Le top ten del ToFilmFestival

Novembre 18, 2002 in Spettacoli da Redazione

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1. Lesa maestà

La spocchia di un cinefilo sulla cinquantina intento a leggere La Repubblica durante la presentazione di “Un mercoledì da leoni” effettuata dal colossale John Milius.

2. Stroncatura

La stroncatura di “Marie-Jo et ses deux amours” da parte dello stesso: «Guédiguian? Un cinema inutile… E’ un moralista che per farci credere di essersi emancipato infarcisce i suoi film di scene di sesso. E’ ridicolo».

3. Pathe’ di celluloide

Molti i problemi in fase di proiezione. In una delle prime giornate, con Milius in sala, si spengono le luci. Deve partire “Dillinger”, parte “Non si sevizia un paperino” di Fulci. Non si sevizia John Milius…

4. Non ci sono piu’ le mezze stagioni

La sala 6 è gremita. Sta per cominciare “Femme Fatale” di Brian De Palma. La battuta è fulminante e sacrilega: «Ma no, il vero De Palma è quello degli anni Ottanta». E’ vero, pensando a sottoprodotti come “Carlito’s way” (1993)…

5. Muffa

La cosa più paurosa del Festival – a parte gli applausi e le risate durante le scene più violente di “The rules of attractions” – è stata sicuramente la bambina ammuffita di “Dark Water” di Hideo Nakata.

6. CQ-CQ

Le radiotrasmittenti sono state le grandi protagoniste della rassegna. Per capire come dirigere il traffico dei paganti e degli accreditati nelle varie sale i volontari hanno dovuto usare le radiotrasmittenti in maniera massiccia. Un simile impiego di mezzi radio non si vedeva dallo sbarco in Normandia.

7. Balla con steve

Indimenticabili i passi di danza di Stefano Della Casa durante le presentazioni dei film. Insuperabile la definizione di Claudio G. Fava nella serata conclusiva: «Sembra che tu debba tirare una punizione».

8. Steve’s list

Durante la premiazione Della Casa e Fava hanno intrattenuto il pubblico con una performance degna di Totò e Peppino: tutta colpa delle divergenze nelle liste dei premiati.

9. Goodbye mr. Steve

Ha sdoganato i film italiani di serie B, ha riportato sugli schermi torinesi western d’annata, ha portato a Torino colossi come Toback, Carpenter, Milius, Ferrara e Romero, venerdì sera è stato sommerso dagli applausi del pubblico cui ha risposto col suo sorriso schietto e con la consueta danza. Stefano Della Casa ha lavorato bene, ha dato spazio agli operai della Fiat, ha fatto parlare i no global. Pur vivendo del cinema, del mondo come vorremmo che fosse, Della Casa non ha dimenticato il presente, il mondo così com’è. La speranza è che chi lo seguirà sappia raccoglierne l’eredità così come lui seppe raccoglierla quattro anni fa da Alberto Barbera.

10. The winner is

Il concorso lungometraggi è stato vinto da “Satin Rouge” di Raja Amari, film franco-tunisino che ha convinto critica e pubblico. Nell’anno della commedia non poteva che vincere una commedia. Oltre alla pellicola vincitrice del premio per il miglior lungometraggio vanno ricordati altri esempi del genere: “El Leyton”, una storia di amore e tradimento in un Cile insieme vitale e crepuscolare, “Pumpkin”, un teen-movie intelligente sul tema dell’handicap e della cecità imposta dal benessere, “Mukkle”, un giallo delle piccole grandi cose, “Les jours où je n’existe pas”, la storia pirandelliana e dolce-amara di un uomo che vive a giorni alterni. Fra i cortometraggi altro successo francese: “Comme un seul homme” di Jean Louis Gonnet l’ha spuntata nei confronti di “Antychrist” di Adam Guzinski. Se avesse potuto votare il pubblico non ci sono dubbi su chi avrebbe portato a casa il primo premio: lo svedese “Mulishani Mulishani” che ha ottenuto applausi a scena aperta per la sua freschezza e per il taglio documentaristico venato di scandinavo umorismo.

di Davide Mazzocco