Rapsodia per Ettore e Andromaca

Ottobre 26, 2001 in Spettacoli da Stefania Martini

Nuovo appuntamento del 3° Festival di Cultura Classica venerdì 26 e sabato 27 Ottobre. “Rapsodia per Ettore e Andromaca” ha già raccolto un vivo interesse lo scorso anno e sta registrando un piacevole “tutto esaurito”.

Rapsodia drammatizzata e coordinata dell’Iliade di Omero, traduzione e drammaturgia di Pierpaolo Fornaro, interpretata dagli attori della Compagnia Torino Spettacoli (Franco Vaccaro, Nicole Vignola, Maurizio Rossi, Ivana Valla, Alessandra Azimonti, Carlo Nigra), diretti da Girolamo Angione e con Bruno Zaggia alla fisarmonica.

Ricavata seguendo uno dei tanti fili tragici del cantore guerriero ed umanissimo non è atto arbitrario, ma quasi esperimento restaurativo. E’ infatti ricuperabile così la saga dell’eroe difensore e del suo compianto affidato a voci femminili. Ettore, prima delle battaglie decisive saluta la madre Ecuba, la cognata Elena e la moglie Andromaca. E’ imminente e già presentita la sua morte: le donne già faticano a trattenere lacrime; queste si riverseranno copiose sul cadavere e sarà sconvolgente elogio. Come guerriero e come uomo insieme Ettore avrà così onori di pianto finché il sole risplenderà sulle sciagure umane.

Già in Omero infatti si evince il problema tragico: il dolore umano è condizione esistenziale senza rimedio sufficiente, esso non ha senso bastante ad appagare una consapevole richiesta di giustizia; ed altri decidono per noi senza stretta relazione con i nostri personali meriti. Ma l’eroe ne è consapevole, e sa accettare il feroce destino. Per lui s’apre per tempo, come si augura, la terra, per non assistere a quello che sa inevitabile; non rinuncia, perciò, a contrastare con tutte le forze il dolore delle persone più amate e più indifese, del figlio, delle donne, della sua donna soprattutto. Come nella tragedia il destino decide per noi; da noi dipende però che non decida tutto di noi. Accettare per nobili motivi la morte è, in qualche modo, evitare il suo trionfo assoluto. A noi resta la possibilità d’essere interamente uomini, effimeri come le foglie ma assertori d’un valore da consegnare al ricordo di tutti gli uomini. Incontrare la donna per Ettore è riconfermarsi nella sua scelta più generosa e forte. Ed il pianto commosso diventa, nel rapsodo e nell’uditore, occasione di catarsi; e pianto fa rima naturale con canto.

Rapsodia per Ettore e Andromaca

Periodo: venerdì 26 ottobre (ore 10 e 21), sabato 27 ottobRapsodia per Ettore e Andromaca

Al Teatro Erba questo fine settimana la saga del mtico eroe. Ettore, prima delle battaglie decisive, saluta la cognata Elena e la moglie Andromaca…

Nuovo appuntamento del 3° Festival di Cultura Classica venerdì 26 e sabato 27 Ottobre. “Rapsodia per Ettore e Andromaca” ha già raccolto un vivo interesse lo scorso anno e sta registrando un piacevole “tutto esaurito”.

Rapsodia drammatizzata e coordinata dell’Iliade di Omero, traduzione e drammaturgia di Pierpaolo Fornaro, interpretata dagli attori della Compagnia Torino Spettacoli (Franco Vaccaro, Nicole Vignola, Maurizio Rossi, Ivana Valla, Alessandra Azimonti, Carlo Nigra), diretti da Girolamo Angione e con Bruno Zaggia alla fisarmonica.

Ricavata seguendo uno dei tanti fili tragici del cantore guerriero ed umanissimo non è atto arbitrario, ma quasi esperimento restaurativo. E’ infatti ricuperabile così la saga dell’eroe difensore e del suo compianto affidato a voci femminili. Ettore, prima delle battaglie decisive saluta la madre Ecuba, la cognata Elena e la moglie Andromaca. E’ imminente e già presentita la sua morte: le donne già faticano a trattenere lacrime; queste si riverseranno copiose sul cadavere e sarà sconvolgente elogio. Come guerriero e come uomo insieme Ettore avrà così onori di pianto finché il sole risplenderà sulle sciagure umane.

Già in Omero infatti si evince il problema tragico: il dolore umano è condizione esistenziale senza rimedio sufficiente, esso non ha senso bastante ad appagare una consapevole richiesta di giustizia; ed altri decidono per noi senza stretta relazione con i nostri personali meriti. Ma l’eroe ne è consapevole, e sa accettare il feroce destino. Per lui s’apre per tempo, come si augura, la terra, per non assistere a quello che sa inevitabile; non rinuncia, perciò, a contrastare con tutte le forze il dolore delle persone più amate e più indifese, del figlio, delle donne, della sua donna soprattutto. Come nella tragedia il destino decide per noi; da noi dipende però che non decida tutto di noi. Accettare per nobili motivi la morte è, in qualche modo, evitare il suo trionfo assoluto. A noi resta la possibilità d’essere interamente uomini, effimeri come le foglie ma assertori d’un valore da consegnare al ricordo di tutti gli uomini. Incontrare la donna per Ettore è riconfermarsi nella sua scelta più generosa e forte. Ed il pianto commosso diventa, nel rapsodo e nell’uditore, occasione di catarsi; e pianto fa rima naturale con canto.

Rapsodia per Ettore e Andromaca

Periodo: venerdì 26 ottobre (ore 10 e 21), sabato 27 ottobre ore 21, lunedì 29 ottobre ore 10

Luogo: Teatro Erba, corso Moncalieri 24, Torino

Ingresso: posto unico L. 15.000; ridotto speciale (studenti e abbonati Torino Spettacoli) L 8.000

Informazioni: tel. 011.661.5447; fax 011.661.5415.

re ore 21, lunedì 29 ottobre ore 10

Luogo: Teatro Erba, corso Moncalieri 24, Torino

Ingresso: posto unico L. 15.000; ridotto speciale (studenti e abbonati Torino Spettacoli) L 8.000

Informazioni: tel. 011.661.5447; fax 011.661.5415.

di Stefania Martini