Ritorna Bohème

Ottobre 10, 2004 in Spettacoli da Stefano Mola

boheme

L’EVENTO

La stagione 2004-2005 del Teatro Regio si apre Martedì 12 Ottobre con un titolo amatissimo, che proprio nella nostra città debutto nel 1896: Bohème, di Giacomo Puccini. L’allestimento è quello che il regista Giuseppe Patroni Griffi preparò per l’edizione del centenario nel 1996, con le scene e i costumi di Aldo Terlizzi, sempre per il Regio. Nessun stravolgimento scenico: ritroveremo la reivenzione, fedele al testo, della Parigi ottocentesca. Il Caffè Momus, simbolo del Quartiere Latino. La soffitta dove Mimì e Rodolfo bruciano la vita e l’amore. Ecco le parole del regista stesso: In opere come Bohème non puoi fare altro che attenerti al volere del compositore: è tutto scritto, tutto previsto, dal caminetto che si accende alle ordinazioni da Momus! Io non amo particolarmente gli stravolgimenti temporali, le opere in epoca moderna.

Gli interpreti sono di valore assoluto: Angela Gheorghiu e Roberto Alagna. Due voci bellissime, all’apice della fama, col tocco aggiuntivo di glamour e mondanity: sono coppia anche nella vita. Musetta sarà Donata D’Annunzio Lombardi, mentre Lucio Gallo impersonerà Marcello. Fabio Previati sarà Schaunard, Giovanni Battista Parodi. L’Orchestra del Teatro Regio sarà diretta da Evelino Pidò (Il mio sarà un Puccini quasi cameristico). Maestro del Coro e del coro di voci bianche sarà Claudio Marino Moretti.

LA STORIA

bohemeSi può (ancora) raccontare la storia di Bohème, ovvero una delle opera più rappresentate al mondo? Mimì, ricama. Rodolfo, che-cosa-faccio-scrivo, poeta (squattrinato: nella prima scena usa un suo manoscritto per accendere il fuoco) . Si incontrano, si amano. Lui è geloso. Lei è malata. Forse lui spera che lei possa trovare un benestante che le permetta di curarsi. Si lasciano. Si ritrovano solo per l’ultima disperante scena, dove lei muore. A contorno, un’altra coppia meno programmaticamente distruttiva: Marcello (pittore) e Musetta (per sua vocazione/fa la Rosa dei venti/gira e muta soventi/e d’amanti e d’amore). Poi, un filosofo, Colline, e un musicista, Schaunard.

Comunque, nel sito del Teatro Regio, trovate un riassunto più dettagliato. Oppure leggete interamente sitoil libretto che Illica&Giacosa trassero dal romanzo Murger.

BOHÈME, PUCCINI, (LA MUSICA DEL)L’AMORE

Pensiamo a quando Rodolfo attacca O soave fanciulla. Parte un terremoto emotivo. Sulla stupenda melodia pucciniana, in un crescendo da torrente primaverile in piena, visto in un giornata tersa tra il verde appena sbocciato, sembra che Rodolofo venga sradicato da se stesso grazie al sentimento d’amore nascente. Non è tanto importante fare attenzione al testo che canta Rodolfo. Se proviamo a leggerlo, come molti dei libretti d’opera, possiamo facilmente trovarlo poco sostenibile. Per esempio: in te, vivo ravviso/il sogno ch’io vorrei sempre sognar! (ricordiamo che la premiata ditta Illica&Giacosa scrive a fine 800).

Eppure, se io avessi una sola scelta possibile per illustrare cosa può avvicinarsi a generare un’emozione paragonabile a quei rari momenti di estasi, o almeno di presunta estasi, dell’innamoramento, credo proprio che sceglierei questo momento di Bohème. Anche per quanto viene dopo, quando la massa musicale diminuisce, e Rodolfo prova per un attimo un piccolo smarrimento, sulle parole Già mi mandi via?. Ecco qui invece la fragilità, il terreno che si ghiaccio sottile e potenzialmente s’incrina, prima della ripresa finale. E poi la schermaglia, cemento che consolida il pavimento condiviso, quel Curioso! di Mimì in risposta a Rodolfo speranzoso sul dopo-serata-con-gli-amici. Infine lo sfumare delle voci fuori scena, quell’amore due volte battuto.

Uno dei momenti più grandi di Puccini. La forza della sua melodia sta anche in questo: c’è sempre sotto la lingua come un retrogusto di musica facile. Quando però ce la si trova di fronte, anzi addosso, perché per l’emozione ecco un’adolescenziale pelle d’oca, non si può non convenire che si materializza un qualcosa, che confessato o no, tutti vorremmo poter provare almeno una volta nella vita, e che solo in alcuni momenti riusciamo ad avvicinare. E secondo me, nessuno meglio di Puccini riesce a darci questo.

Bohème è quindi amore, quello giovane, quello che vorremmo con tutte le nostre forze assoluto, mitologico. Ma è ovviamente anche amore tragico. Perché poi l’amore spesso ce lo troviamo tra le mani compresso tra andare al supermercato oppure al lavoro. In Bohème, lo scontro con i vincoli del reale è fortissimo, travolgente, definitivo. Abbiamo dei giovani artisti poveri che rimangono poveri. E nelle soffitte fredde non si può curare la tisi.

DETTAGLI & LINKS

Dodici recite, e tre cast, dal 12 al 24 Ottobre.

Informazioni, prenotazioni e acquisto biglietti:

Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215

Tel. 011.8815.241/242/270

[email protected]

www.teatroregio.torino.it

Il sito della società pucciniana

Come sempre, consiglio caldamente gli articoli di SistemaMusica.

di Stefano Mola