Mangiare … “nelle vigne”

Dicembre 9, 2010 in Enogastronomia da Meno Pelnaso

Grinzane CavourGuardare da una finestra un condominio di fronte, immerso nella foschia di Torino, farebbe appassire a chiunque il romanticismo, … e qualunque altra emozione!

Quindi, l’invito a fare una scorribanda cultural-enologico-culinaria nelle foschie delle Langhe, nei dintorni di Grinzane Cavour, per di più nel periodo del tartufo, è stato proprio una liberazione.

Presa l’auto, incontrati gli amici alle porte della città e partire è stato facile, il navigatore ha fatto il resto.

La prima tappa è stata il castello di Grinzane.

Per i più è salito alle cronache nel 2009, a causa dello scandalo che ha coinvolto l’allora presidente e motore primo del Premio Grinzane Cavour, ma è un complesso le cui origini affondano attorno al tredicesimo secolo, quindi di storie più interessanti ce ne potrebbe raccontare parecchie.

I mass media però sono andati a nozze quando, dalle nebbie delle indagini, sono venuti fuori ipotesi di festini piccanti, malversazioni (uso improprio dei fondi del Premio) e chi più ne ha più ne metta, salvo poi tacere sugli sviluppi quando la bolla dello scoop si è sgonfiata.

La curiosità morbosa ha così preferito dare maggiore risalto alle presunte vicende pecorecce o alle deprimenti notizie di presunte cattive gestioni di fondi, altresì destinati alla cultura (… che novità!), piuttosto che ricordare che i pavimenti di questo castello hanno sostenuto per quasi vent’anni i passi di un ventiduenne sindaco che avrebbe dato significativi contributi al Risorgimento italiano.

Il suo nome per esteso era Camillo Paolo Filippo Giulio Benso, futuro conte di Cavour.

Liberale, ministro del Regno di Sardegna nel 1850, fu anche più volte capo del governo, nonché primo presidente del consiglio del neonato Regno d’Italia, e con questo incarico lasciò questa terra il 6 Giugno del 1861.

Grinzane1Immerso nelle vigne, il Castello è stato dal 1982 passerella per molti scrittori di talento che venivano premiati dall’associazione del Premio Grinzane Cavour, sciolta nel 2009 a seguito delle indagini appena citate.

Così gli ambienti del mastio hanno visto passare nomi quali Michael Crichton, Jorge Amado, Josè Saramago, Lalla Romano, Vincenzo Cerami, Guido Ceronetti, Mario Rigoni Stern, Fabrizia Ramondino, Alberto Asor Rosa, ma anche Manuel Montalban, Daniel Pennac, Don Delillo, Marcello Staglieno e Rigoberta Menchù, solo per citarne alcuni e chiedendo venia per le altre decine di importanti autori le cui fatiche il Premio ha gratificato.

Grinzane2Oggi tra le sue pareti imponenti continua ancora la tradizionale Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, che in Novembre richiama sempre famose personalità internazionali.

E con questo, assieme ai brontolii che provengono dallo stomaco, che ci ricordano l’altro obbiettivo della gita, ci avviamo verso la Trattoria Nelle Vigne a Diano d’Alba (http://www.trattorianellevigne.it/ita/).

Come il castello, anche la trattoria poggia sulle colline, immersa nei filari di Dolcetto, che in questa stagione sono colorati di verde, giallo e rosso fuoco.

Ci sediamo a tavola in un ambiente piacevolmente rischiarato dalla luce che entra dalle ampie vetrate, sereno, quasi familiare, circondato dai colori intensi e solari dei quadri di Franco FAUSONE, allestitore e scenografo di notevole capacità, a cui le foto pubblicate non rendono forse il giusto merito, nonché marito dell’abile cuoca che rimane nascosta nel suo regno a preparare paste, sughi, carni, salse, verdure e dolci per la felicità degli stomaci, oltre che degli occhi.

Grinzane3Così tra rustico e moderno, tradizionale ma non banale, gli antipasti si susseguono senza tregua ma senza incalzare e tra i tanti mi strafogo di pane fritto con lardo, acciughe in salsa di nocciole e cavolfiore con Bagna Caüda.

Tutti appetitosi e sfiziosi e tutt’altro che minimalisti, tanto che sono solo gli occhi seri della mia dolce … “1/3” (“dolce metà” non renderebbe l’idea delle proporzioni) che, oscillando tra espressioni di sorpresa e tollerante disapprovazione, mi fanno rendere conto che è “solo” il terzo “assaggio” di insalata di galletto quello con cui mi sto riempiendo nuovamente il piatto!

Mi guardo intorno con l’aria del cagnone colpevole e consapevole di aver forse esagerato, poi però vedo che anche gli altri amici fanno esattamente lo stesso, la cosa mi conforta (mal … “ghiottoneria” comune mezzo gaudio! …) e proseguo sereno, … senza più guardarmi intorno.

Poi il profumo del tartufo avvolge delicatamente i tajarin che si sciolgono in bocca, ma anche carne cruda e uova al tegamino.

L’aroma pervade l’aria attorno al piatto senza essere invadente e il sapore della pasta fresca si fonde in un amplesso di sapori delicato … quasi romantico, … forse esagero …, … certo che se siete amanti del fast food forse non potete condividere, ma … non disperate … potete ancora convertirvi!

Grinzane4Comunque non preoccupatevi, a chi non apprezza il gusto del tartufo, vengono comunque proposte numerose ed appetitose alternative, … peccato non avere due o tre stomaci per poterle assaggiare tutte, e la cantina, ben fornita, non lascia nessuno a “bocca asciutta”.

Al termine del pasto, tutt’altro che frugale, in mezzo alle risate degli amici agevolate dal vino e dalla cortesia del personale, i dolci concludono un pasto ricco di sapori tradizionali, ma non scontato o pesante e anche gradevolmente conveniente (sempre che, presi dall’ingordigia, non abbiate ordinato di grattare tutta la riserva di tartufi delle Langhe su ogni portata, dolci compresi …).

È ora di tornare a casa, peccato … ma ci torneremo vero?

Affettuosamente Vostro

Meno Pelnaso

di Meno Pelnaso