Stralci di verità

Maggio 12, 2002 in Arte da Redazione

30734(1)Osservando le numerose fotografie esposte lungo le sale di San Filippo, constatiamo ancora una volta quanto la fotografia sia un documento eccellente di verità quando è nelle vesti di un testimone imparziale. Proprio come nel caso specifico, il viaggio fotografico compiuto in Iraq nel 1999, in due tappe successive, dallo spagnolo Balbontin.

Il fotoreporter esplora Baghdad in ogni suo aspetto, documentando le inammissibili, disumane condizioni del popolo iracheno. Sulla pellicola si sono impresse povertà, scarsità alimentare e conseguente malnutrizione, mancanza di medicine, sfruttamento minorile.

Il messaggio, lo stesso: vergogna.

Vergogna perché, causa il regime, l’embargo, l’uranio impoverito regalo degli americani, un popolo muore sotto gli occhi di tutti, anche se, si dice, “in piena legalità”.

E intanto Saddam impera, e s’insinua ovunque, anche tra le conversazioni, come si può vedere nella fotografia relativa al Quartiere Al-kademic, in cui è ritratto alle spalle dei sudditi seduti su pietre, mentre Lui si adagia su confortevoli cuscini.

E intanto la disperazione impera, e s’insinua ovunque, anche negli animi di madri imploranti per la salvezza delle loro “creature”.

Eppure forte, come le immagini ci documentano, è la lotta per la sopravvivenza. E implicito è l’urlo “l’uomo può tutto se lo vuole”. W la libertà. Urrà al diritto di vivere.

di Barbara Cantoia