Lippi lascia la Juve

Aprile 29, 2004 in Sport da Roberto Grossi

Dopo 5 scudetti, una Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Europea e 4 Supercoppe Italiane vinte nell’arco dei due cicli trascorsi in bianconero Marcello Lippi lascerà la Juve a fine stagione.

A comunicare la notizia è stato lo stesso viareggino, il quale, al termine della partitella del giovedì, si è presentato nella sala stampa del centro Sisport colma per l’occasione di giornalisti e, visibilmente emozionato, ha svelato le sue intenzioni: “E’ arrivato il momento di fare chiarezza sulla mia situazione – ha attaccato deciso – e sul mio futuro. Poco meno di due mesi fa, nel periodo cruciale della nostra stagione, sono andato ad esternare alla società le mie sensazioni, che avevo già da tempo ma non potevo dirle perché eravamo ancora in corsa per la Champions League e per lo scudetto. Non era giusto parlare in quel momento. Solo dopo ho detto ai dirigenti che era giunto il momento che mi facessi da parte, al termine di una favola fantastica vissuta qui, e che non avrei chiesto una lira nonostante avessi ancora un anno di contratto. La società ha provato a convincermi a rimanere, mi hanno anche proposto il ruolo di responsabile dell’area tecnica, ma io sono rimasto fermo con le mie idee. E’ finita una storia favolosa, la più bella della mia carriera, la porterò sempre nel cuore e non voglio che nessuno me la sciupi. Dopo che abbiamo vinto ogni anno qualche trofeo, in due mesi è successo di tutto ed è stato detto di tutto: cose brutte e sbagliate.

Così ho deciso di fare chiarezza. Non vi ho detto prima queste cose perché temevo un rilassamento da parte di qualcuno. Non andrò in nessuna altra squadra per ora: ho avuto contatti ma li ho rifiutati. Per 6-7 mesi starò a casa, poi se arriveranno proposte le valuterò: il mio lavoro di allenatore so già che non finirà qui. A settembre credo che le mani mi suderanno per la voglia di tornare a lavorare ma adesso è ora di staccare e di concedersi, dopo 38 anni di ritiri pre-campionato, una vacanza più lunga. Ad ogni modo vi garantisco e vi ripeto per l’ennesima volta che non andrò mai in un’altra grande squadra italiana”..

E’ il secondo addio juventino di Lippi ma questa volta, a differenza del febbraio 1999, il distacco avviene in maniera molto più positiva: “Porterò tutto l’ambiente nel cuore: società, giocatori, tifosi e anche voi giornalisti, nonostante alcuni disaccordi. Con la società parlo ogni giorno, hanno provato a farmi cambiare idea e adesso mi chiedono consigli e pareri sulla Juve del futuro. Siamo sempre stati in sintonia e non posso che parlare bene dei dirigenti. I giocatori mi hanno dato tutto, sono stati fantastici in questi dieci anni. Loro potranno dare ancora tanto con un altro allenatore, con una nuova guida e nuovi metodi. E’ finito il mio ciclo, non il loro.

Un giorno Osvaldo Bagnoli raccontò che non si possono dire le stesse cose, tutti gli anni, ai calciatori. Ed alcuni, i ‘vecchi’, sono dieci anni che me le sentono dire, è giunto il momento di staccare. A questi ‘vecchi’, una decina, ho comunicato la mia decisione pochi giorni dopo la gara giocata a San Siro con l’Inter. Una sera li ho invitati tutti a casa mia e ho detto la verità: loro hanno capito il mio stato d’animo. Ai tifosi dico che sono eccezionali e lo hanno dimostrato una volta di più quando ci hanno applauditi al termine delle sconfitte subite col Milan e con il Deportivo. Avevano capito che avevamo dato tutto: di più, in quel momento, non si poteva fare. E dovunque vado trovo tifosi juventini che mi abbracciano”.

Dopo la favola-Juve il sogno-Nazionale: “A chi non piacerebbe allenare gli azzurri? – risponde -, ma io non voglio essere l’ombra di nessuno. Trap è stato bravo a formare un gruppo compatto, io sarà il primo tifoso dell’Italia e spero che vinca gli Europei, ha le qualità per farlo. Se poi mi chiameranno ne sarò onorato ma per sei-sette mesi, vi ripeto, starò a casa e verrò a vedermi la Juve in tribuna”.

Prima di concludere la sua gloriosa carriera in bianconero restano tre giornate di campionato e soprattutto la finale di ritorno di Coppa Italia in programma il 12 maggio al Delle Alpi: “Mi aspetto un finale di stagione giocato con dignità e fierezza. Qualità che abbiamo sempre avuto, anche quando ci gridavano ‘ladri’ e ‘drogati’. Ma noi abbiamo sempre reagito alla grande, a petto in fuori, dappertutto. Proveremo a vincere la coppa Italia, la rimonta non è impossibile e mi aspetto una grande gara dai miei calciatori. Sarebbe bello salutare il pubblico bianconero con un’altra vittoria”.

Perché Lippi si sente un allenatore vincente: “Fortemente vincente – precisa -, visto che ogni anno si è vinto qualcosa. Non basteranno due mesi storti per rovinare tutto: ci vorranno anni per assaporare al meglio tutti i successi ottenuti qui. Certo, ho sbagliato anche io qualcosa, ad esempio sul caso Davids: avrei dovuto insistere di più, cercare di recuperare una situazione negativa che si era venuta a creare con lui dopo anni di gioie. Edgar ci sarebbe stato molto utile in questa seconda parte di stagione, specie dopo tutti gli infortuni che abbiamo subito. Ma permettetemi di rivendicare anche le scelte positive: il cambio di ruolo, ad esempio, dei vari Di Livio, Tudor, Nedved e Zambrotta. Insomma, qualche cosa di buono l’ho fatto…”.

di Roberto Grossi