Le ventitré

Giugno 6, 2002 in il Traspiratore da Redazione

Le ventitré e ventitré. Di domenica 10 ottobre 1999.

Ron e Rok percorrono le vie di Edimburgo strafatti di birra e canne e coca. Lo fanno tutte le domeniche; si trovano a casa di Ron alle due pomeridiane e cominciano, seduti davanti alla tv, a bere birra. I genitori del kid trascorrono il week-end nella villa di campagna e non tornano mai prima di cena.

Tra il primo e il secondo tempo della partita, intervallo a base di canne, tea e biscotti. A fine match, una riga e via così, fino alle otto serali. Poi escono a fare il giro dei pub.

Lo fanno tutte le domeniche: 6 grammi di marijuana, 4 di coca e birra a litri; scure, le birre.

Le ventitré e ventitré. Di domenica 10 ottobre 1999.

Ron e Rok si fermano a pisciare contro il muro della stazione ferroviaria: scrivono i loro nomi in chiare lettere stampatello, si abbottonano i pantaloni della festa e riprendono il giro. Giacca e cravatta, camicia con i polsini e scarpe mocassini. Il massimo dell’eleganza per i due fresconi: biglietto d’entrata per i pochi locali validi che la capitale offre!

Biglietto d’entrata al discopub “Friends of Beatles”: 3 sterline.

Gli amici entrano stramandati di sostanze chimiche-natural-liquide e ordinano un’altra Guinness alla tipa rossa dietro il bancone.

– Ehi! Ohi! Mi vuoi ascoltare? Dico a te… Ma guarda te se si gira: giuro che se non si gira entro il mio tre, m’innervosisco anche questa sera.

– Stai buono Ron, dalle tempo: quando finisce con quei due è da te.

– Uno. Eppure la giornata era iniziata nel migliore dei modi: sveglia alle due…

– Calmo amico, non è proprio il caso…

– Due… ci siam fatti le nostre brave birre, quella ventina di cannette…

– No, Ron, no. Stai calmo.

– E tre. Sai qual è la cosa che più mi fa incazzare? Che oggi la mia squadra aveva vinto tre a zero.

Le ventitré e ventitré. Di domenica 10 ottobre 1999.

Ron estrae la pistola d’ordinanza del padre, guardia giurata della città di Edimburgo, mira alla testa della ragazza e fa fuoco. La giovane cade come se fosse stata spinta a terra con una manata, perde sangue da in mezzo gli occhi, spalancati a fissare il soffitto.

Nel frattempo Rok e Ron hanno aperto una macchina, collegato i fili e sono partiti per Londra. Per la prima volta a Londra.

– Alla fine ne è valsa la pena, non credi Rok?

– Perfettamente d’accordo con te, Ron.

Il Traspiratore – Numero 36

di G. Ventura