Paradise for all

Novembre 25, 2005 in Libri da Redazione

Titolo: Paradise for all
Autore: Alessio Romano
Casa editrice: Fazi Editore
Prezzo: € 12,50
Pagine: 173

paradise for allUn titolo strano per un esordio. Non c’è che dire. Un titolo che ti fa pensare a tutto. Che ti conduce al nulla. Un inglese semplice, traducibile anche dal più inetto dei Mister Brown. Tre parole messe lì, quasi a formare il coro per un inno rock. Quasi come uno slogan. Da campagna elettorale. In questo libro però, nell’esordio di Alessio Romano, c’è altro. Vuoi perché il giovane pescarese, che ha frequentato il liceo a Montesilvano – e chi se non ha amato la saga degli Anto’ che aveva come scenario proprio il bel paese abruzzese? – è un ex studente della Holden. Vuoi perché è furbo. Di quella furbizia che non disturba. Quella leggera che ti mette in scena, come ladro e furbo e possibile assassino, uno di quegli scrittori che in Italia fanno storia. Sandro Veronesi, insomma. Una furbizia che inscena un omicidio. Proprio un argomento o un genere, tutte e due insieme forse, scottante. Scottante per uno, almeno, che di anni ne ha 28. Compiuti da poco. Uno che ha studiato, a Bologna, Lettere Moderne indirizzo Filologico. Uno che adesso vive tra Roma e Pescara. Sta scrivendo il suo terzo romanzo, visto che il primo lo ha steso prima del 2002. E che solo questo ci è dato di sapere.

Un libro, quello di Romano, che si snoda fra le regole di un genere sconosciuto. Fra i pensieri dell’autobiografico, quello più anomalo. Non disdegnando occhietti strizzati, con tanta malizia, alla letteratura. Quella pesante. Condendo tutto con grande maestria e un amore per le parole, che traspare. A tutte le ore del giorno, con tutte le luci.

Il lettore viene trascinato nella scuola di scrittura Holden, Torino. Quella di Alessandro Baricco, tanto per intenderci. La migliore del corso è Elena, quella di cui si inseguirà l’assassino. Quella più brava, più promettente, più bella. Quella che ha uno splendore travolgente che la pervade e che fa ingelosire tutti. Profondamente. La mattina in cui viene scoperto un corpo, nudo e più volte pugnalato il libro si colora. E risplende. Il corpo è di Elena. Della brava, promettente, bella. Di Elena, insomma. Entra in scena allora Matteo, un compagno di corso perdutamente innamorato di lei, legato alla bella tramite un filo leggero, quasi impalpabile. Matteo riceve un sms dal cellulare della vittima, inviatogli pochi istanti dopo l’omicidio. L’assassino lo sfida a rileggere i dodici racconti che la sua amica ha scritto per i laboratori di scrittura della scuola. Racconti duri, di genere, violenti, grotteschi, in cui droga e sesso sono elementi ricorrenti. Cosa c’è di vero nei racconti? E perché l’assassino vuole che Matteo li legga? Inizia così per questo ragazzo, smanioso come solo un surfista a Torino può esserlo, una lunga indagine tra gli insegnanti della scuola – scrittori realmente esistenti trasformati in personaggi di fantasia -, tra gli studenti, tutti aspiranti narratori che annaspano in un talento incontrollabile, e tra una serie di personaggi inquietanti. Realmente inquietanti, a partire dai nomi: il Vecchio che Urla, Filippo, Francesca, Claudia. Nomi banali, estremamente irreali. Un libro che poi sfreccia, ad altissima velocità fra battute ironiche sulla poesia e il pensiero, inspiegabile, che siano i maschi i migliori. A scrivere.

Adesso tutti dicono che Romano sia uno degli allievi più talentuosi della Holden. Non ci resta che crederlo. Vuoi perché le emozioni, le parole, la voglia di andare avanti, di leggere, te la trasmette. Vuoi perché non è semplice, al giorno d’oggi, tenere uno attaccato alle pagine di un libro. Sono in pochi. Pochi davvero.

Riporto, come regalo, trasportandolo dal suo sito dove è presente integralmente il primo capitolo, le frasi dell’attacco. Forse le migliori. Forse no. “A Torino fa freddo già in ottobre, città di merda. Calcio il piumone che cade a terra e mi alzo di scatto, con addosso solo le mutande. Raggiungo il tavolino sotto la finestra e accendo il portatile.” Con queste concludo. Ricordandovi il suo sito. E ricordandovi che ad uno che ammettere di fumare di tutto non si può non dare fiducia. No?

di Flavia Piccinni