Osmosi d’anime

Novembre 20, 2001 in Poesie da Redazione



[La porta dell’anima – Luciana Penna]

Sono un uscio sbattente

L’anima entra ed esce:

un filo la trattiene.

Quando è fuori, protesa,

come equilibrista

vi cammina la coscienza.

[Daniela Allosio]

[Per presentarvi la seconda puntata di Art Poetry, la nostra curatrice Barbara Cantoia ha ideato e vi propone, con fertile e vivida fantasia, una stupenda forma comunicativa. Il dialogo, con testo fuori campo, ci permette di conoscere ed apprezzare appieno i risvolti più intimi e profondi delle poetiche e delle emozioni di due donne di cultura, artiste, ma soprattutto geniali estete, nonché muse per i nostri momenti di riflessione.

La conversazione che segue è la registrazione del dialogo, avvenuto presso l’istituto ottico Thomke di Torino, tra Daniela Allosio, autrice della poesia, e la nota artista Luciana Penna, che con calore e sensibilità ha aderito al progetto Art Poetry. (Claris)]

Osmosi d’anime

[Daniela]

Questa poesia è stata scritta senza pensare perché condensa molti pensieri avuti prima.

Ha allentato per un attimo, un soffio di poche righe, il laccio che tiene legata l’anima al suo guscio-corpo…

[Luciana]

Secondo la filosofia Zen, quando ti sei esercitata al massimo intorno a un’idea, riesci a realizzarla a occhi chiusi.

…ed ecco che Ella si è svelata.

[Daniela]

Per me lo scritto è un momento liberatorio e al tempo stesso un messaggio nella bottiglia che naviga verso altre persone.

[Luciana]

La tua poesia mi piace perché è sintesi, è breve, arriva diretta al punto. Inoltre l’ho sentita mia.

Luciana ci confessa che le piace- talvolta – dare alle sue opere la forma di un libro, in quanto esso, come lei stessa dichiara, è un concentrato di saggezza. Non inopportunamente in questo caso, in cui s’illustra una poesia che parla di esperienze profonde.

[Luciana]

Nel mio quadro l’uscio sbattente è diventato una fuga di porte, simboleggianti la complessità di un’anima che entra ed esce…. La loro sovrapposizione, inoltre, consente di creare il senso dinamico sotteso alle tue parole, Daniela. Il filo invece è qui rappresentato dalle corde tese al massimo.

[Daniela]

Al massimo della tensione morale.

L’Allosio artisticamente si muove sempre come l’equilibrista sopra un filo: il suo bisogno naturale di esplodere in “materia pittorica” la fa vivere nella perenne condizione della latenza tra guarigione e infermità, mantenendo però vigile la coscienza.

[Luciana]

Uscendo dalle porte, l’anima – o è la coscienza? – si muove con un andamento ondulatorio, poi prende le sembianze di un’ala che si libra, (…) e va cercando fuori dei suoi confini, fuori del quadro.

L’opera di Luciana si alimenta degli aliti dell’etereo: spiritualità che si diffonde come onda sonora.

[Daniela]

Va “verso l’oltre della mia ricerca”, come recita la cartolina di presentazione della mia recente esposizione presso ‘La Foresta di Sherwood’ di Torino (9-24 febbraio), Un passaggio: San Gerolamo

Un coronamento per l’Allosio. Ed è significativo che Luciana Penna abbia scelto tra le tante poesie proprio questa, che suona come un’epigrafe, che sancisce un cambiamento, che proclama delle novità a questo punto del percorso artistico di Daniela. Ancora più interessante se consideriamo che è la prima volta che Luciana si misura con un’esperienza come quella di Art Poetry, d’illustrazione di una poesia.

[Luciana]

Nel dare corpo materico al concetto, su questa “ala” ho inciso dei segni, quali fermenti -o ricordi- della coscienza. Le punte collocate alle porte invece indicano le difficoltà della vita, dolori che si succedono, (…) e, come è naturale, trapassano.

[Daniela]

Intravedo tra le porte una spaccatura, come una ferita.

[Luciana]

Non proprio una ferita. È un’apertura strutturale di colore rosso perché arriva in profondità, ove scorre il sangue, ove c’è il cuore. Tramite essa l’anima e la coscienza entrano ed escono in piena libertà.

Nei quadri dell’una e dell’altra, frequenti sono i buchi, i tagli, le striature, le “unghiate”, alludenti a condizioni interiori, o esterne, che sfociano nella volontà di certificare la propria presenza vitale.

[Daniela]

Conficcàti ai lati di questo multistrato ci sono dei chiodi che non sporgono…

[Luciana]

Danno un’idea della stratificazione.

[Daniela]

Ma potrebbero essere gli artigli retrattili del felino.

[Luciana]

Non lo avevo pensato! Li uso spesso, senza sapere perché. Ecco: sono armi per la sopravvivenza, ma discrete, non violente.

[Daniela]

Mi ricordano anche i meccanismi di un cassetto segreto, che, una volta aperto, ci fa scoprire nuovi aspetti della vita.

[Luciana]

Ho sempre amato i congegni segreti; in questo caso l’anima potrebbe uscire perché qualcuno o qualcosa la fa balzare fuori toccandoli…

Dialoghi tra anime cariche di coscienze potenti, uscite da una porta per curiosità di toccarsi e ritornate dentro accresciute della nuova esperienza. Verso nuove identità.

Luciana Penna: riferimenti bibliografici

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di Barbara Cantoia