Sogni di carta sotto l’ombrellone

Agosto 4, 2003 in Libri da Stefano Mola

35355

È di nuovo tempo di fare la valigie. L’anno scorso, uno strepitoso sondaggio estivo di un settimanale dava alla lettura la dignità suprema di strumento da acchiappo. Il libro sotto l’ombrellone elevato al rango dell’addominale delineato, del topless, della barchetta 9 metri ormeggiata di là perché non vieni a fare un giro. O quasi. Che tempi corrono, 365 giorni dopo?

Diciamo subito che nella torrida estate 2003, il solo pensiero di correre evoca drammatiche perdite di liquidi e sali minerali. Le catastrofi ambientali impongono un pensiero ecologico politicamente corretto, che porti a centellinare con cura le risorse. Da questo punto di vista che cosa c’è di meglio che sdraiarsi da qualche parte per sognare avventure in mari e terre lontani, evitando di emettere gas serra spostandosi vorticosamente da una parte all’altra del pianeta, oppure imbottigliati senza rimedio in un ingorgo, con tutto il tempo per uno studio sociologico sulla follia umana, avendo i soggetti sotto mano? O anche solo evitando di sprecare corrente elettrica accendendo la TV?

La nostra coscienza può quindi dormire sonni tranquilli. Leggere è un atto ecologico e responsabile. E poi, vedi mai che qualcuno/a sia rimasto/a ancora attaccato/a all’idea che chi legge ci ha un sacco di fascino…

Ma dopo questo inquadramento storico e sociologico dei tempi che non corrono ma avanzano faticosamente sotto una comoda cappa a 35°C (quando va bene), veniamo finalmente al nostro dovere. Che è poi quello di consigliarvi come concretizzare l’atto ecologico della lettura.

Ebbene, per prima cosa la new entry nell’empireo privato dei nostri idoli letterari. Stiamo parlando di Jonathan Franzen, con il suo “Le correzioni” (Einaudi). Se qualcuno prova a dire che il romanzo è morto, oppure anche solo che si sente poco bene, mandatelo in un angolo a leggere questo strepitoso libro. Che ha il respiro ampio dei romanzi ottocenteschi, quelli capaci di restituirci la dimensione di un’epoca e di una società, e al tempo stesso estremamente moderno, pieno di cose, fatti, dettagli, vita. E struttura. C’è, al di sotto delle vicende della famiglia Lambert, una ricchissima serie di rimandi e di specchi. Eppure, questa struttura (potentissima, perché deve reggere un libro di 600 pagine scritto nell’arco di 8 anni) non appesantisce, non scalfisce l’ironia, la capacità di mettere a fuoco la follia dei tempi senza diminuire in nulla l’umanità delle figure descritte, e mostra una capacità vera di raccontare le loro storie. Con una scrittura capace di illuminare epicamente l’oscuro rapporto tra noi e le cose. Si veda lo strepitoso attacco del capitolo 3, la descrizione del rapporto tra la follia incipiente di Alfred, il capofamiglia dei Lambert, e la nave su cui è in crociera.

Sempre restando su una numero mastodontico di pagine, ma cambiando radicalmente genere, ecco “Io uccido” di Giorgio Faletti, (Baldini & Castoldi). Del resto d’estate avrete pure un po’ più di tempo no? Quindi non fatevi prendere dal panico della dimensione. Ebbene, al di là di qualche ingenuità di scrittura (uso di metafore un po’ facili, per esempio) tanto di cappello a Faletti per la capacità di tenere sempre viva l’attenzione del lettore con una trama robusta e ricca di colpi di scena. La storia di un serial killer nel Principato di Monaco e dintorni, e un ispettore dello FBI a riposo con alle spalle un passato dolorosissimo.

35354Poiché d’estate si spende già molto, ecco alcuni consigli economici. Da un po’ di tempo (e a mio parere meritoriamente) i quotidiani distribuiscono in edicola libri in edizioni assai dignitose, con rilegatura in copertina rigida, per soli euro 4,90. Si tratta spesso di capolavori della letteratura che possiamo scoprire quindi senza svuotare eccessivamente il portafoglio. Tra quelli che ho letto più di recente, segnalo senz’altro “Vergogna” (nei libri de La Repubblica), romanzo dello scrittore sudafricano J. M. Coetzee, recente vincitore del Premio Internazionale Grinzane “Una vita per la letteratura”. Uno spaccato del Sudafrica attuale attraverso la storia di un professore universitario incapace di trattenersi dal cedere al sesso. Un libro che racconta una caduta, che si interroga se sia ancora possibile dare un significato all’etica, che ci mette di fronte agli occhi la banalità del male e le trasformazioni di una società molto diversa dalla nostra, ma che presenta sicuramente spunti di riflessione anche per noi. Una scrittura gelidamente analitica, per nulla indulgente, di grandissima efficacia e valenza simbolica.

Sempre in edizione economica, ma questa volta nelle edizioni de La Stampa, segnalo “L’amante senza fissa dimora”, di Fruttero e Lucentini, esercizio sulla possibilità di raccontare oggi una storia d’amore a Venezia. Infine, è uscito nei Miti Mondadori in una elegante edizione rilegata con copertina rigida, ma con le dimensioni piccole proprie della collana “Non ti muovere”, di Margaret Mazzantini, vincitrice con questo romanzo del Premio Grinzane 2002. Una intensa e dolorosa storia d’amore, una lingua concretissima, piena di cose rumori odori.

Terminiamo con quello che potrebbe essere il caso letterario della prossima stagione. È “Alba gelida” dello scrittore americano James Caroway. Anche qui abbiamo a che fare con una storia d’amore, tenera, dolorosa, disperata, descritta con un linguaggio crudo ma capace di aprire profondissimi squarci di poesia. Il libro ha iniziato a circolare negli USA in edizioni semiclandestine scaricabili da internet, prima di venire pubblicato dal grande editore Simon & Schuster. In Italia (ma è una storia che vi racconteremo poi) se lo è aggiudicato un piccolo editore sardo, “Trucomannu”.

Buona estate e arrivederci a settembre.

di Stefano Mola