Stupidi insetti

Febbraio 1, 2002 in il Traspiratore da Redazione

Imprigionato nella sua stessa rete, il piccolo ragno sta per essere mangiucchiato da un vorace calabrone. Mai visto nulla di più stupido; ancora più divertente è pensare che la vittima ha impiegato non meno di tre giorni per costruire la sua bara.

E’ da un po’ che l’osservo. Ultimamente non ho molto da fare, così mi capita spesso di stare ore a fissare il soffitto. Penso a niente e seguo il lavorio degli insetti. Non avete idea di quanti ce ne possano essere in una casa di campagna, che magari non è stata ripulita da un certo periodo e che ha di continuo le finestre aperte.

Ve ne sono di volatili e di non: io temo particolarmente i primi e studio con grande attenzione gli altri. Di solito basta il ronzio di una mosca a rendermi nervoso e quando il nemico si fa pericoloso (la campagna è ricca di calabroni in questa stagione) non posso evitarmi di intervenire. Mi alzo a piedi nudi sul letto, La Stampa in una mano, lo schiacciamosche nell’altra, e ingaggio un tremendo duello volante con mostri pelosi con non so quante ali e con un pungiglione che mi fissa spesso da troppo vicino. Fino ad oggi ho sempre vinto io, anche perché son convinto che se uno di quei cosi dovesse un giorno disgraziatamente toccarmi, morirei d’infarto.

Invece se si tratta di tranquilli passeggiatori dei soffitti mi corico sereno, la testa sul cuscino e gli occhi fissi a scrutare il benché minimo spostamento del ragno all’angolo destro, giusto sopra lo specchio; o le lunghe marce degli scarafaggi incolonnati in migrazione da una parte all’altra della stanza. Le formiche sono le più laboriose e anche quelle che mi stanco più in fretta di osservare: troppi spostamenti, briciole enormi sorrette da quattro fragile zampettine… E quella Regina Madre a non far nulla: mi sembra una banda di sfigati che si fanno sottomettere da un figuro più grosso di loro. La solita legge del più forte.

Tutte queste osservazioni, che generano conseguenti riflessioni, mi portano ad una conclusione inconfutabile: ultimamente non ho molto da fare.

Il Traspiratore – Numero 33

di G. Ventura