Rusalka

Gennaio 22, 2007 in Spettacoli da Stefano Mola

RUSALKA

VassilevaLa prima opera sulla scena del Regio nel 2007 è il capolavoro del compositore boemo Antonín Dvořák, ovvero Rusalka. Questa stagione, finora, è stata all’insegna dell’evento: la Turandot nuda, Il Flauto Magico riscritto da Baricco. L’allestimento che viene presentato qui è quello di un nome che ultimamente è risuonato parecchio nelle cronache: ovvero Robert Carsen. Il motivo? Il provocatorio Candide andato in scena a Parigi, e di cui La Scala pare si sia pentita. Siamo quindi particolarmente curiosi di confrontarci con quanto Carsen ha inventato per questa opera. La messa in scena si annuncia originale e di grande impatto visivo. Ma di questo, vi daremo conto dopo aver visto lo spettacolo. Prima recita Mercoledì 24 Gennaio, alle 20:00.

UN’OPERA AL BIVIO

Due parole su quest’opera. Quanto alla trama, è un infelice amore. La ninfa Rusalka è innamorata di principe. Per incontrarlo, è disposta ad assumere sembianze umane, pur al prezzo di perdere la parola. Il giovane si innamora ma non troppo: nel giorno delle nozze segue senza farsi troppi problemi una rabbiosa e passionale principessa straniera cattura le sue attenzioni. Rusalka ritorna al lago, avviata a un destino di tristezza eterna. Il principe non riesce però a liberarsi dell’ossessione-Rusalka. Morirà chiedendo perdono tra le sue braccia. Simbolismo a piene mani. Leggete l’intera trama nel sito del Regio.

Una data: 31 Marzo 1901. Per la prima volta, va in scena Rusalka. Siamo sul colle tra due secoli, tra due mondi. Anche da questo punto di vista si tratta di un’opera simbolica, anfibia. C’è una tensione tra la musica e il testo. Le note di Dvorak sono pienamente tardo-romantiche. Tracce di accenti popolari. Colore. Respiro ampio. Malinconia struggente. Eppure, nessuna inquietudine. La visione è ancora piena, ogni cosa al suo posto. Niente si disgrega. L’irrisolta e mistica frantumazione mahleriana non c’è, così come sono assenti tracce di altri fermenti musicali nuovi (si badi bene: non è una critica, la musica è bellissima, è una constatazione).

Dall’altra parte, il testo di Jaroslav Kvapil. Dominio del simbolismo, tracce di decadentismo. Diafane esili fanciulle pre-raffaellite dai lunghi capelli in acqua affollano facilmente l’immaginazione. Non si può negare qualcosa di malato, malsano, incompleto, inconscio, torbido. Il testo ha già svoltato, è già dall’altra parte, nel tempo nuovo. Ecco un altro motivo per cui quest’opera è interessante, e perché è ancor più interessante vedere che cosa ne saprà fare Carsen.

GLI INTERPRETI

Partiamo dal podio. Torna al Regio Gianandrea Noseda, per la prima volta nelle vesti di Direttore Principale del Teatro. La ninfa Rusalka sarà l’affascinante soprano bulgaro Svetla Vassileva, di nuovo gradita ospite della nostra città dopo le ottime prove fornite l’anno passato in Bohème e Manon Lescaut. Nella parte del principe, per la prima volta al Regio, il tenore slovacco Miro Dvorsky. La strega Ježibaba sarà interpretata dal contralto russo Larissa Diadkova, mentre lo spirito dell’acqua avrà la voce di Franz Hawlata mentre Patrizia Orciani sarà la passionale principessa straniera. Ai protagonisti si alternano rispettivamente Angeles Blancas Gulin, Keith Olsen, Sim Touriek, Pavel Kudinov e Hedwig Fassbender. Maestro del coro, Claudio Marino Moretti. Come già detto, la regia è di Robert Carsen, che firma anche le luci insieme a Peter Van Praet. Michael Levine è autore delle scene e dei costumi, mentre le coreografie sono di Philippe Giraudeau, i video di Eric Duranteau.

INFO

Otto recite, dal 24 Gennaio al 4 Febbraio

Per informazioni e vendita biglietti

Biglietteria del Teatro Regio

Piazza Castello 215

Tel. 011.8815.241/242

[email protected]

www.teatroregio.torino.it

di Stefano Mola