Proposte per la primavera

Marzo 28, 2001 in Moda da Redazione

17080(1)L’inizio della primavera vede il ritorno del neo-romanticismo, con l’imporsi dei colori pastello rosa, azzurro, con l’abbinamento del beige a una tinta arancione appena accennata… Credevamo che il romanticismo fosse morto con le tendenze degli ultimi anni Ottanta, invece esso si è riproposto in tutta la sua estrosità, in particolare tra gli stilisti francesi.

Vale la pena, in quest’inizio di primavera, rivolgere una particolare attenzione proprio agli stilisti francesi, come Bernhard Willhelm, che propone raffinate camicette bianche con maniche a palloncino. Come Jean Paul Gautier, che propone un look lingerie, che ormai non sorprende più, ma può ancora piacere per quella sottolineatura delle linee del corpo, accentuata da una sottoveste.

Ritornano anche gli abiti liberty, come quelli proposti da Balenciaga, in cui i volants paiono completamente destrutturati e si avviluppano intorno al corpo. Lo stilista parigino Ungaro ripropone, invece, i fiori. In questa primavera paiono combinarsi piuttosto bene le righe orizzontali ai bouquet di fiori: a ribadire l’importanza delle righe è stata la stilista Sonia Rykiel, che si può considerare l’incontestabile iniziatrice delle righe alternate di colore nero e arancione, o nero e rosso, o nero e giallo.

Bouquet di fiori, invece, per le giovani modelle di Cacherel, che rappresenta da sempre la firma delle eterne e inguaribili romantiche.

Come non avere nostalgia del romanticismo nella moda quando si ricordano i primi passi delle collezioni italiane. Era il 12 febbraio 1951, quando a Firenze, per la prima volta, le case di moda italiane sfilavano da sole, sottraendosi al predominio incontrastato dell'”haute couture” parigina e francese: il nobile Giovanni Battista Giorgini, infatti, apriva le porte della sua aristocratica villa fiorentina per accogliere i modelli italiani. Era una grande scommessa, che sarebbe stata vinta grazie all’eleganza innata dei modelli di Roberto Capucci o di quelli firmati dal marchese Emilio Pucci, che stupì la platea di aristocratiche e ricche signore per i suoi colori, dal rosa shocking all’azzurro, al verde mela, tanto nei tessuti quanto in una maglieria estremamente raffinati. Era il trionfo della moda italiana, che, in quei primi anni, proveniva tutta dall’alta aristocrazia italiana, con le creazioni della principessa Caracciolo, del marchese Emilio Pucci e della duchessa Visconti.

Per ripercorrere quegli anni, oggi può bastare una visita in quella che, a lungo, è stata la capitale della moda, Firenze, dove si può visitare la Galleria del Costume, cui sono stati donati, in occasione dei cinquant’anni della moda Pitti Immagine, i materiali provenienti dall’archivio Giorgini, che testimoniano quegli anni. A Venezia si è potuta recentemente visitare (fino al 27 febbraio) l’interessante mostra di Roberto Capucci, in cui abiti veri si affiancano ad abiti virtuali, tra cui anche uno realizzato con un tessuto speciale, il Meryl Nexten.

Per la prossima primavera-estate tante sono le proposte che la moda offre, tra cui anche quella tendenza che si può definire come il “ritorno dei magici anni Ottanta”, in cui a prevalere erano le seguenti indicazioni di orientamento: le inusuali maniche a pipistrello e le scarpe di vernice nera, che, oggi, sono forse un po’ passate di moda. Tuttavia rimangono “in” alcuni stili, come quello safari, nella sua connotazione chic, dove la sahariana, firmata Céline o Kenzo, riacquista un ruolo primario. Un altro stile è quello del “total paillettes”, incarnato molto bene da Nini Ricci, che propone l’abbinamento di una gonna in paillettes versione argento con una dolcevita sottile in Lycra.

L’eleganza è comunque come sempre costituita da tanti piccoli dettagli, come le camicie in satin di seta, abbottonate sul retro, con un semplice nastro che scende tutt’intorno al collo, abbinata a una gonna con volants, in cotone e seta.

di Mara Martellotta