Omaggio a Charlie Parker

Febbraio 12, 2004 in Spettacoli da Cinzia Modena

ParkerSi racconta che “un tempo, tutti gli africani volavano come uccelli, ma poi, a causa delle loro molte trasgressioni, quelle ali furono loro tolte. Rimasero alcuni, qua e là,… certi che erano passati inosservati e avevano conservato la capacità di volare, anche se a vederli sembravano uomini come tutti gli altri”. Questo racconto, che appartiene alla cultura afro-americana, è tramandato di generazione in generazione e ricorda le origini di tutti gli africani.

Forse Charlie Parker era uno di quegli uomini che potevan volare anche senza ali. Chiamato “The bird”, l’uccello, tanti sono gli aneddoti che permettono di collegare il soprannome all’artista. Un fattore comune esiste: quest’uomo, morto giovane, a 35 anni, aveva una sensibilità fuori dal comune e una velocità di esecuzione che lasciava esterrefatti i suoi contemporanei. Un connubio di intuito e razionalità, riusciva a trasportare in musica ogni suono, rumore, sensazione che la sua esperienza gli faceva incontrare e provare. Uomo amante della vita era curioso di tutto ciò che essa poteva offrire per poter assimilare le sue sfumature.

La sua musica è armonia, velocità, ritmo, riflessione, una costruzione logica dell’esibizione ma anche libertà di esecuzione attraverso gli assoli. Le note non sono mai ripetitive. Ogni brano è complesso ed immediato insieme arrivando dritto al cuore, al piacere dell’ascolto anche da parte di chi si avvicina cautamente o furtivamente al genere.

Il Centro Jazz ha presentato sabato 7 febbraio un tributo a questo grande personaggio ospitando la Zollar System band nell’ambito di Linguaggi Jazz.

La Zollar System band è composta da 5 elementi nella tradizione “Bebop”: pianoforte, contrabbasso e batteria (che insieme sono i tre elementi che costituisco il cd. Bebop, ovvero la base portante della struttura musicale e accompagnamento), tromba e sassofono (sax tenore), le così dette due voci soliste.

Semplicità scenica, grande comunicatività sul palco da parte di tutti i componenti della band, alto livello tecnico e di qualità nell’esecuzione, condito da un sano rispetto e tanto sentimento nei confronti della musica e della musicalità di “The bird” è quanto hanno offerto sul palco del Teatro Regio ad un pubblico accorso numeroso.

La scelta dei brani proposti è stata centrata su quelle partiture dove maggiore è la sensazione del ritmo e dell’armonia, gli elementi chiave di Parker, e che lasciano grande spazio ad occasioni di assoli e improvvisazione. Una proposta volta a far conosce il piacere del volo e della libertà inserendo anche brani di autori che hanno avuto uno stretto legame con Parker, o che sono stati altamente influenzati dalla sua lezione come nel caso di “Memories of You” di A.Razaf e E.Blake.

Note roche e graffianti di tromba o cupe e struggenti di sax, una batteria a volte dai toni soft, appena percettibile, a volte dirompente, un contrabbasso che non sempre accompagna ma la fa da padrone oppure dialoga, come un fedele amico, con gli altri strumenti, dolci note che volteggiano da un pianoforte a coda nero accarezzato da mani tanto delicate quanto precise nei movimenti veloci e nei momenti decisivi.

Attraverso la Zollar System band il pubblico ha conosciuto un Parker amante del ritmo, delle conversazioni a più voci, del cambiamento: niente è fermo nel tempo se non un quadro, forse, e in The Bird questo dinamismo assume una marcia in più. Emerge la voglia di vivere a pieno la vita con i suoi sapori e i suoi colori, spesso accesi come la gioia o l’allegria, comunque intensi come l’amore per una donna.

Questa sensazione è tanto più marcata quando uno stesso brano appare, all’ascolto, composto in realtà da tanti diversi al suo interno eppure legati da uno stesso filo conduttore, da un mutare naturale.

Il titolo di un brano è poco significativo: si narra che Parker non amasse dare i titoli alle sue musiche e che spesso li lasciasse indicare da altri.

E’ una musica da assaporare lentamente e apertamente, lasciando che trovi il suo spazio dentro ciascuno di noi.

Zollar System band

  • James Zollar, tromba

  • Patience Higgins, sax tenore

  • James Weidman, pianoforte

  • Ugonno Okegwo, contrabbasso

  • Bruce Cox, batteria

    James Zollar e Patience Higgins hanno fatto anche parte per diverso tempo della Duke Ellington Orchestra, sotto la direzione del figlio e del nipote del Duca.

    Da segnalare:

  • Live in Harlem – Patience Higgins

  • Soaring with bird – James Zollar

  • All About Time – James Weidman

    Prossimi appuntamenti con Linguaggi Jazz

  • sabato 14 febbraio

    Stefano Bollani – Piccolo Regio – ore 21,00

  • sabato 21 febbraio

    Eliane Elias Expanded trio – Piccolo Regio – ore 21,00

  • sabato 28 febbraio –

    Al Foster Quartet – Piccolo Regio – ore 21,00

    di Cinzia Modena