Stato di Emergenza

Febbraio 3, 2002 in Technology da Redazione

25363Il mondo dei videogiochi è sempre stato guardato con un occhio di diffidenza dagli organi di censura, più o meno in tutte le parti del mondo: censure che difficilmente hanno colpito nella stessa maniera altri settori dell’entertainment quali, per esempio, le pellicole cinematografiche.

In questi primi giorni di febbraio esce un gioco che farà sicuramente parlare di se proprio per le caratteristiche di violenza gratuita che tanto fanno drizzare i capelli ai sedicenti psicologi e sociologi che spesso, invece di occuparsi di argomenti seri, non perdono tempo per buttare fango su questo o quel videogioco.

Il gioco in oggetto è State of Emergency, sviluppato da Rockstar, team di programmatori che già avevano partorito il bellissimo (e violentissimo) GTA3.

Lo scenario di State of Emergency è, per quanto parodistico, molto vicino agli argomenti attuali. L’ATO (America Trade Organization) tramite le forze armate sta cercando di imporre un ordine sociale costituito a suon di violenza e corruzione. Il giocatore controlla un gruppo di rivoltosi (no global?) che ha come obiettivo far fallire il piano della potente organizzazione. Quest’obiettivo si può raggiungere in un solo modo: con attacchi contro la polizia e i mercenari incaricati dalla ATO usando tutti i mezzi possibili, dalle spranghe alle molotov, passando per vare armi da fuoco.

Il gioco è suddiviso in missioni e piano piano il giocatore, immerso in una città completamente in 3D e popolata da centinaia di persone, deve riuscire a sconfiggere le forze armate.

Nella bolgia cittadina, tra lacrimogeni e bombe incendiari, ci sono anche quelle frange di rivoltosi che approfittando del caos cercano di depredare negozi, banche, insomma non combattono per la causa. Anche questi saranno nostri nemici, dato che così facendo il movimento ne risentirà verso l’opinione pubblica.

Come dicevamo prima l’argomento e le situazioni che si vengono a creare nel gioco sono decisamente caldi e questo non potrà portare che ad un polverone di polemiche, che sicuramente daranno ancora più risalto al titolo di Rockstar.

25364(1)In realtà, nonostante l’estrema violenza del gioco, il tutto è caricaturale, i personaggi protagonisti del gioco sembrano degli eroi da fumetto e non credo che le situazioni che s’incontreranno nel titolo porteranno qualcuno a tirare bombe carta al prossimo G8.

Certo è che per trovare qualcosa di originale, le software house cercano sempre di più di spingersi ai “limiti”, facendo in modo che le proprie produzioni (non sempre all’altezza) traggano pubblicità gratuita anche dalle polemiche che nascono intorno a questo fenomeno.

Il problema nasce quando il gioco è di scadente qualità e punta solo sul fatto che è “politically incorrect” per vendere qualche copia. L’esempio lampante di questa categoria è certamente Carmageddon, un titolo che in passato ha fatto parlare di sé solo ed esclusivamente perché più passanti si investivano con la propria auto e più punti si guadagnavano: un gioco tecnicamente brutto, noioso e molto al di sotto degli standard qualitativi del periodo, ma ugualmente stravenduto solo ed esclusivamente per l’azione iperviolenta (e completamente gratuita).

Questo, fortunatamente, non dovrebbe essere il caso di State of Emergency, che dai filmati distribuiti in giro per la rete sembra un titolo di buona qualità; state comunque sicuri che sentiremo parlare spesso nei prossimi mesi dell’ultima fatica di Rockstar Games!

di Davide ‘Zak’ Moretto