Paz 77, genio indimenticato

Novembre 18, 2001 in Spettacoli da Redazione

25093(1)La proiezione di “Paz ‘77”, documentario di un’ora realizzato in Betacam da Stefano Mordini, è stata accolta sabato con grande calore dal pubblico del Torino Film Festival. La sala due del cinema Massimo si è immediatamente riempita di una folla eterogenea che ha assistito con grande attenzione alla presentazione del film dalla voce del giovane e bravissimo autore che ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a girare un documentario su Andrea Pazienza e sul ’77, anno cruciale della contestazione studentesca a Bologna. “Paz ‘77” è un film che racconta di un grande scrittore e disegnatore di fumetti, ma è anche un film sul Dams da Pazienza frequentato, sulla ventata di creatività che aveva accompagnato la nascita del “corso degli artisti”, sulla politica di quegli anni e sulla libertà di espressione.

Facendo riferimento ai recenti avvenimenti di Genova Stefano Mordini ha sottolineato la funzione oggi determinante del digitale come mezzo di documentazione della realtà e di arricchimento dell’informazione ed ha suggerito un parallelismo tra questo nuovo strumento e la macchina fotocopiatrice che, ai tempi di cui si narra nel suo film, forniva ad un numero sempre crescente di persone la possibilità di veicolare opinioni diverse, punti di vista eterodossi.

“Paz ’77” è un percorso, un itinerario nel passato che ci riporta un’immagine vivida e non stereotipata di quegli anni e che restituisce, attraverso spezzoni che lo vedono protagonista, ma anche grazie al contributo degli amici e della moglie Marina Comandini Pazienza, una testimonianza affettuosa su un grande artista. Nelle parole di Milo Manara, Freak Antoni degli Skiantos, Sergio Staino, Tanino Liberatore, e di tutti gli altri amici protagonisti di questo film, Andrea Pazienza rivive nella sua grandezza di genio del fumetto ma anche nella sua pienezza di uomo, anticipatore della sensibilità del nostro tempo e refrattario a qualsiasi irregimentazione. Essere onnivoro, visionario e vitale, amante del disegno, cultore dei pennarelli, Andrea Pazienza ha lasciato un vuoto ed il sentimento di irreparabile frustrazione per non aver potuto assistere ad un secondo tempo che si annunciava grandioso.

di Elena Bottari