Pomodori verdi fritti

Dicembre 3, 2007 in Libri da Gustare da Simona Margarino

Titolo: Pomodori verdi fritti e altre ricette
Autore: Barbara Buganza
Casa editrice: Il Leone Verde Edizioni
Prezzo: 10.00
Pagine: 84

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La settimana scorsa ne ho pescato uno, ma era così grosso che non siamo riusciti a tirarlo a riva… – Davvero?… Altroché! Lo abbiamo fotografato, perché era una rarirtà, e la fotografia da sola pesava venti chilli.

Siamo tra Birmingham e Montgomery, in Alabama, nel mazzo di fiori avvizziti degli anni Venti, quando la Grande Depressione di un’America indifferente si diverte a stritolare vite disperse a metà strada tra la povertà e la desiderio di vendetta. C’è il Ku Klux Klan che ammazza la Legge, ci sono i bianchi che possono solo o odiare o fare gli eroi, ci sono i negri che sanno di dover essere vittime, quando va bene.

Mentre prelibatezze e giorni difficili si consumano nel locale di Idgie, dove dalle mani nere di Sipsey escono gnocchi così leggeri da volare, nelle baraccopoli dei barboni Jim Smokey il vagabondo seppellisce il ragazzo stramazzato sotto i colpi delle spranghe della Legione. Già, la casa del Sud offre menù diversi a seconda del colore.

In questa terra divisa i binari della ferrovia corrono senza toccarsi: da un lato stanno le graziose dimore di legno che nascondono pettegolezzi, dall’altro vivono quelli che un tempo erano schiavi e ora non sono liberi. La realtà dura sul filo dell’acciaio, pronta a tagliare i ponti, e l’immaginazione in riva al fiume, pronta a pescar pescigatto giganteschi.

Qui se gli alibi della razza giusta trovassero in quella sbagliata un appiglio di accusa, potrebbero esplodere fuochi artificiali, di quelli che feriscono. Invece almeno per una volta il barbecue scuro di Big George copre l’odore di maiale del cadavere Frank Bennet e la sua testa chiara gettata ad espiare in una buca del giardino. Intanto le anatre si portano via il lago e il Club dei Cetrioli Sottaceto è una locomotiva che continua ad inventare fandonie, coprendo la verità con gardenie e incredulità.

Eppure alla fermata di Whistle Stop quello che fischia non è un treno, ma storie antiche sussurrate dall’ottuagenaria signora Ninny Threadgoode alla repressa casalinga Evelyn, prima di morire trascinandosi nella polvere fotografie e una nostalgia che fa un po’ male. La nostalgia degli umili locali in cui si serviva caffé all’ultimo dei vicini di casa e un sorriso al primo venuto.

“Pomodori Verdi fritti e altre ricette” di Barbara Buganza (Il leone verde Edizioni, Torino, 2006) è il libro di Fanny Flag*, e il film di Jon Avnet**, un compendio di cose già sentite e viste, ma che non disturba riascoltare. Perché i disegni dell’autrice e le ricette dello chef Paolo Serra tramandano la favola dell’arcobaleno che parte da chissà dove e, a esser fortunati, porta in cima al mondo (come per Condoleeza Rice dalla stessa Birmingham) oppure alle porte aperte di una piccola trattoria dove i pomodori di sempre profumano ancora di amicizia e coraggio.

* “Pomodori Verdi fritti al caffè di Whistle Stop”, Fannie Flagg.

** “Pomodori Verdi fritti alla fermata del treno” di Jon Avnet, Life International – DEAN FILM, USA, 1992.

di Simona Margarino