Paralimpiadi? Ne parliamo con Tiziana Nasi

Novembre 2, 2003 in 006 da Redazione

paraolimpiadi

Per Torino il 2006 non sarà solo l’anno delle Olimpiadi. Forse non tutti lo sanno o ci pensano, ma abbiamo la fortuna di ospitare un altro grande evento sportivo internazionale nella nostra Città e nella nostra Regione. Si tratta delle Paralimpiadi, una manifestazione che sarebbe davvero un grave errore far restare nascosta o in secondo piano.

Evitare che ciò accada è uno dei tanti obiettivi del Comitato Organizzativo per le Paralimpiadi. Per saperne di più ho fatto qualche domanda a Tiziana Nasi, presidente del Comitato, che prima di tutto mi ha dato qualche informazione utile per capire al meglio come sarà strutturato questo avvenimento:

– le Paralimpiadi si svolgeranno dal 10 al 19 marzo;

– gli atleti saranno 600-650, suddivisi in tre categorie: paraplegici, amputati e non vedenti;

– le discipline previste sono sci alpino, sci nordico, biathlon, hokey e curling

– le strutture utilizzate saranno le piste di Sestriere, San Sicario e Cesana e i palazzetti di Torino Esposizioni e di Pinerolo;

– il villaggio olimpico sarà al Sestriere e in piccola parte a Torino

– tra atleti, accompagnatori e tecnici, sono previste circa 1200 persone (200 in più di Salt Lake City)!

Quali sono le novità che caratterizzeranno questa edizione delle paralimpiadi rispetto alle precedenti?

Le Paralimpiadi sono un evento in crescita; nel 2006 parteciperanno cinque nazioni in più rispetto all’edizione precedente, per un totale di 40-42 nazioni partecipanti. Poi c’è il “debutto” del Curling, per la prima volta tra le discipline di una paralimpiade. Per quanto riguarda la squadra italiana, per la prima volta parteciperemo alle gare di Hockey.

Cosa può dare Torino alle Paralimpiadi per rendere l’evento sempre più grande e vicino al pubblico?

L’organizzazione comporta grande lavoro e impegno, che il comitato paralimpico condivide con il TOROC. Uno degli impegni maggiori è quello di attirare sempre di più il pubblico, con manifestazioni e eventi sportivi (uno tra tutti, il Paralimpic Day).

Qual è la sua speranza per il 2006?

L’obiettivo è che la gente non guardi più “il disabile”, ma l’atleta, che non deve “intenerire” per il suo handicap, ma colpire e impressionare per le grandissime abilità e la spettacolarità del suo essere sportivo.

di agente Marco Lombardo