In qualsiasi stato il cui sistema di governo sia essenzialmente democratico non può avvenire alcun cambio di dinastia, amministrazione o carta costituzionale che non sia conseguenza diretta dell’azione dell’opinione pubblica, che nelle moderne forma di governo è efficace in misura esattamente proporzionale alla libertà delle persone.” […] “L’opinione pubblica in quanto forza morale e politica trova ispirazione ed espressione nella stampa e nell’oratoria”. […] “Con l’avvento del giornale si iniziò a capire che nel mondo era nato un nuovo potere, dotato di un’inaudita capacità di plasmare, di modificare e influenzare la più grande tra le forze moderne, ovvero l’opinione pubblica della maggioranza” [pg 88-89].

“ Nel considerare il potere crescente dell’opinione pubblica, il giornalista deve avvertire la profonda responsabilità che ricade su tutti coloro che in qualche misura ne sono alla guida” [pg 95].

Non dobbiamo dimenticare però il terzo assioma di Paul Watzlawick , secondo il quale il modo di interpretare la comunicazione è funzione della relazione tra comunicanti. L’opinione pubblica dunque influenzerà responsabilmente la qualità dell’informazione in funzione della sua coscienza civile. L’obiettivo utopistico diventa quindi uno scambio sì complementare, tra diversi per professionalità, interesse a campi d’azione, ma simmetrico, tra uguali, per serietà e rigore morale.

di Gabriella Grea