Se tu ti formi rosa

Dicembre 10, 2007 in Spettacoli da Roberto Canavesi

se tu ti formi rosaLa scrittura di Laura Pariani è da sempre molto attenta al rapporto donna-fede con un occhio di riguardo ad esperienze di vita particolari come quelle delle monache e, più in generale, del mondo religioso: è così anche per “Se tu ti formi rosa”, l’ultima fatica di Assemblea Teatro, regia di Lino Spadaro, in scena al Teatro Agnelli per il cartellone di Insolito 2007-2008.

L’universo femmineo è anche questa volta al centro di una vicenda ambientata in un convento dove il canonico inquisitore è intento a raccogliere le testimonianze legate ad una misteriosa morte di una sorella, per nulla amata a dire il vero, la cui esistenza si dipinge subito di un torvo mistero: in convento dall’età di sedici anni per sfuggire a una morte certa, a seguito di una fosca vicenda passionale, la Sorella infedele attira presto tutte le attenzioni negative delle altre donne, le consorelle come le converse, che la vivono e la dipingono come emanazione diabolica arrivata a turbare l’equilibrio spirituale delle mura del Sacro Sepolcro. Ed oggi che la giovane donna giace su di un catafalco, in attesa di ricevere l’estremo saluto, se ne ripercorre la sofferta parabola esistenziale attraverso una serie di racconti che evidenziano come la vita all’interno del Sacro Sepolcro tutto sia fuorché un tranquillo ménage spirituale di preghiera e meditazione: in questo contesto irreale, dalla spiccata ambientazione medievale, emergono infatti delazioni e ripicche, costrizioni e punizioni che trasformano la vita di preghiera in una diabolica via crucis.

Annapaola Bardeloni, Gisella Bein, Roberta Fornier, Simona Nasi, Silvia Nati, Roberta Triggiani, Valentina Virando e Valentina Volpatto sono le otto apprezzate interpreti di questo noir dalle tinte fosche dove la complessità dell’intreccio è metafora di una condizione umana e spirituale che, al cospetto della morte, sembra chiamata a fare i conti con un’intera esistenza: un testo teatralmente “aperto” che lascia allo spettatore la possibilità di molteplici interpretazioni, in questo senso fedele alla miglior tradizione del genere giallo.

di Roberto Canavesi