Patriots, un trionfo atteso 42 anni

Febbraio 6, 2002 in Sport da Federico Danesi

25390Forse neanche nei loro sogni i Patriots potevano immagine un Superbowl così. Quattordici punti di margine per i Rams, questa la quotazione più favorevole da parte dei bookmakers. E invece New England è campione del mondo, al termine della finale più spettacolare degli ultimi anni: 20-17 grazie ad un calcio di Adam Vinatieri dalle 36 yards proprio all’ultimo secondo, in una gara che ha tenuto attaccati allo schermo centinaia di milioni di spettatori in tutto il mondo. Nessuno si poteva augurare di meglio, con buona pace dei Rams, usciti sconfitti e mortificati nella finale che invece doveva sancire il loro trionfo e il secondo titolo in tre anni.

Se la vittoria dei Patriots è stata una sorpresa, ancor più sorprendente è stato il comportamento della squadra in tutti i suoi settori, ma in particolare del quarterback, Tom Brady. La sua è una storia che piace tanto all’America. Partito come riserva, alla sua seconda stagione nella Nfl, Brady ha saputo ritagliarsi uno spazio vincente, sostituendo al meglio Drew Bledsoe, l’uomo da 103 milioni di dollari, che si è fatto male ad inizio campionato e non è più rientrato, se non nella finale di Conference, quando ha trascinato i Pats alla vittoria su Pittsburgh. Quando coach Bill Belichick, un altro al quale piace sconvolgere i pronostici, ha deciso di dare ancora una volta fiducia a Brady per l’atto conclusivo della stagione, in molti hanno storto il naso, ma i fatti gli hanno dato ragione.

25388(2)Brady ha chiuso la partita con 16 su 27 per 145 yards e un td, facendo assolutamente il suo lavoro, soprattutto nell’ultimo drive, quando ha permesso ai suoi di arrivare al calcio decisivo percorrendo 53 yards nell’ultimo minuto e mezzo. Così, apoteosi finale, è arrivato per lui il titolo di Mvp del Superbowl, beffa nella beffa per Kurt Warner, che ha chiuso con 28 su 44 e 365 yards, ma anche due intercetti.

New England, alla sua terza finale (tutte giocate al Superdome di New Orleans), può così festeggiare il primo titolo in 42 anni di storia. Festa per tutti, anche per quelli che tanto temevano questa partita, appuntamento ideale per eventuali attentati. Tutto liscio e spettacolo goduto appieno, comprese le esibizioni degli U2 e di Mariah Carey, che ha cantato l’inno.

di Federico Danesi