Stefania Belmondo

Febbraio 17, 2006 in Sport da Federico Danesi

PRAGELATO – Di mestiere, in questi giorni, sta facendo la spalla per le telecronache delle gare di fondo, ma in cuor suo vorrebbe essere ancora lì, a lottare in mezzo al gruppo. Lo si sente da come Stefania Belmondo incita i suoi vecchi compagni e da come trova sempre una giustificazione per i risultati non sempre brillanti degli azzurri.

Quasi al termine della prima settimana, proviamo a tracciare con lei un bilancio: “Eravamo partiti fortissimo con la prima medaglia, adesso non ne sono più arrivate ma non dobbiamo abbatterci né fare dei processi. Il livello dei nostri avversari è molto alto e dobbiamo sempre avere rispetto degli altri”.

Anche oggi, però, risultati magri. Come li spieghi?

La tecnica classica non è mai stata il nostro forte, lo sapevamo. Comunque credo che i ragazzi si siano difesi bene, hanno fatto quanto potevano. Le condizioni erano estreme, con la nevicata fitta che c’era e comunque c’é chi ha fatto bene.

Ti riferisci a Valbusa?

Sì, è uno che non molla mai e lo ha dimostrato ancora una volta. Sono contento che gli serva per trovare un posto nella staffetta, per quello che ha fatto in carriera se lo meritava.

Le piste continuano a dimostrarsi durissime. Troppo?

No, è giusto che ci siano le condizioni per fare la differenza. Vale per gli atri come può valere per i nostri. Adesso stanno per arrivare veramente le gare che ci possono favorire.

A cominciare dalle staffette?

Perché no? In fondo le ragazze lo scorso anno ad Oberstdorf hanno conquistato una medaglia di bronzo quasi inattesa e potrebbero ripetersi oggi. Domani poi tocca alla squadra maschile, e ì siamo tra i favoriti.

D’accordo, ma Paruzzi e Valbusa sono alla loro ultima Olimpiade e dietro non si vede molto. Come mai?

Dobbiamo dare il tempo alle giovani di crescere. La Follis è già ad un buon livello, le altre potranno maturare, ma non devono avere pressione.

Intanto le vecchiette vincono. Non ti ha fatto male vedere che la Pedersen, 41 anni, è andata a medaglia?

No, nessun rimpianto per le decisioni che ho preso. Certo che un po’ di nostalgia c’é.

Lei è mamma come te, ma è tornata alle gare…

Vero, ma le sue gemelle sono nate 14 anni fa, i miei figli sono ancora troppo piccoli e preferisco stare un po’ con loro.

L’Estonia ha tre ori, l’Italia un bronzo. E’ solo un caso?

Credo proprio di sì. Molte delle gare sono state a loro favore, specialmente per la Smigun che a tecnica classica viaggia fortissimo. Ma da qui alla fine ci rifaremo.

di Federico Danesi