Pensieri intorno a un castello

Giugno 12, 2001 in Libri da Stefano Mola

Sabato 16 maggio verranno proclamati i supervincitori del premio Grinzane Cavour. Grinzane è prima di tutto (prima nel senso di tempo, non di importanza) un castello. Nella foto che ho davanti si vedono le vigne salire ripide per congiungersi alle mura, difficile dire se il castello sia la piena realizzazione della collina verso il cielo oppure se il castello abbia avuto bisogno della collina per addolcire la sua verticalità verso il piano. Un castello: dunque un luogo di difesa. Se qualcuno ha costruito tutto questo, viene da pensare, dev’esserci qualcosa di prezioso, dentro, da custodire. Altrimenti perché queste mura, e questa torre? Forse per guardare lontano, ma anche per astrarsi, un poco, per cambiare prospettiva, per offrire un punto di vista diverso. Poi dal castello si può anche uscire, ed è bello immaginare adesso un cavaliere, nella luce fresca del mattino che rimbalza abbagliante sulla corazza lucida, alzare lancia e scudo in segno di saluto. Andare per il mondo, e poi tornare.

Il tesoro del castello di Grinzane adesso è il libro: più che il libro, la diffusione del libro (dunque il cavaliere). Come altro qualificare un premio che ha come giurati gli studenti, (suddivisi in diciannove Giurie Scolastiche scelti in Italia nelle scuole medie superiori e all’estero nei licei italiani e nelle Università), oltre alla solita giuria di letterati istituzionali? Studenti che leggono i 6 libri finalisti e poi scelgono. Scusate se mi faccio portare un po’ dall’enfasi, sarà questo vento che fa garrire i gonfaloni lassù, sopra la merlatura e che come dice la canzone “agita anche me”, ma a me sembra una cosa bella. Almeno un tentativo, uno sforzo di avvicinare i giovani, nel momento cruciale della scuola, al tesoro della lettura (che può dare il punto di vista diverso, come una torre). Qualcosa per cui partecipare e non solo subire, qualcosa non soltanto chiuso nelle segrete, nei bulimici banchetti di parole attorno a tavole rotonde autoreferenziali (perché anche se del castello ho subito riposto in fondo al sacco l’immagine più inquietante, quella che ne fa il simbolo della labirintica esclusione Kafkiana, comunque la guarderei ogni tanto, di soppiatto, come un monito).

Ma a guardare il castello (e non saliamo adesso sulla torre, altrimenti poi guardiamo verso Alba, e zac, Fenoglio, e più là, S. Stefano Belbo e zac, Pavese, e il vento ci porta via, però queste vicinanze ci fanno pensare che le cose non avvengono a caso) dimentichiamo di citare i finalisti:

Narrativa italiana

Giuseppe Bonura, “Le notti del cardinale”, Nino Aragno Editore

Manlio Cancogni, “Il mister”, Fazi Editore

Diego Marani, “Nuova grammatica finlandese”, Edizioni Bompiani

Narrativa straniera

Amin Maalouf, “Il periplo di Baldassarre” Edizioni Bompiani

Chaim Potok, “In Principio”, Edizioni Garzanti

Antonio Skarmeta, “Le nozze del poeta”, Edizioni Garzanti

Premio giovane autore esordiente

Richard Mason, “Anime alla deriva”, Edizioni Einaudi

Premio di traduzione

Umberto Gandini

Premio “Civiltà dell’editoria”: Hans Magnus Enzensberger

E poi, come se non bastasse, Premio speciale per i 20 del Premio Grinzane Cavour a Toni Morrison, e premio internazionale “Una vita per la letteratura” a Doris Lessing.

Insomma… tenendo conto che in passato tra i premiati troviamo Gunter Grass, Wole Soyinka, Nadine Gordimer, Kenzaburo Oe (ma forse, più importante ancora dei nomi, è quel discorso di prima, del castello).

di Stefano Mola