Sudori mischiati

Gennaio 20, 2003 in Sudate Carte da Redazione

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Quando lei si alzò dal letto un’ombra di sudore rimase tracciata sul lenzuolo bianco, sindone del suo corpo spossato e gratificato. Io restavo disteso, la schiena appiccicata al letto, le mani impegnate a girare una canna.

Marina entra nella doccia e subito lo scroscio dell’acqua mi trasmette una sensazione di freschezza che s’impadronisce dei miei desideri, m’accendo lo spino aspirando a pieni polmoni, il gusto amarognolo dell’erba che si scioglie sulla lingua; nuove gocce di sudore m’imperlano la fronte.

Mi alzo anch’io dal letto, nudo e umido, cerco le mutande, ed è difficile quando non si può accendere la luce per non svegliare un bimbo di tre mesi, illuminando la stanza con la punta di una sigaretta. Alfine le trovo, le indosso, incrocio lo sguardo di Marina, o almeno così mi pare nella penombra, e il profumo della sua pelle investe le mie narici, donandole un piacere inaspettato.

Mi apro una Becks, la sento scivolarmi giù per la gola e nuove perle di sudore mi rigano il viso, a segnale un abbassamento improvviso della temperatura interna.

Sono a metà bottiglia quando Marina bisbiglia

– Tu non te la fai la doccia? Sei sudatissimo, sento la tua umidità da qua.

Mi avvicino a lei tastando l’aria con le braccia allungate davanti a cercare eventuali ostacoli, mi chino e le sussurro all’orecchio

– Io non mi lavo, perché questo è il più bel sudore che abbia mai avuto in vita mia: non è maleodorante, mi ci sono abituato e lo indosso con piacere. Mi porta gli attimi stupendi che abbiamo trascorso insieme poco fa, e nessuno potrà mai rubarmene il ricordo. In più, questa notte, posso dormire vestendo i nostri umori mischiati. No, proprio non mi lavo.

La ragazza preme il viso sul mio, me lo bagna di calde lacrime, mi stringe la mano e ricominciamo a fare l’amore

– Anch’io voglio dormire con il tuo sudore.

E l’accontentai.

di Gianluca Ventura