Spettacolo di niente

Gennaio 25, 2004 in Medley da Sonia Gallesio

Maurizio Donzelli_1Per Maurizio Donzelli (Brescia, 1958) l’arte è manifestazione di meraviglia. Il mezzo ch’egli predilige, e con il quale tenta di avvicinarsi quanto più possibile alla natura delle cose, è il disegno. Quel magico artificio che, come dichiara, “è punto delicatissimo di memoria, è intuizione, […] un varco tra noi e l’intorno”. Una sorta di codice d’accesso, dunque, e di finestra caleidoscopica sul mondo.

La ricerca di Donzelli si sviluppa attraverso il segno, espediente narrativo che trova la sua ideale concretizzazione nella leggerezza e nell’immediatezza dell’acquarello, oppure – in antitesi soltanto in apparenza con la tenuità delle immagini elaborate in virtù della suddetta procedura pittorica – nella complessità dell’iter esecutivo proprio dell’incisione, come dimostra questa esposizione.

In verità, le trascorse sperimentazioni dell’artista sono facilmente accostabili alle problematiche e alle riflessioni che dalla calcografia possono scaturire. Rendendosi necessario un dato sforzo per vincere – almeno in parte – la rigidezza della forma obbligata, l’incisione diviene una valida opportunità per ricercare al meglio l’espressione e l’espressività del segno. Superati progressivamente alcuni vincoli tecnici, la stampa può tramutarsi in una sorta di metaforico “campo privilegiato di prova dell’imprevisto” (Luigi Ficacci).

Maurizio Donzelli_2Per l’esposizione romana in corso, Donzelli compone due soggetti di base, una traccia biomorfica all’acquaforte ed una costellazione di dilatate aree cromatiche incise all’acquatinta. Segmentando la stampa di uno di essi e sovrapponendola all’altro, dà origine ad una serialità di derivazioni differenti.

Sebbene questa sia la prima volta che l’autore si cimenta con le tecniche calcografiche, gli elementi fondanti la sua ricerca si rivelano icastici e ben riconoscibili. Come indicato da Ficacci nell’introduzione all’edizione calcografica pubblicata in catalogo (Edizioni Mazzotta, 2003), difatti, “il disegno di Donzelli, sia applicato nel procedimento dell’acquerello, o smembrato in una condizione di sospensione dello spazio, o fuso nella qualità del vetro, è la liberazione dal limite, la riduzione al prelogico che può esprimersi esclusivamente nel visuale, dove la riflessione mentale non è progetto, ma presa d’atto, meraviglia estetica”.

Appare palese, del resto, come questo nuovo approccio rappresenti un ulteriore, naturale e necessario sviluppo di quanto saggiato dall’artista con la Macchina dei Disegni. Un’ingegnosa ‘creazione’, quest’ultima, lungi dal poter essere considerata una mera occasione performativa, grazie alla quale il segno trova attuazione di sé – potenzialmente infinita – mediante una produzione continua di immagini concepite in risposta ai liberi e spontanei desideri del pubblico.

Maurizio Donzelli_3Nell’ambito dell’incisione, inoltre, proprio come accade quando l’avvincente Macchina è in azione, il tema dell’attesa – legato all’approdo finale all’opera – assume una valenza tutt’altro che trascurabile. Con una significativa variante, però, costituita dalla necessità dell’intervento pratico di diversi operatori. Figure professionali ‘esterne’ della cui collaborazione l’autore si avvale anche per la realizzazione delle recenti e bellissime vetrofusioni, rappresentate in mostra da un buon numero di esemplari (Corpo che respira, 2002; Medusina, 2003).

Complementare a quello dell’attesa è il concetto del trascorrere del tempo. Non scindibile dalla complessità delle fasi della pratica incisoria, è elemento essenziale nella stesso modo in cui, durante il funzionamento misterioso della Macchina dei Disegni, diviene anello di congiunzione tra il desiderio dello spettatore, l’intuizione creativa dell’artista e l’elaborazione-emissione dell’immagine.

Insieme ai multipli prodotti nella stamperia della Calcografia e alle vetrofusioni, sono presenti i video Spettacolo di niente ed Indugio, la serie di acquerelli e tecniche miste su carta Risonatore (2002-2003), i cangianti Mirrors contenuti in box di legno e vetro (2003).

Oltre alle opere di Maurizio Donzelli, le sale dell’Istituto Nazionale per la Grafica ospitano le proposte del duo partenopeo Vedovamazzei (Stella Scala, Napoli, 1964; Simeone Crispino, Frattaminore, 1962) e di Sislej Xhafa (Pejo, Kossovo, 1970).

Maurizio Donzelli – Spettacolo di niente

Vetrine alla Calcografia, edizione 2003

Istituto Nazionale per la Grafica, Palazzo Fontana di Trevi

via Poli n. 54, Roma

Fino al I° febbraio 2004

Orari: tutti i giorni, dalle 10.00 alle 19.00

Ingresso: intero € 5,00; ridotto € 3,00

Catalogo: Edizioni Mazzotta, Milano

Per informazioni: tel. 06 69.98.01

di Sonia Gallesio